di Alfredo Morganti – 5 aprile 2016
“Io sono per non sprecare le risorse che abbiamo e quindi spero che questo referendum fallisca”. Lo ha detto Matteo Renzi, oggi, durante il suo#Matteorisponde (che sembra il titolo di una rubrica di cuori solitari e consigli amorosi sulla vecchia stampa rosa). Ha detto che non intende sprecare risorse, ma nello stesso tempo, visto che si augura il fallimento di una consultazione elettorale, spera si sprechino i 350 milioni serviti per il voto referendario. Un’eccellente contraddizione che ormai non coglie più nessuno, tanto si è poco avvezzi ad ascoltare con la dovuta attenzione quello che si dice sui media. Sui media e sui social, perché in Parlamento non si va più a esporre le proprie posizioni, non è cool, nemmeno quando si dimette un ministro per palese conflitto di interessi, nemmeno quando si battezza ‘strategico’ un progetto talmente aggrovigliato da problemi e inchieste da far paura. Ah, volete sapere quanto sono ‘redditivi’ in termini di royalties pubbliche i pozzi per i quali il governo si sta battendo affinché le concessioni siano rinnovate all’infinito? 350 milioni all’anno circa, dice il Comitato per il Sì. Esattamente quanto ci costa questo referendum, che il governo non ha voluto accorpare alle amministrative e che adesso vorrebbe fallisse. Un anno di royalties ‘sprecate’ nel fallimento auspicato dei referendum. Pari e patta, insomma. Una roba davvero da statisti, non c’è che dire.
