Fonte: peopleforplanet.it/
di Gianmarco Bachi
Caro Mentana, in Lombardia c’è stata un’evidente assenza di strategie relative alla gestione del territorio in un contesto in cui la sanità pubblica e la medicina territoriale sono state da molti anni trascurate e depotenziate. La gestione confusa delle Rsa ha prodotto diffusione del contagio e un triste bilancio in termini di vite umane. La mancata fornitura di protezioni individuali ai medici del territorio e al restante personale sanitario ha determinato la morte di numerosi di essi e la probabile e involontaria diffusione del contagio.
Per non dire della mancanza di dati sull’esatta diffusione dell’epidemia, legata all’esecuzione di tamponi solo ai pazienti ricoverati e alla diagnosi di morte attribuita solo ai deceduti in ospedale.
Ora… Prima che dia del coglione anche a me, sappia che questi giudizi impietosi (ma ce ne sono anche di peggio) non li ho formulati io. Mi sono limitato a fare un copia incolla dalla lettera aperta della Federazione dell’Ordine dei medici lombardi diffusa qualche settimana fa. Le suggerisco perciò di rileggersela, prima che proprio i medici della Lombardia possano legittimamente pensare che ha dato dei coglioni pure a loro.
Cordialmente, da un modestissimo collega che non simpatizza per Ricciardi nè per gli altri soggetti da lei citati. E da un milanese che nell’epidemia ha perso amici e familiari come molti altri. E proprio per questo non sopporta la facile e intollerabile retorica della regione martire.
Intervista del fondatore di Emergency a Propaganda Live 11 aprile
Gino Strada, fondatore di Emergency, ha rilasciato un’intervista a Diego Bianchi “Zoro” nel corso della trasmissione Propaganda Live in onda su La7.
Ecco cosa ha detto:
Primo errore: non proteggere gli ospedali
Ci sono stati degli errori politici evidenti nella gestione della crisi per il coronavirus.
Da medico credo che il primo errore sia stato quello di non proteggere gli ospedali, il luogo dove i cittadini possono curarsi, vincere le malattie. Se un ospedale si infetta non è più in grado di curare, anzi diventa il luogo di sviluppo della malattia. E allora l’ospedale non solo non è più in grado di curare i malati di coronavirus, ma non è in grado di curare tutti i malati, i cardiopatici, i diabetici, chi ha bisogno.
Altro che “Modello Lombardia”! Alzano Lombardo e le case di riposo
Quando assistiamo a fenomeni come quello dell’ospedale di Alzano Lombardo, non dimentichiamo che la Lombardia ha avuto circa la metà dei morti italiani e che i morti italiani sono circa il 25% dei morti nel mondo, non ci si può esimere da una riflessione su chi ha gestito la sanità in Lombardia negli ultimi 20 anni. Gli stessi che l’hanno gestita, ora cercano di apparire come i salvatori, gente che ha la situazione in mano. È la gente invece che ha devastato la sanità pubblica italiana, altro che “Modello Lombardia”!
Pazienti sono stati lasciati morire nelle case di riposo senza nessuna umanità, senza nessuna pietà e questo credo che sia moralmente, prima ancora che giuridicamente, un crimine.
Ospedali lottizzati in Lombardia come neanche la camorra sarebbe riuscita
In Lombardia gli ospedali sono stati lottizzati in un modo che perfino la camorra non sarebbe riuscita a fare in modo così esteso e puntuale. Spero che i cittadini escano da questa esperienza con gli occhi un po’ più aperti, al di là della propaganda politica che trovo in particolare in questo momento nauseante.
Ci sono alcuni che vogliono proporre degli emendamenti alla legge in discussione in parlamento che tolgano ogni responsabilità ai dirigenti degli ospedali.
Emergency a Bergamo
Stiamo gestendo un nuovo reparto di terapia intensiva a Bergamo, in collaborazione con i colleghi medici bergamaschi, anche se tra molte difficoltà. È più facile aprire una cardiochirurgia in Sudan che un posto letto in Italia. In Italia ci sono difficoltà in parte burocratiche, in parte politiche e questo mi spiace molto da medico e da cittadino italiano. Stiamo dando una mano come tanti.
Sono ottimista sul futuro
Per il futuro sono molto ottimista, intanto vedo che in Italia si sta sviluppando un’enorme solidarietà, un nuovo virus positivo, poi sono convinto che si diffonderà la consapevolezza che siamo tutti nella stessa barca, che non ha senso escludere nessuno. Il pensare in questi termini, uscendo dal proprio particolare, dà fiducia.

Fontana ancora il 23 maggio 2020 – da Globalist
Fontana difende l’indifendibile: “Nessun errore della Lombardia sul Covid”
Incredibile a dirsi, ma Attilio Fontana non è disposto a prendersi nessuna responsabilità per la gestione dell’emergenza in Lombardia. Anzi: per il Presidente della Regione non c’è stato “nessun errore” e “la mancata istituzione di una zona rossa nei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo è stato uno sbaglio che non può essermi contestato”.
“Nella settimana dal 4 al 7 marzo ci sono state parecchie interlocuzioni con il ministro Speranza e con il presidente del Consiglio Conte. Arrivarono nella Bergamasca anche carabinieri e militari, poi non so cosa sia successo. Invece della zona rossa che noi chiedevano venne creata la zona arancione in tutta la Lombardia” ha detto Fontana.
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, “ha sbagliato” a sostenere che la Regione avrebbe potuto istituirla: “Esiste una valutazione giuridica di Sabino Cassese, che parla di iniziativa nelle mani del governo e quest’impostazione è stata confermata dalla direttiva del ministro dell’Interno ai prefetti”, continua Fontana.
Nessun errore neppure nell’ordinanza regionale che chiedeva il trasferimento di pazienti Covid nelle Rsa. “Alla nostra richiesta hanno aderito solo 15 strutture sulle 708 che ci sono in Lombardia. E ormai è noto che i test sul sangue, eseguiti con l’Avis, raccontano come il virus circolasse già a gennaio. In ogni caso, se c’era un protocollo preciso per le Rsa, dove abbiamo sbagliato?”.
E alla domanda sul trasferimento al Pio Albergo Trivulzio di persone dimesse dall’ospedale di Sesto San Giovanni Fontana risponde che “il Pat è una grossa struttura e questi degenti sono andati in uno dei tanti reparti”.
Lorenzo Tosa – 23 maggio 2020
“0,51 vuol dire che per infettare me devo trovare due persone infette nello stesso momento.”
No, caro Gallera, vuol dire che per infettarne 100.000 basta trovare due persone inette nello stesso momento.
Purtroppo è esattamente quello che è accaduto in Lombardia. E se qualcuno osa anche solo criticarli, ti dicono che ci vuole “rispetto”. Rispetto!
Ma cosa devono fare ancora questi per essere costretti a dimettersi con effetto immediato da ogni carica politica, amministrativa o sanitaria esistente in questo Paese?
-.-.-.-
Lorenzo Tosa – 22 maggio 2020
Salvini: “Ricciardi? Schifo e orrore per morti usati per propaganda politica.”
Davvero? Sicuro, sicuro?
Ma è lo stesso Salvini che, il 18 agosto 2018, a Genova, da ministro degli Interni, si metteva in posa per i selfie al funerale delle 43 vittime del Ponte Morandi?
Lo stesso che, il 7 ottobre 2019, dichiarava dopo l’ennesima strage nel Mediterraneo:
“Questi morti sono figli del buonismo, del ‘c’è spazio per tutti’, dei porti aperti, del rinnovato entusiasmo degli scafisti”?
È la stessa persona che, il 22 febbraio scorso, pochi minuti dopo la notizia della prima morte in Italia per Covid-19, si è lanciato su Twitter: “Una preghiera per la prima vittima e un pensiero alla sua famiglia. Forse ora qualcuno avrà capito che è necessario chiudere, controllare, blindare, bloccare, proteggere?”.
Lo stesso leader moderato, sobrio e rispettoso che, il 29 marzo scorso, tra un attacco al governo e l’altro, recitava l’Eterno riposo dalla D’Urso, per i morti del Coronavirus.
Allora, chi è che sciacalla sui morti?
Un parlamentare semplice che denuncia le gravissime responsabilità di una giunta, di un partito e di un intero modello politico e sanitario fallimentare che gestisce la regione più colpita al mondo dal Coronavirus?
Oppure il leader di un partito e un ex ministro che i morti li ha sempre usati per selfie, tweet e persino preghiere in prima serata?
La realtà è che a Salvini i morti in politica non disturbano affatto. Anzi.
Purché portino voti a lui.
Ecco cosa fa davvero “schifo e orrore”.


