Un giorno, tra molti anni, quando ricorderemo cos’è stata la Lega, racconteremo queste ultime 36 ore con un misto di imbarazzo e repulsione.
Ricapitolando.
Mercoledì sera, ore 23.
Al termine di una giornata di ordinarie figuracce, dopo aver proposto di scendere in piazza a protestare nel pieno di una pandemia, senza essere seguito neanche da suo cugino, dopo essere stato persino scavalcato dalla Meloni che, senza troppo girarci intorno, ha marciato su Palazzo Chigi, Matteo Salvini, disperato, ha un improvviso colpo di genio: “Occupiamo il Parlamento ad oltranza.”
E allora ecco che la “Bestia” raduna una cinquantina di poveri diavoli, con gli occhi a mezz’asta per il sonno, la mascherina mezza storta, li mette davanti a un obiettivo per i selfie di rito, e a chi chiede perché li hanno fatti venire lì in piena notte, in quel luogo oscuro e sconosciuto, con ancora il pigiama indosso, gli viene detto con modi spicci: “Troppe domande. Fate la faccia seria e attaccate il governo”.
Salvini tuona su Facebook: “Resteremo qui fin quando Conte non avrà dato risposte agli italiani.”
Poi, una volta chiusa la diretta, il “capitano” dei rivoltosi è andato a dormire a casa sua, lasciando i suoi uomini sui divanetti del Transatlantico e ripresentandosi fresco e docciato la mattina succesiva, alle 9 meno un quarto, giurando battaglia al governo.
Infine, dopo un’altra mezza giornata di sproloqui, sbadigli, proposte deliranti e la solita sequela di insulti gratuiti, Salvini ha annunciato il rompete le righe con un discorso tra l’epico e il patetico: “Timidi segnali del governo su Fase 2. Torniamo a casa.” “Ma, senza fatti concreti, torneremo” ha minacciato, scatenando il panico tra gli inservienti del Senato.
È finita così, al termine dell’occupazione più goffa e sgrammaticata (in tutti i sensi) della storia repubblicana, la protesta della Lega.
E c’è ancora gente che prende sul serio questi cazzari da bar travestiti in giacca e cravatta.
Signore e signori, la Lega. Spiegata in 36 ore. Ecco a voi l’opposizione costruttiva.
Che tristezza.
Ps di Lorenzo Tosa: L’uomo in alto a destra, senza mascherina, con la testa apparentemente pesantissima, sorretta dalle mani, lo sguardo che implora pietà, è la fotografia perfetta della protesta leghista. Indimenticabile.


