La grande storia dei nazisti obesi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Rudolf Fink

di Francesco M.  Bonicelli Verrina

A mo’ di prefazione dirò che questo racconto misterioso che ho tradotto dall’ungherese mi capitò tra le mani un paio di anni fa. Me lo diede l’amico Mario, verniciatore, che lo aveva trovato nel cruscotto di un auto che gli avevano lasciato e nessuno era mai passato a ritirare. Indubbiamente l’ho tradotto adattandolo un po’ anche a me stesso e con grande difficoltà. Esso è un romanzo pigro, abbastanza brutto, pare scritto da un bambino che non ha voglia di andare a dormire dopo pranzo. È confusionario, mette insieme tanti pezzi di tante idee, ma fa riferimenti storici e letterari assurdi e avventati e forse per questo, oso dire, preziosi. Un frullato post-letterario, post-storico. Non ho idea di quando possa essere stato scritto e da chi.

L’unico dato che ho è il nome: Rudolf Fink, che firma ogni pagina nell’angolo destro, alto o basso, e che credo essere uno pseudonimo, dal momento che tradotto risulterebbe Rodolfo Scoreggia. Personaggio introvabile, anche online. Difficoltà ulteriore è data dal fatto che esso è in frammenti di fogli sparsi e stropicciati; non so se sia stato un dispetto di Mario, che pure era un po’ dispettoso. L’ho rimesso insieme così come mi è parso meglio, un pomeriggio, sgusciando fuori dalla Libreria delle Terme e infilandomi nel Bar Ligure che da che mondo è mondo domina i portici di corso Bagni. Ero stufo di molte delusioni, me lo ritrovai nella tasca del cappotto, appallottolato.

Non avendo di meglio da fare (mi trovavo vicino a qualcuno addormentato su un libro di Bonimba) iniziai a lavorarvi, nella mia città di Acqui Terme, odiata e disprezzata da buona parte dei suoi abitanti (che, nella maggior parte dei casi, nemmeno si sono mai recati altrove), perfetto ospizio desolato per me storico e scrittore odioso, sull’orlo del fallimento e della crisi di nervi, che rimando sempre.

Mancano sicuramente delle parti che ho sostituito con dei puntini di sospensione, ma perché mancano? Cosa è successo? Come ricostruire la trama originaria? Il senso? La vicenda del protagonista? È realmente esistito? Si tratta di un’autobiografia (dato il primo accenno e il tono generale)? Chi è l’autore? È una persona distinta dal misterioso proprietario dell’auto abbandonata a carico del mio verniciatore di fiducia e rimpianto amico? Soprattutto le mutande a righe quale ruolo avevano nel testo originale, data l’importanza che si dà loro nel titolo, cui io ho osato accostare due mie proposte alternative? A queste domande non so e non voglio rispondere. Lo affido dunque alla vostra lettura.

illustrazione 01

(illustrazioni di Patricia Prochazkova)

 IL SEGRETO DELLE MUTANDE A RIGHE (O LA GRANDE STORIA DEI NAZISTI OBESI O STORIA DEL VERO OSSIMORO) DI U. BRAUNSTEIN

Un romanzo stoltificante, sbucciafatiche, sagittabondo e fraudolento.

L’autobiografia è il falso per eccellenza. Ma c’è anche chi chiama quadro un foglio bianco enorme con un quadratino nero al centro.

Questo è un libro che non è un libro, poco più di quasi niente, un sogno? È un libro che non vuole iniziare per non dover essere, per rimanere nel nulla e non dover essere limitato, perché se verrà al mondo cosa sarà se non un insuccesso? Nemmeno clamoroso, un piccolo insuccesso, piccolo e mio: un racconto, un romanzo, un articolo? Certo una storia vera, che senza troppa onestà esprime pur sempre, in qualche misura, né più né meno di qualsiasi altra opera di questo scarso tenore, il mistero che ci circonda, farcito delle poco curiose gesta eroiche di Ultimo Braunstein, personaggio tanto più deprecabile in quanto di una doppiezza tanto disinteressata (ma con cui vorrei trovarmi nello stesso romanzo), ignaro discendente di un’eroica e nobile famiglia di un qualche paese disperso nell’Europa orientale, che essendo sparito dalle carte geografiche non ha più né una storia né un nome, il cui sangue zampillò rosso in molte battaglie contro turchi et Asburgo, ma anche fra fratelli, padri e figli, mariti e mogli, per violento volere divino, nell’epoca beata e pia nella quale si amava e si ignorava, si odiava schiettamente fino ad ammazzarsi senza troppi complimenti e cerimonie di circostanza.

Ora quel sangue circola, quieto, nelle vene di questa estrema progenie dopo aver dato alla Storia grandi frati eretici, frombolieri e prestigiatori ambulanti di fama planetaria, e servi alla corte di Sua Maestà Gheorghe Gheorghiu-Dej, il più longevo capo comunista della storia che, dopo essersi liberato di tutti i suoi rivali di partito a beneficio di sé stesso e di Stalin, li accusò dopo morti (morto anche il mancato prete georgiano), in un macabro processo post-mortem, di essere loro stati i veri stalinisti, apparendo come un santo durante le purghe di Nikita Chruscev, del 1956.

(…)      illustrazione 02

Perché scrivere un romanzo lungo, pieno di figure retoriche? Per gente che si addormenta dopo aver letto tre righe?! Ed essendo io inessenziale alla stesura di un buon romanzo, perché non ci pensano loro, i personaggi che abitano i miei pensieri, a scrivere di loro stessi?

(…)

Scrivo di continuo senza scrivere niente. Non riesco a scrivere cose molto lunghe. E anche se scrivo male, scrivere resta una forma di vita poderosa, come leggere. Sono d’accordo col buon vecchio Borges. Vorrei solo stare dalla parte dell’uomo, di tutti gli uomini in me stesso, come me stesso in tutti loro, dalla parte delle ragioni più timide e sconosciute. Ecco non voglio schierarmi che per le ragioni dei timidi ed è una contraddizione palese.

(…)

Fu mentre Ultimo era dal dentista, per una di quelle enormi carie, simili a caverne di uomini-scimmia pleistocenici, che vengono a certi assatanati bulimici notturni, che si alzano nella notte a divorare gelati e sbranare cornetti, che decise di iniziare a frequentare un gruppo.

(…)       illustrazione 03

Ultimo pensa anche che Unacittà (Egyvar), dove abita, ha bisogno di lui e che debba perciò rimandare il suicidio, il quale non era più una sua priorità da quando aveva conosciuto la rivista Nuovo Mondo Teocratico-Vita teocratica, sulla quale si possono trovare alcune delle più pregiate penne dell’universo catto-nazista internazionale, dall’attualità politica alla storia economica, fino alle corse dei cani e alla cura dell’intestino. L’aveva trovata nella reception della clinica dove aveva eliminato suo padre, cremazione e dispersione inclusa, per cifra modica, rateizzabile. La clinica è una delle più rinomate e avanguardiste, le dedicano un’ottima pubblicità, per questo non la citerò.

Saremmo portati a credere che Ultimo fosse nato dopo un esercito di altri bambini, invece no. Suo padre, innamoratosi del naso della madre di Ultimo, aveva deciso di mettere al mondo un Primo ed Ultimo uomo, per non impattare troppo sulla demografia esagerata ed esorbitante di Unacittà, dove si proliferava e si prolifera come maiali e si era già allora arrivati al punto di emanare una legge sull’eutanasia dei vecchi (ci sono molti diabetici che preferiscono ancora suicidarsi in pasticceria) ed abolire il diritto alla pensione, per ridurre le fucilazioni casuali per la strada e i bombardamenti annuali a tappeto di un quartiere estratto a sorte, metodi che per arbitrarietà e imprevedibilità non necessariamente garantiscono il risultato sperato, pur liberando sicuramente molti posti di lavoro e abitazioni e quanto meno provvedendo una collocazione sicura ai bersagli.

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Essendo troppi a Unacittà nessuno conosce umanità, tutti vogliono solo consumare più del possibile, schiacciare il prossimo, possedere ogni ricchezza volatile come carta igienica, noccioline, soldatini, e il successo del governo è controllare tutti in questa maniera e convincere ciascuno di essere un turbo-capitalista, protagonista, autore, spettatore, produttore, assoluto padrone del mondo, di questo mondo karaokizzato. Non essendoci più spazio per altri animali se non gli scarafaggi, rossi e neri, cui pure si dedicano molte raffinatissime odi, né un governo può in queste condizioni garantire un sistema scolastico.

Ciò non vuol dire che non ci sia erudizione, infatti nella città di Unacittà si tengono molte prestigiose conferenze, una ogni due o tre secondi, sui temi più affascinanti: l’arte di starnutire, doveri di chi parcheggia in seconda e terza fila, come e dove comprare un buon sentimento, cucinare aria a buon prezzo, il sentimento religioso dei dodo, lineamenti di linguaggio degli acari, come non perdere il naso, igiene del grande obeso, arredamento ossessivo-compulsivo, esplosione dell’appendice, usi della bauxite, divani commestibili, buddhismo nelle Bahamas, filosofia necrofila, raccogliere fiori nelle aiuole pubbliche, il santo Stepinac, collezionare coupon, etc etc. Pullulano le cattedre di quasi tutto insomma e violenti litigi scoppiano in continuazione fra la popolazione comune, per un niente qualcuno può minacciarti di farti sputare le ossa.

A volte ci si dà del traditore, persino in ascensore. Io stesso un giorno elogiavo il bel tempo, trovandomi in ascensore con un altro essere umano, costui sputò in terra dicendomi: “Verme bavoso e schifoso, ti si torcano le budella, traditore imperdonabile!” ed io vi giuro non lo avevo mai visto. In altri tempi ad una persona del genere si sarebbe potuto consigliare di consultare un dizionario, invece oggi tutti vanno per qualunque cosa al bar o al centro commerciale e nessuno legge più i dizionari. Ogni richiamo al buon senso dell’uomo della strada o invito alla ragione spicciola, all’etica minima, alla riflessione sulle parole e sui gesti, verrebbe colto come un insulto.

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Come drogato, Ultimo era stato adottato da una famiglia benestante di qualche città lontana, perciò, pur non essendo un drogato vero, si era andato a registrare come tale per ottenere questo beneficio. Insieme a lui in coda c’erano solo alcuni altri obesi che benedicevano il ministro al Verde Pubblico per aver tagliato tutte le piante ed essersele portate a casa sua, avendo rimosso ogni ostacolo alla libera circolazione delle loro macchinine elettriche, con le quali si dirigono ai centri commerciali senza mai scendere, una signora che si lamentava che una maglia comprata dai cinesi le aveva fatto venire tosse e diarrea e un piromane acrobatico che chiedeva di potersi mettere nelle liste per dar fuoco ai campi nomadi.

Con qualche difficoltà, Ultimo aveva compilato un questionario su come, dove e quando si drogava, ma la fantasia non gli mancava ed era quindi riuscito a scrivere qualcosa. C’era anche un questionario extra sullo smaltimento del suo materiale per drogarsi, per sapere se fosse un drogato ecologico a impatto zero o fosse un drogato inquinante. Si ricordò che una volta aveva lasciato una bottiglia di birra a metà sul gradino del portone di casa sua, ma di sicuro qualcuno l’aveva presa.

All’epoca delle elezioni, se incontri uno dei ventisette milioni di candidati per strada, più quelli che si spacciano per tali senza esserlo (ed esibendo le cravatte più chiassose e pacchiane), a Unacittà può capitare ti venga offerta qualsiasi cosa tutti i giorni, già molti mesi prima. Ultimo di solito opta per una birra, ma poi si sente in colpa perché non potrà votare tutti.

Gli slogan di solito sono molto belli come: Più panchine per tutti, oppure: Ripopolamento del mammuth!

Ma di solito si vota per auto-giustificarsi, accusando poi gli altri di auto-celebrazione, per mandare lassù qualcuno più acciaccato di noi stessi e fare il paragone e chiedere un po’ di “cristiana” pietà, come mi par giusto, e lo dico io che voto come scegliere un paio di calzini e cambio partito come cambio mutande (a righe). Voto solo chi mi toglie le multe!

D’altro canto, devo dire, conosco anche persone serissime che hanno cambiato molte volte partito, pur essendo rimaste con le stesse idee, loro sono rimasti lì fedeli, a loro stessi e ai loro ideali, solo che dopo un po’, a seguire le peripezie pseudo-ideologiche del loro partito d’origine gli è venuto il mal di mare e hanno preferito lasciarlo rimanendo a morire piuttosto sulle proprie orme, cambiando contenitore o, i migliori, infischiandosene altamente di chi non avendo una propria vita sana si occupa delle opinioni altrui e con massimo sforzo si applica per il tormento del prossimo e l’inquieto vivere, gridando allo scandalo e facendo l’ulema, senza cambiare una virgola nella propria personale condotta.

(…)      illustrazione 05

Torniamo però a Ultimo e mi riprometto di non fare ulteriori incisi. L’eredità di suo padre era un set di mutandoni a righe (non blu, rosse, verdi, arancioni, marroni utilissime, o nere), un libro di Macedonio Fernandez, maestro di longevità, e uno del grandissimo Roberto Bolaño, oltre all’iscrizione all’Ordine dei Cavalieri del Pinzimonio e ad un gruppo di lettori di libri.

(…)

All’Ordine del Pinzimonio, che si riunisce al bocciofilo in via Quattroscorregge, dove una volta si distribuiva clandestinamente la rivista Proletariato e riviste di annunci erotici, trova gente molto molto noiosa, che non fa altro che declamare versi baroccheggianti, finanche rococò, su ogni cosa, dai pulsanti dell’ascensore alla maniglia della finestra. Per questo motivo, dopo qualche serata in loro compagnia, pur avendo scritto un racconto molto molto elogiato, su un ragazzino che vive dentro uno scatolone che riempie di puzzette, decide di andare al Gruppo dei Lettori, fra cui ci sono molti disturbati e alcuni alcolisti anonimi.

Lì rimane folgorato da litigi assordanti, che durano ore e giorni.

I lettori vivono tutti in uno sgabuzzino, controllati da un assessore che si occupa delle loro condizioni e ogni tanto butta loro pane e acqua; talvolta li libera, o per applaudire o per lasciarli insultarsi a vicenda.

Di solito eleggono testimone del tempo, un prestigiosissimo premio di provincia, qualche soubrette o addomesticatore di elefanti.

(…)     illustrazione 06

Un lettore di una certa età dice che i libri sono di chi li legge, le case editrici ne pubblicano a volontà e per i libri più meritevoli di solito non c’è altra via al successo se non quella di essere rubati, visto che i loro autori, derelitti, non vedranno comunque mai il becco di un quattrino. Indignato un uomo grande e grosso, con la barba unta e atra, arringa la folla, con fare squadrista e pseudo-erudito; una folla di lettori assorti in chiacchiere (che dopo tutto quel tempo nello sgabuzzino al buio, si godono la luce di un lampadario), chi ha il singulto e chi si soffia il naso. Insomma silenzioooooo! Grida a pieni polmoni l’omaccione. È autocelebrazione pura, questo lettore è indegno del suo ruolo, chiedo che venga sollevato dall’incarico!

Il discorso, molto bello, si guadagna il rispetto di tutti e un vigoroso e scrosciante applauso commosso. Il signore dichiara la sua appartenenza al gruppo Obesi e Nazisti. Ordine e umiltà, riportare la serenità della lettura. Si espelle il vecchio lettore disturbatore a calci nel sedere, giù dalla finestra. Quello finisce dritto nel bar di sotto dove gli offrono un caffè corretto, si ubriaca e lo spediscono a casa a fine serata.

Il libro non è di chi lo legge, il libro non è un piacere, non può essere bello, è un monumento da scaffale. L’uomo passa, il monumento no! Declama il signore grande e grosso, arringando la folla e ansimando, sono quasi le quattro del mattino. Un lettore anziano si alza dicendo che ha una visita e se ne va sbadigliando.

Ultimo è entusiasta, si diverte molto, si convince che è venuto il momento di trovare un’occupazione seria: entrare in un gruppo e magari iscriversi a un movimento politico para-militare.

Si votano i titoli: Con Hitler fui felice, Sul bastone di Mussolini, Il Reich galattico, Gli ogm nemici degli ariani, Il Concilio Vaticano II: un complotto pluto-giudaico marxista schifoso, Le gesta erotiche di Ettore Muti, Quando Hitler incontrò Gandhi: storia di un’amicizia indimenticabile. Vince quest’ultimo e si invita subito l’autrice, una fervente hitleriana indù, ancora sconosciuta al grande pubblico, e questo è un peccato. Ella è stata anche militante pacifista e cameriera di Matyas Rakosi, durante il suo esilio in Turkmenistan, amante di Bin Laden e (forse, dico forse) anello di congiunzione fra i neo-stalinisti internazionali, George Bush sr, i movimenti teocon anti-ogm e il re delle Samoa.

Insomma grandi nomi, che significa grande Storia, apposta con la S maiuscola, s’intende!

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Ultimo si è laureato in storia, non può insegnare perché non esistono più scuole e per insegnare bisogna pagare qualcuno, ovvero comprare la sua pazienza e farti ascoltare. Lui infatti i personaggi se li inventa (e non c’è gran differenza), a suo tempo è stato un ricercatore molto serio, ma non lo hanno accettato al dottorato perché non sapeva nulla di Teopompo.

Ha scritto soltanto un romanzo giallo su un discendente collaterale di Teleki Pal (suicidatosi per disertare l’alleanza con Hitler), follemente innamorato platonicamente di una eroina ignota e defunta del passato. Il protagonista, mal costruito e ingenuo, gran fumatore e consumatore di cibo spazzatura, espulso dall’Ungheria per aver parlato male di Videla, grande amico dei sovietici, è alla caccia, da una città all’altra del mondo, di un gruppo di streghe sotto le sembianze di bellissime e bionde Sorelle di Gesù, delle chiese avventiste dell’ultimo giorno. Costoro sono capitanate dalla perfida erede al trono dell’imperatore Pietro del Brasile, figlia illegittima di Jaruzelski e madrina delle scuole Maharishi in America Latina (finanziate dal regista David Lynch), in azione per sottrarre fondi alla ricerca sugli ogm del Dr Ingo Potrikus, e devolverli a vantaggio dell’Ayurveda. Mentre la foresta si abbatte a migliaia di ettari per volta per coltivare frutta e fare carta igienica (che sarà forse uno dei fattori determinanti per l’estinzione dell’uomo, più che il fumo o il colesterolo). Mentre alla ricerca medica o allo studio dello spazio si preferisce investire miliardi per nuovi cosmetici e nuove app.

Bisogna tornare a Stalin per trovare un caso simile, di uno scienziato onesto e scrupoloso, di nome Vavilov, condannato a morte per le sue teorie agricole. Ma chi non si aspetta l’inaspettato non vedrà la verità.

(…)     illustrazione 07

Altrimenti, d’altronde, come avrebbe potuto, questa scimmia brutta, spelacchiata e malata dominare gli esseri viventi e trionfare sul mondo in ogni angolo? Per la vittoria finale dei nazisti obesi?

(…)

Esistono solo conferenzieri telematici e conferenze sulla telepatia, per Ultimo la ricerca storica è stata come un lavoro di miniera interessantissimo, un’avventura per accorciare distanze geo-spaziali, temporali e intellettuali.

Ma ora non si ricorda più niente, purtroppo non era nato ingegnere. Però avrebbe potuto fare dell’ottima agiografia immaginaria, gli dice quel signore grande e grosso, a vantaggio del gruppo Obesi e Nazisti (amici di Lele Mora e Hermann Goering), dimostrare sensibilità verso la violenza sulle donne e gli handicappati per ricevere finanziamenti europei (da non spendersi in nessuno dei due ambiti citati, ma solo a vantaggio del trionfo dell’obesità e del nazismo), avvocare la causa di Vendana Shiva e dei contadini indiani che si suicidano per un complotto dei semi ogm, evitando così di poter risolvere il problema della fame nel mondo e mantenendo un Terzo Mondo poverissimo, affamato, sovrappopolato e schiacciato dalle caste che possa continuare a proliferare senza ritegno, riversarsi in Europa, creare disagio sociale, centuplicato dai mass media (utile al successo del partito Obesi e Nazisti e alle vendite del loro giornale, Grugniti di Partito) ed essere assunto in nero dagli impresari che votano partiti moderati ma simpatizzano per i nazisti obesi.

Il ragionamento fila e convince Ultimo, che sottoscrive il programma e fa la tessera.

(…)

I nazisti obesi promuovono il litigio totale con tutti in ogni ambito civile e pubblico, litigano anche sui tram e nei vespasiani, non si può neanche più orinare in pace.

Può capitare che tu stia facendo la pipì e un grande nazista obeso ti si avvicina e ti dice: Perché non dici anche tu che la Memoria fa schifo, che Hitler è stato cattivo ma non quanto Pol Pot e gli israeliani, e perciò si può parzialmente rivalutare la sua figura? Che l’omosessualità è una malattia ed è ora di bruciare i campi nomadi? Tu magari obietti, non farlo, per la carità!…rispondi sempre: Mi documenterò, ma può essere una risposta pericolosa, può essere sospetta, sulle loro magliette c’è scritto: Mai più documenti, solo fede cieca nei fatti sventolati in tv!…e anche mai più silenzio.

Gli storici del futuro avranno a disposizione solo propaganda.

I nazisti obesi sono il frutto di un mondo annegato nelle informazioni, che a un certo punto ha fatto cortocircuito. Sono l’apoteosi dei bimbi-minchia (come il glorioso esecutore di Gheddafi) di una volta, che oggi si rimpiangono caldamente, che con le mutande fuori dai pantaloni e i berretti da basebal posati tutti storti e rosicchiati sulla testa, non sapevano più parlare e scrivere a mano, comunicavano solo a sms, masticando continuamente chewing-gum e altro, bestemmiando in continuazione.

I nazisti obesi sono molto meglio, se rispondi quello che non vogliono sentire ti tagliano la testa ed è finita lì, come gli jihadisti in Medio Oriente. Tu rispondi una cosa del tipo: Guardi, le dirò, io sono razzista. (Poi magari tu invece sei per un’eugenetica di altro tipo, che tenda ad eliminare dalla specie quelli che passano davanti nelle code o che parcheggiano in doppia fila o suonano sempre il clacson, non dirlo, sono i loro elettori tipo)…tu piuttosto dì qualcosa come: La nostra vita è cambiata, anzi non è che io sia razzista, sono loro che fanno schifo, li bombarderei tutti, io sto male quando li vedo in giro, diseducano la nostra gioventù… E se proprio vuoi esagerare e liberarti della fastidiosa presenza del nazista obeso, che di solito ha un’igiene precaria: Poi se le dovessi dire fino in fondo, sono anche contro l’uso dei contraccettivi! A un reality-show a cui ho partecipato, ho conosciuto un sedicenne che aveva già tredici figli, perché si vergognava di andare in farmacia. Un bravo ragazzo!

(…)    illustrazione 08

È giusto che l’uomo si senta superiore ai suoi maestri, è bello parlare di un profeta come Socrate o Gesù, e praticare tutto il contrario, riempirsi la bocca con Confucio o Laozi dal parrucchiere, fare del cielo un campo di battaglia a colpi di equazioni, conoscendo sempre meno. Per questo i nazisti obesi si occupano dello sterminio di piccoli popoli immaginari, per dare la colpa di tutto all’informazione pluto-giudaica, agli agnostici, ai liberali (professano di odiare la libertà, e non c’è niente che temano di più di chi non vuole e non può auto-definirsi o schierarsi), ai progressisti, ai partigiani, ai comunisti, ai negri, agli zingari, agli aristocratici, alla borghesia, ai ristoranti cinesi, agli straccivendoli, ai polpettiani (i consumatori di polpette e polpettoni, culinari e televisivi, da non confondere con i “polpottiani”, fans di Pol Pot, a cui i nazisti obesi sono molto molto grati, per aver loro fornito un esempio di giustificatore storico di Hitler). Si fanno un vanto, ed è encomiabile, di non potersi definire né reazionari né conservatori, solo si sentono orgogliosamente retrogradi e odiano chi non si schiera ciecamente!

(…)

Da cosa nasce cosa, i nazisti obesi incaricano Ultimo di occuparsi di Henrietta Rosa von Wallenstein, la mistica lettone, pelosissima, ispiratrice dell’Associazione vedove e bisbetiche armate, fondatrice della Sezione Femminile Internazionale della Guardia di Ferro dell’Arcangelo Michele. Biografa di Dardo Cabo (un assassino di sindacalisti) e Corneliu Codreanu (gran massacratore di ebrei e ungheresi). Era stata volontaria in vari lager femminili, durante la guerra, vincitrice del premio sudafricano per la Poesia Apartheid-Hendrik Frensch Verwoerd e si era fatta suora per sfuggire ai sovietici, dopo una storia tormentata con Klaus Barbie.

Ultimo ne scrive un pezzo formidabile, apprezzatissimo, scopre anche un legame con Alfredo Leopoldo Friedrich von Taxis de Camoes di Monte Pauroso, uno spilungone bruttone, uomo d’affari brasiliano, suo padre era stato il più grande produttore sudamericano di tazze del cesso. Di madre argentina e nonna austro-ungarica, aveva aiutato moltissimi nazisti a fuggire dall’Europa dopo la guerra e aveva dedicato il suo patrimonio a un fondo di assistenza per i nazisti di tutto il mondo. Era rimasto povero, era decaduta quindi la sua iscrizione al Golf club di Sao Paulo e allo Yacht club di La Plata, aveva iniziato a scrivere poesie sugli alieni fondando la corrente dell’utopismo inter-galattico, e indicendo un premio di Poesia inter-galattico a cui non partecipò nessuno. Ma Videla, Ceauşescu e Mobutu lo avevano ricoperto di riconoscimenti onorifici prestigiosissimi.

Henrietta Rosa von Wallenstein gli aveva fatto una corte sfrenata, avendo ella dilapidato al gioco tutte le sue fortune raccolte dalle eredità delle vedove armate, e credendolo ancora ricco. Però Leopoldo non si sentiva l’età ed era morto vergine, coperto di medaglie, ricevute da tutti i dittatori internazionali più feroci, venerato come un santo da una colonia di SS rifugiatesi in Katanga (Rep. Dem. del Congo), dove gli furono tributati funerali degni di un eroe nazionale.

Due pezzi completi e molto divulgativi, amatissimi, che valgono a Ultimo la nomina alla sezione Cultura del partito e alla direzione di Grugniti, il suo organo di stampa ufficioso.

La sezione si occupa di trovare persone disagiate e disturbate fra la popolazione comune, i membri della sezione hanno un occhio scientifico particolare.

Avendo individuate queste persone le incarica di diventare grafomani della rete (oggi se si cerca in google: “come uscire”, prima voce a venir fuori, prima ancora di “come uscire dalla depressione” è “come uscire da facebook”!). Essi infestano la rete, hanno insignito internet della definizione di “diritto umano” solo da quando chiunque può aprire un social network e scriverci una puttanata, o meglio: fare politica, dare voce alle sue istanze ed esigenze più intime e profonde, fare rimostranze, insultare chiunque tenti di fare qualcosa per cambiare e provare a migliorare una piccola cosa, chiunque non voti per interesse o per fede cieca e fanatica, chiunque non partecipi alla loro arena di sangue e bile, chiunque non sia inscatolabile, imbarattabile, chiunque non scriva ogni volta che va a cagare, chiunque pensi a fare del suo meglio nel suo piccolo lasciando vivere chi gli sta intorno, chiunque non aderisca alle loro opinioni pseudo-storiche, para-economiche, para-politiche, chiunque cerchi di trovare il meraviglioso in tutto e non si assopisca sul loro disfattismo nero e non sia interessato ai loro metodi di demolizione umana, o semplicemente non abbia voglia di far rissa su tutto. Tutte queste categorie sono soggette a essere perseguitate un giorno, a ricevere insulti terrificanti, perché c’è sempre un nazista obeso in agguato, e con lui altri strani animali, che sembrano tirati fuori da Star Wars, a fargli codazzo. Sempre pronti a lamentarsi di tutto, ad additarti, assetati di rubare qualcosa, avere qualche privilegio o un misero minuto di gloria, pieni di supponenza, dal momento che oggi chiunque può avere un pubblico.

Qualsiasi insulto loro facciano se tu rispondi ti si ritorcerà contro sicuramente, sono formidabili! Sono specializzati, preparatissimi, ricevono durissimi allenamenti nelle segrete sotterranee del Partito Obesi e Nazisti. Per mesi i loro cervelli vengono svuotati da ogni nozione che la civiltà che abbiamo ereditato dai nostri padri gli ha permeato, attraverso pazienti insegnanti sottopagati, con sforzi sovrumani.

Seguono dibattiti televisivi legati a una poltrona per ore ed ore, imparano a estrapolare frasi e manipolarle per comprovare qualche deplorevole teoria o per accusare l’autore di cose mai dette. Si propongono, fino a morire, di essere un ostacolo ad ogni buona norma di civiltà, a rendere la propria vita e quella altrui un inferno, per qualcosa che nemmeno loro conoscono e questo li rende più forti, trovano sempre una sponda in qualche altro disturbato (come in una catena di sant’Antonio, dove gli anelli non mancano!): insultare e calunniare, un’anti-intellettualismo da sfoggiare, la storia come strumento politico, finanche la discussione sportiva da bar deve essere trasformata in discussione politica (sempre più incivile e urlata), anche la discussione su una vacanza o su una casa.

Tutto è un complotto partigiano, sostengono, senza nemmeno sapere precisamente chi è il loro nemico e chi sono i loro amici.

Loro sono disposti a qualsiasi cosa per arraffare qualcosa, ma predicano la lealtà politica, la lealtà pietrificata e stolta, con gran coraggio, nelle piazze. Chiedono raccomandazioni ma sono i primi poi, in pubblico, a sputarci sopra e ad accusare altri di questa pratica. Ogni amico può essere rinnegato alla causa. E la causa è un mistero, nessuno di loro la conosce, questa è la loro forza. Non hanno ranghi, predicano la democrazia diretta, di sputi e insulti, la consultazione via facebook e il televoto, le botte da orbi, la guerra totale, la distruzione dell’avversario. I timidi sono gli avversari che odiano di più, quelli che più bisogna stimolare per poterli distruggere.

Inoltre accumulano una grandissima esperienza, questi nazisti obesi, se ti portano al loro livello poi sei spacciato!

(…)     illustrazione 09

Ultimo è molto affascinato e ha finalmente un lavoro. Aver studiato tanto, quei libri scritti da anarchici, libertari, fancazzisti, che orrore!

Ora tutto per la causa, per una causa enorme e misteriosa!

Subito si mette al lavoro, deve scovare genocidi ovunque, sguinzaglia i suoi collaboratori, devono sconvolgere il buon senso su ogni argomento, sono dottori su tutto, intervengono sempre ai dibattiti e alle conferenze. Se anche un pigmeo muore di malaria si può parlare di genocidio per smentire chi parla dei genocidi veri. Poi si confondono letteratura e storia, si parla di un olocausto di lillipuziani, per svilire Auschwitz, si parla di colpi di stato comunisti a Nubicuculia, finanziati dagli israeliani, paginate di giornale con le lettere (finte) di cappellani militari seviziati e massacrati a Nubicuculia, santi e martiri del Nazismo, di un Nazismo universale possibile, santo, filantropico e umano, attento agli ultimi.

I nazisti obesi aiutano ciechi e vecchietti ad attraversare la strada, sono tutti molto umani e sensibili. Portano la spesa a casa a tutti i bisognosi. Bestemmiano ma difendono il crocefisso, come strumento di guerra.

(…)

Una volta ho tenuto una conferenza presso una delle loro sedi. Persone squisite, dotte, mi hanno accolto con molta cortesia, mi hanno offerto ogni ben di Dio. Esponevano alcuni macabri trofei nel loro salone: teste, secchi di occhi, gente alla quale hanno fatto la pelle. Forse sono cannibali, ma mai mangerebbero una mucca!

Sono stati gentilissimi e molto interessati. Io non sono un biologo, neanche un etologo, ma quella sera volevo presentare lo scimpanzé con la testa di iguana e le ali di condor (nel tragitto, per colpa dei buchi nelle strade, gli era caduta la gobba da dromedario e il corno che gli avevo appiccicato in mezzo alla fronte, ma era molto bello lo stesso). Era una mia composizione, che avevo fatto una sera a casa dopo aver saccheggiato un deposito abbandonato di animali esotici imbalsamati.

Mi sono soffermato a lungo sul tabagismo degli animali, gli sconvolgenti usi sessuali dei cobra e anche su una comunità di odiosi babbuini socialisti che nella savana hanno compiuto le più terribili atrocità. Tutti hanno applaudito commossi, all’udire la storia di una zebra trozkista assassinata dai babbuini, sono stato elogiato per due ore e mezza di fila, per la scientificità della mia esposizione e delle mie coraggiose e puntuali ricerche, in breve sono diventato un eroe, mi avrebbero anche voluto dare una borsa di studio e una cattedra di Etologia nazista alla libera università di Atlantide (quando avessero radunato abbastanza risorse per farla riemergere dall’oceano).

Però, dispiace, sono dovuto scappare perché mi stavo facendo la pipì addosso, dopo quattro ore di conferenza (la lingua mi è rimasta appiccicata al palato per una settimana) e due ore e mezza di elogi ininterrotti e incredibili.

Loro si sono convocati la sera successiva: adunata presso la stazione centrale, per “caccia al barbone”. Molti dei nazisti obesi sono stati formati a non distinguere la differenza fra un videogioco violento e la vita umana.

Nel mondo di oggi si muore di gentilezza, ma si ha grande successo se ci si occupa della lotta alla vivisezione dei lombrichi. Il futuro è senza dubbio occuparsi di niente!

Unico coraggioso atto di resistenza a questo regresso può essere semplicemente (ma ormai non è più così semplice per quanto siamo prigionieri), come scrisse Ernesto Sabato e come dice anche mia nonna, fare una passeggiata al mare con la fidanzata, guardare un tramonto, abbracciare una persona cara, un amico, un albero, accarezzare un gatto, tanto se credi nell’umanesimo nessuno ti ascolterà mai, la politica è una cosa per subnormali.

Le cose importanti sono molto lontane da queste quisquiglie e la verità è, come dice un proverbio africano, che si muore quando muore anche l’ultimo dei nostri amici.

(…)

L’unica cosa da amare è il letto. L’unica cosa buona che mi sia capitata, diceva Kaspar Hauser, indimenticabile e insuperato profeta della storia contemporanea. Dice Andy Warhol, a letto si può fare ogni cosa, anche pelare le patate. Basta avere un cambio di mutande e un cucchiaio. Di sicuro la storia è stata fatta da uomini in piedi (scrisse Emil Cioran), stesi sul letto avrebbero avuto un’altra prospettiva, ancora meglio se su un prato: si sarebbero ricordati del cielo e delle stelle.

Invece è tutto sopraffazione: sopraffare o essere sopraffatti, che in fondo poi è la stessa cosa, alienazione completa. Unico politico degno di nota negli ultimi due secoli è forse Donoso Cortes, il quale, dopo i fatti del 1848, in uno storico intervento parlamentare a Madrid, sostenne che si stava avvicinando lo scontro finale, che l’unica cosa da fare era la dittatura, ma che egli non era in grado né di imporla né di sopportarla. Non c’era altro che mettersi a girovagare per il mondo, portando la propria croce, dimenticando Dio e sé stessi, fino a perdersi nei boschi, come Visarion Sarai o qualsiasi altro esicasta.

Per fortuna ci sono poi stati anche Nagy Imre, Alexander Dubček e Stanisław Kania.

(…)

Il giornale Grugniti è un settimanale completo, si occupa di tutto, ma proprio tutto. Talmente totale che non si capisce perché non abbia un maggiore successo.

Comunque con i soldi dello sponsor, un master in cura delle unghie e pulizia del naso, il partito si può permettere di scialare e tirare quante copie vuole e nessun membro, che io sappia, deve comprare carta igienica. Sostiene anche la beatificazione di Steve Jobs, facendosi partecipe di questo nuovo slancio religioso universale.

Si parla sempre di violenza sui cani, stranieri che stuprano e complotti rossi, gossip e largo spazio alla vita del capo del partito, un grande obeso, il più grande, che nessuno ha mai visto.

In cima, vicino al titolo, c’è sempre un grande annuncio di reclam per la raccolta fondi a vantaggio della Dichiarazione internazionale dei diritti dei deficienti (ovvero i finti deficienti, i più furbi, i finti ciechi, finti sordi, finti muti e compagnia bella), la cui commissione sostiene la via obesa al nazismo.

(…)

Se ne sentono di tutti i colori, anche un marocchino che ha violentato un cane alla stazione.

Una nuova religione si fa avanti, dove si può incendiare un barbone per gioco, costringere una ragazzina timida al suicidio o sparare a un bambino e ucciderlo “per scherzo”.

(…)

Preannunciati da un grande terremoto, il 14 giugno 2092, nessuno se lo sarebbe potuto aspettare, gli alieni, dopo averci fatto attendere così a lungo, illudendoci ogni volta con vaghi cerchi nel grano, finalmente atterrano in Arizona, unico luogo dove ci hanno sempre creduto!

Sono venuti per partecipare al concorso di poesia inter-galattico, ma tutta la giuria è morta da tempo immemore e tristi decidono lo stesso di rimanere per un po’, stanchi del viaggio.

Non fanno paura come si credeva, anzi, siamo noi che subito li abbiamo lasciati perplessi e spaventati.

Fortunatamente poi visitano alcune cantine, scoprono il vino e decidono di rimanere per sempre. Il mondo diventa una grande osteria: la prima Repubblica monarchica etilica dell’universo, il Panenogastronismo al potere. Un sistema formidabile dove i nobili alieni etilisti eleggono a vita un membro della dinastia reale aliena ed è il regime più libero immaginabile, perché si può pensare tutto quel che si vuole, fare quel che si crede, è sufficiente non mettere in discussione la dinastia, che è molto tollerante e illuminata. La pena di morte è rimasta solo per gli errori di grammatica. Il mondo riconosciuto come un tutto commestibile, ove ognuno è invitato a essere “cibo” per gli altri, messo al bando il dualismo, quanto l’idea di necessità. Semplicemente ci si può finalmente godere la vita, non avendo più da temere che qualche essere umano riprenda il controllo del mondo, almeno per un po’.

I vizi vengono finalmente largamente accettati come innocuo carattere umano; sparati in galassie lontanissime gli ulema, i predicatori televisivi, i dogmatici e i bigotti di tutte le chiese e di tutte le ideologie, insieme a tutti gli urlatori da bar, i puritani, gli assistenti sociali che difendono i padri violenti, quelli che passano davanti in coda, che buttano le cartacce dal finestrino e che parcheggiano in tripla fila il suv o che fanno cagare il cane sui marciapiedi.

Si stabilisce finalmente con rigore scientifico che chi scrive più di quanto legge non è un genio ma un deficiente.

I nazisti obesi vengono sparati nello spazio a più riprese, esplodono finalmente come fuochi d’artificio e si può capire di che cosa sono pieni (ve lo risparmio), il mondo sembra più respirabile senza di loro. Viene voglia di stiracchiarsi per la strada.

(…)

Ultimo perde dunque il lavoro e si accorge di stare molto meglio come disoccupato, prova a fare lo scassinatore per un periodo ma si stufa subito e preferisce andare al mare, tanto più che gli alieni hanno finalmente abolito gli stabilimenti balneari.

Incontra una suora bellissima, che era troppo bella per fare la modella e l’avevano rifiutata a tutti i provini e non le era rimasto che il convento. Nei suoi occhi vede il proprio destino ed è reciproco ed è un miracolo.

La rapisce, si sposano, lei ha riccioli bellissimi al sole e un vestito fatto di tela rossa di paracadute, un paracadute che ha perso un alieno e che lei poverina ha raccolto e usato per farsi l’abito nuziale. Glielo ha cucito una vecchina che, sicura che Dio esista, vive con una gallina che si chiama Biancona. Tutti hanno mangiato tutto quello che hanno trovato, durante l’invasione degli alieni, perché ogni essere umano, conoscendosi, ha avuto molta paura, ha temuto il peggio. Quella vecchina ha salvato la vecchia gallina Biancona, unica gallina sopravvissuta al massacro famelico.

In realtà gli alieni avevano un sacco da mangiare e non volevano uccidere nessuno (credo che abbiano avuto pietà di noi e probabilmente come cibo gli facciamo anche schifo), né intendevano rubare da mangiare a nessuno, anzi di cibo con loro ce n’è sempre stato in abbondanza per tutti, solo si sono innamorati del vino e ne bevono litri su litri e hanno così dato un nuovo respiro alla produzione enologica.

(…)       illustrazione 10

Tutti volevano vivere, scampare agli invasori venuti dallo spazio, ma nessuno sapeva perché.

Neanche Ultimo lo sapeva.

(…)

Ma che senso poteva avere vivere in un mondo senza più un matador?

(…)

Gli alieni ci hanno solo liberato dall’onere di occuparci di noi stessi, tanto non ne eravamo capaci. Hanno finalmente abolito lo stato e la burocrazia, hanno commissariato tutto e hanno detto che la politica non può essere né un dogma, perché va continuamente verificata e provata nella prassi, né una scienza esatta, perché l’uomo non è esatto. Insomma in migliaia di anni gli uomini non avevano capito un tubo.

Finalmente Ultimo si occupa di cose serie: può permettersi di non essere il fantasma dei suoi sogni. Con una comitiva di amici ciclisti gira in macchina a vedere musei di biciclette e fare grandi mangiate, inventando storie assurde da frullare, come questa, nell’illusione di poter far soffrire le parole al posto suo.

La storia dell’uomo non è altro che il naufragio eterno di una barca che porta sempre qualche lettera di salvezza misteriosa, che però è destinata a non arrivare mai.

Dio ci guardi, d’ora in poi, dai personaggi illustri, dalla gloria e dai grandi eventi.

È vivo solo ciò che è libero e libero si sente, profondamente. Colui che non può essere etichettato. Come urlò Etienne de la Boetie, per liberarsi basta volerlo!

Rudolf Fink

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1 commento

Francesco Bonicelli Verrina 8 Maggio 2015 - 23:54

I disegni sono di Patricia Prochazkova. Chiunque voglia scrivermi a proposito del racconto o delle illustrazioni di Patricia, può scriverci a francescobonicelli@gmail.com 🙂

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