LeU: psicodramma candidature e il progetto da costruire

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pina Fasciani

di Pina Fasciani – 25 gennaio 2018

Rischio doppio scacco. Mettere in sicurezza il progetto di LeU.

Le mancate deroghe ai consiglieri regionali e ai sindaci bloccano in molte realtà la possibilità di candidature territoriali alle elezioni del 4 marzo, in tutta Italia.
Una regola assunta da LeU per non svuotare le nostre postazioni nei consigli regionali e nelle città che amministriamo. Nelle città si tornerebbe al voto, qualora il Sindaco fosse eletto, nei Consigli regionali vi è il meccanismo del subentro del più votato successivo di altro partito. Insomma comunque uno scombussolamento che andava valutato. Si è ragionato di dare limitate deroghe solo in casi ritenuti necessari, ma scegliere quali sarebbe stato molto arduo e avrebbe comportato ulteriori problemi di coesione. Per cui niente deroghe a nessuno. Si resta dove si è.

I deputati uscenti da ricandidare, attualmente intorno ai 60, fanno i conti con le possibilità offerte da una lista unica. È formata da tre formazioni politiche Articolo1 mdp, Sinistra Italiana e Possibile, quindi da rappresentare, dall’apertura al mondo civico con candidature prestigiose e rappresentative di mondi , come lo straordinario medico di Lampedusa Pietro Bartolo, Anna Falcone esponente di quel movimento che ha contribuito al successo del NO al referendum sulla Costituzione, la Muroni presidente nazionale di Legambiente e altri .

Secondo le stime aride sui numeri di quei 60 ne porteremo in Parlamento 35 da dividere in tutta Italia. Il 70% dei 60 non saranno ricandati.
La natura pattizia di LeU costringe a delle scelte, dolorose e per molti versi devastanti per due motivi:
perché necessariamente l’equilibrio si trova a livello nazionale, con insito il rischio dei catapultati, in cui i territori contano ma fino a un certo punto (problema che riguarda tutti i Partiti);
perché si tratta comunque di tagliare, vista la consistenza di LeU neonata, lasciando morti e feriti (ripeto: se si fossero fatte le primarie proposte da D’Alema questi rischi sarebbero stati sventati almeno in parte).

Un passaggio per LeU tremendo, che mette a rischio la sua tenuta, registrando un primo scacco.

Il secondo scacco è quello che si rischia se, sull’onda dei malumori suscitati dalle mancate possibilità di candidature territoriali e ricandature dei deputati uscenti, non si riesce a presentare le liste nei vari territori, con abbandoni dei disponibili a candidarsi nei listini e in particolare nei collegi uninominali e abbandoni di LeU in generale da parte della base per scelte calate dall’alto.

Questo secondo scacco sarebbe, secondo me, ancora più devastante. La mancata presentazione delle liste sarebbe una resa e una rinuncia di un progetto politico appena nato e tutto da costruire, ovvero quello di creare un nuovo soggetto politico della sinistra, che si infrange al primo ostacolo, quello delle candidature.

Questo secondo scacco va assolutamente evitato, altrimenti dimostreremo che abbiamo scherzato, che abbiamo abbracciato questo progetto solo per le candidature, importanti certo, ma non ostative per la ricostruzione/costruzione di una nuova sinistra .

Pensiamo a formare le liste, superiamo questo ostacolo, ciò che ci deve guidare è la possibilità di ridare voce ai deboli,ai lavoratori, ai disoccupati, agli emarginati.

I conti si faranno dopo, con un Congresso serio, che definisca il progetto ,i suoi organismi, il gruppo dirigente, le sue regole ora inesistenti.
Allora ci sarà da battagliare per arginare i difetti iniziali, non ora, ora si vota.
Questo è l’inizio, doloroso certo, ma io non abbandono per le candidature, perché se lo facessimo dimostreremmo che siamo come gli altri, un banalissimo partito elettorale. A me francamente questa roba non interessa mi interessa mettere in sicurezza il progetto, perché , come sappiamo gli uomini passano , le idee restano.
#iovotoliberieuguali

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