Ma che vogliono quelli de l’Espresso? Si leggono Damilano e Cacciari e cascano le braccia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

Demenze

Leggo l‘amico Boghetta e lo capisco. Volendo uscire dall’euro per ripristinare la sovranità nazionale costituzionale perduta, ivi compresa l’economia mista, il governo gialloverde costituiva per lui una ‘trincea avanzata’, rispetto alla quale il governo giallorosa che va profilandosi è un arretramento insopportabile. La linea è questa: una sorta di guerra di liberazione nazionale contro l’invasore europeo da condursi assieme alla Lega, per poi regolare i conti fra destra e sinistra una volta ripristinata la sovranità nazionale. Una linea totalmente inconsistente e di inaudita pericolosità ma con una base logica.

Quelli che non si capisce proprio cosa vogliono sono quelli de l’Espresso. Si leggono Damilano e Cacciari e cascano le braccia. La crisi, sostengono, non è di governo ma di sistema, istituzionale, culturale, sociale, civile. Ed hanno ragione. La sinistra è in apnea da un quarto di secolo. E anche su questo hanno ragione, pur tralasciando una analisi storica che è una barzelletta. Quello che non si capisce è come questo ritardo abissale possa essere colmato in un mese di campagna elettorale dove l’unico progetto di uscita dalla crisi di sistema sarebbe quello della destra lego-fascista. Cioè a mani letteralmente nude. Se i rossobruni si avvitano in una fosca spirale nella speranza di trasformare la guerra imperialista in una guerra civile destinata a far trionfare il proletariato, questi sono dei semplici scriteriati.

Se la crisi è di sistema detenere le leve del governo, rese disponibili da un inaudito colpo di culo e da una astrale congiunzione di elementi spuri, è oltremodo cruciale per dare ad essa uno sbocco democratico. Che il feeling con le angustie sociali si produca dall’opposizione è una idiozia totalmente inattuale. A meno di considerare il governo un male in sè. Una forma di infantilismo bakuniniano. Del resto lo stesso Salvini ha costruito la sua onda consensuale proprio dall’alto del governo. Non si capisce perché buone politiche di governo non possano aiutare a integrare politicamente la società.

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