Mumble mumble grumple

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 8 maggio 2018

Se si va, come sembra con minimo dubbio, ad elezioni tout de suite, M5S e Lega andranno allo scontro fatale per non essere riusciti a stabilire chi prendeva il posto di guida sulla stessa macchina. Chiameranno le masse elettorali a risolvere il busillis per plebiscito. Di Maio o Salvini. Sulla base degli stessi ‘programmi’ del Marzo, peraltro in più punti simili. Oligopolisti incompatibili proprio perchè spaccianti analoghi surrogati.
Il M5S andrà in agguerrita solitudine mentre la Lega dovrà trovare il modo di farsi boccone di Fi. Cosa per nulla scontata. Stante la legge elettorale a base ‘pseudocoalizionale’ e ‘pseudomaggioritaria’, Fi dovrà accettare una ripartizione delle candidature che la ridurrà a mero supporto di Salvini. Perciò farà resistenza e scruterà quel che avviene in casa Pd, per vedere quante carte ha in mano lo pseudomacron di Rignano. Sperando si tiri avanti almeno a fine estate,
Nel Pd si scatenerà la lotta per le candidature, ovvero su chi avrà il potere di condizionarle. Dovrà scegliere se optare per un ipotetico rilancio di un centro-sinistra coalizionale oppure se offrirsi a una solitaria macronizzazione. Scelte improbabili, ma comunque incompatibili.
Il nuovo centro, il terzo incluso pro-sistemico, resta un cantiere aperto ma senza progetto nè materiali. Un aspirante monopolista senza capitale. Anche perchè i più danarosi fra i potenziali azionisti non si fidano a metterci i soldi. La cosa più brobabile è che il nuovo centro si frantumi prima ancora ne sia stato concepito il disegno.
Stessi fumanti sfrigolii in quello che doveva essere il quarto polo. Leu è peraltro in disarmo già dal quattro di Marzo. Ognuno per la sua strada. Chi aspettando il suo Melenchon, chi invocando il partito non più dell’insurrezione ma della resurrezione, chi facendo un nuovo girotondo brancacciante intorno al vanesio, chi propenso a vedere quel che accade in casa Pd e quante chances abbia un zingarettismo derenzizzato.
In questo sfarinamento generale – la destra che deve risolvere i suoi conti in sospeso e l’insostenibile leggerezza del centro, della sinistra, e di qualsivoglia ricombinazione – sembrerebbe che il M5S abbia il vantaggio del corpo solido, Sebbene ha perso lo smalto e già mostra la ruggine sotto la patina dell’innocenza.
Grande è il polverone sotto l’italico cielo.

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