Ennesima campagna elettorale di Matteo Salvini in Emilia Romagna, batte tutte le piazze con a fianco la candidata Lucia Borgonzoni. Solo che oggi ha Bologna il leader della Lega si è trovato di fronte una amara sorpresa: un gruppo di giovani sul web hanno invitato a partecipare a una pacifica manifestazione in opposizione a Salvini in piazza Maggiore e in poco tempo un numero impressionante di persone si è ritrovata allegramente nella piazza, viene letta una strofa della canzone “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla, che viene poi diffusa tramite gli altoparlanti. In chiusura, il coro è: “Bologna non si lega” (video). Il commento degli organizzatori “Le stime le lasciamo a Salvini, ma di sicuro siamo più dei leghisti al PalaDozza”.
e il commento di Fausto Anderlini
Piazza Maggiore questa sera. Il flash mob spontaneo ed autoconvocato ha ampiamente superato il confronto. Un ingaggio clamoroso. Un sussulto civico di straordinaria vitalità. Che parte dalla città e che ha nelle città il proprio invaso energetico. Nel grande ciclo del socialismo furono le campagne a penetrare nelle città e a conquistarle. Ora la situazione si è rovesciata. Dalle città bisogna riconquistare il territorio. Con un progetto sociale che suturi la frattura e costruisca una società socialmente ed ecologicamente equilibrata. Bologna democratica civile e antifascista non molla.
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Ecco il resoconto de “Il Fatto Quotidiano”
“Bologna non si Lega”, il flash mob delle “sardine” riempie pacificamente piazza Maggiore per dire no a Salvini: “Siamo liberi”

“Non ci arrendiamo – dice Tiziana – mio padre era un partigiano e i bolognesi resistono”. Uno degli organizzatori prende la parola: “Questa è vita reale – dice -. E’ Bologna. La democrazia è sotto attacco ma non illudiamoci che qualcosa cambi se non alziamo neanche un dito”. “I nostri avversari – grida – giocano sporco, hanno fiumi di soldi che nessuno sa da dove arrivino e avvelenano sui social la vita democratica del Paese. L’appello di noi ‘poveri quattro cristi’, però, ha raggiunto risultati che Salvini riteneva impossibili e tutto in sei giorni. Siamo più di loro”. La folla li acclama e intona di nuovo lo slogan ‘Siamo tutti antifascisti’.


