di Mino Dentizzi, 22 ottobre 2017
La Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge sulla coltivazione e l’uso medico della cannabis: 371 deputati hanno votato a favore, 40 contro e 13 si sono astenuti. Contrari sono stati i deputati di Forza Italia e Lega Nord. Ora il disegno di legge passerà all’esame del Senato.
In Italia pochi usi terapeutici della cannabis sono autorizzati in virtù di un decreto del ministero della Salute del 2015, ma ci sono molte limitazioni. In sostanza ciò che si può ottenere in farmacia, dietro prescrizione, sono preparati galenici fatti dai farmacisti che contengono un indice di THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis) intorno al 19-22 per cento.
Il disegno di legge passato alla Camera stabilisce i canoni uniformi per l’utilizzo della cannabis terapeutica su tutto il territorio dello Stato. Garantisce ai pazienti equità d’accesso, sostiene la ricerca scientifica sugli ipotizzabili impieghi terapeutici, e aiuta lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l’assunzione terapeutica della cannabis.
Tutti i medici saranno autorizzati a prescrivere farmaci di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e altri impieghi. Il ciclo terapeutico non potrà superare i tre mesi e nella ricetta dovrà essere indicato dosaggio, posologia e modalità di assunzione. I medicinali per la terapia del dolore a base di cannabis autorizzati dal ministero della Salute saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità.
La competenza di monitorare le prescrizioni è attribuita alle Regioni e alle province autonome, le quali saranno obbligate a fornire all’Istituto superiore di sanità un report annuale con i dati aggregati per patologia, età e sesso dei pazienti sotto terapia di cannabis e dovranno comunicare all’organismo statale per la cannabis il fabbisogno necessario per l’anno successivo.
La coltivazione, preparazione e distribuzione alle farmacie, sarà a carico dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Può essere autorizzata l’importazione e la coltivazione presso altri enti, ma solo se necessario. Per queste attività è previsto uno stanziamento di 1 milione e 700mila euro.
Il ddl prevede anche campagne di informazione sulla terapia del dolore, aggiornamenti periodici per medici e personale sanitario impegnato nella terapia del dolore, e le promozione della ricerca sull’uso appropriato dei medicinali a base di cannabis.
Durante il dibattito alla Camera dei Deputati sono stati bocciati gli emendamenti del Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana che sollecitavano la legalizzazione della cannabis non solo a uso medico, e l’emendamento del M5S che reclamava che i malati potessero coltivare da sé la marijuana.
Il disegno di legge originario prevedeva una più larga legalizzazione della cannabis, ma poi il testo ha subito grandi modifiche durante il suo lungo esame nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali e il testo iniziale è andato letteralmente in fumo. Durante il passaggio in commissione sono stati messa in disparte gli articoli relativi alla legalizzazione, ed è scampato solo l’aspetto riguardante l’uso terapeutico.
Negare la legalizzazione della cannabis è stato un ulteriore atto di ipocrisia del Pd che così permette alla criminalità di continuare ad arricchirsi.
Di fronte all’ennesima occasione persa, infatti, avranno tirato un respiro di sollievo le mafie che controllano il mercato illegale, visto che in Italia si proseguirà a consumare solo la cannabis venduta dagli spacciatori. Mentre chi proverà a coltivare anche soltanto una piantina in casa propria, per consumare una sostanza sicura senza entrare in contatto con la criminalità, continuerà a rischiare fino a 6 anni di reclusione. Una scelta ideologica, bugiarda e nociva che chiudi gli occhi a quanto accade a livello internazionale negli Stati in cui la legalizzazione è approvata: una considerevole diminuzione dei reati, maggiori entrate fiscali, una riduzione dell’uso specialmente tra i giovani.


