Oggi Giorgia Meloni rilascia un’intervista al Corsera sul caso Gozi, ossia sull’ingresso di quest’ultimo nel Gabinetto Macron. Come saprete la leader di Fratelli d’Italia chiede di togliere la cittadinanza all’ex sottosegretario italiano, con l’accusa di (possibile) intelligenza col nemico. Cita, a questo proposito, anche un caso esemplare, quello dei “famosi accordi di Caen”, che, secondo la ex Ministra, “cedono arbitrariamente pezzi di mare italiano a largo della Liguria, uno dei più pescosi”. “Se n’è occupato Gozi?” si chiede. Adombrando la eventualità che Gozi abbia lavorato per la Francia per tutte le lunghe trattative che avrebbero portato al testo finale di quegli accordi. Ora, la cosa bella è che questi accordi non esistono, se non sulla carta, non essendo mai stati ratificati dal Parlamento. Si dirà: la Meloni si riferisce alla complessa tessitura di quel testo, non alla ratifica finale che, peraltro, non c’è mai stata. Be’, anche in questo caso, la trattativa nata per dare certezza ai confini marini tra Francia e Italia (problema reale) si avviò nel 2006 e terminò nel 2012. Partì insomma col Governo Prodi, attraversò per intero il Governo Berlusconi, di cui Meloni fece parte come Ministro, quindi si chiuse col Governo Monti.
In nessuno di questi casi Gozi fu titolare di un incarico nell’esecutivo. Divenne sottosegretario semmai con Renzi, ma era già il 2014. La firma dell’accordo nel 2015 fu quindi l’atto formale che avrebbe consentito al Parlamento di ratificare o meno l’accordo in questione, come da sue prerogative. La ratifica, peraltro, non è nemmeno avvenuta e, dunque, stiamo parlando del sesso degli angeli. A dirla tutta, Giorgia Meloni, come membro del Governo Berlusconi, ha vissuto molto più da vicino la fase delle trattative rispetto a Gozi, uomo politico incline al cosmopolitismo, certo, ma non per questo reo al punto da vedersi sottratto la cittadinanza italiana! La vicenda, che ho ricostruito grazie a un articolo del ‘Post’ del 2018, chiarisce un aspetto basilare. Una volta si diceva che erano i social a consentire il propagarsi delle fake news, o almeno di un uso un po’ troppo disinvolto delle notizie. Oggi, purtroppo si deve dire che anche i giornali e la TV non scherzano. Nessuno ribatte alcunché alla Meloni sul tema degli accordi di Caen. Così come, peraltro, nei giorni scorsi, furono i media a diffondere per primi la notizia (falsa) che a uccidere il povero carabiniere fossero stati dei nordafricani. Quel che posso dire è questo: siate scettici sempre, siate critici, verificate, non vi contentate di leggere. Ormai sono in troppi ad aprire bocca e a tirare fiato, e pochissimi a farlo notare.


