di Alfredo Morganti – 20 giugno 2018
Vorrei capire cosa c’entra la ‘nazione’ con le rotte dei migranti. Dico sul serio. Vorrei capire in che modo alcune migliaia di disgraziati che, in una certa percentuale, muoiono in mare affogati senza soccorsi, possano minacciare i nostri confini, la nostra presunta integrità nazionale, anzi l’esistenza stessa della ‘nazionalità’ italiana. Spiegatemi in che senso casa nostra sarebbe minacciata dai più poveri di tutti. Lo dico perché questo argomento ‘nobile’ emerge in certi ragionamenti ignobili. Da quando i poveri minacciano un intero Paese? Di solito sono gli eserciti, sono i terroristi, sono i capitali finanziari che mandano in crisi gli Stati sovrani, sono le merci globalizzate che inficiano i mercati interni, sono le altre culture che minacciano quelle nazionali o persino regionali, le lingue internazionali a ‘silenziare’ lingue e dialetti indigeni. Un fronte composito, largo, potente. Ma i poveri come possono, quale potenza esprimono? E poi “quanti” poveri: quelle decine di migliaia che tentano il mare su gommoni ridicoli e spesso affondano?
Avviene in realtà il contrario: l’assimilazione culturale, di solito, è operata dalla nazione che accoglie, o meglio dalla cultura globalizzata che GIA’ si è presa in buona parte quella locale. I poveri in arrivo vengono pian piano catturati dai ‘marchi’, dagli stili di vita europei, dai linguaggi e dai gerghi che viaggiano attraverso i media, i social, le tv. Magari i nuovi arrivati trovassero una cultura nazionale viva e vegeta, con cui confrontarsi, com’è sempre avvenuto! In realtà trovano il nulla culturale: espressioni, gesti, modalità comportamentali, mentalità, stili di vita, paradigmi, categorie che di nazionale hanno poco, e che riflettono viepiù flussi simbolici e antropologici che il mercato fa transitare attraverso i confini politici come un vento che spazza via tutto. Se la prima generazione di migranti in parte resiste, la seconda è tutta dentro al nuovo mood globale. Andate in giro, prendete i mezzi pubblici, vedrete tanti giovani che parlano, si muovono, ascoltano, ragionano, si atteggiano, vestono come milioni di altri ragazzi ‘senza orario e senza bandiera’ (cit. New Trolls). Tutti figli di un grande e tentacolare humus occidentale e settentrionale che pervade la linfa culturale del mondo in modo trasversale, e porta via ogni cosa, anche la memoria. Manzoni? È morto? Ma davero? E da quanno?
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Alfredo Morganti – 18 luglio 2018
Numeri
“Nonostante dall’inizio del 2018 il numero di migranti arrivati in Spagna e in Italia sia uguale, nelle acque spagnole si contano 294 morti, in quelle della rotta italiana 1.108. Sono quasi quattro volte di più”. Per inciso, la somma è 1.402 in sette mesi. Repubblica, oggi, racconta la miseria della politica attraverso questi semplici numeri.


