Il rimpastino
Seguendo la 7, dal Mentina alla Gruber, coi loro illustri ospiti, ho imparato questo. Che Conte e Gualtieri non hanno alcun merito nell’indirizzo europeo. Tutta roba che arriva dall’alto, per intercessione di Gentiloni. Come la manna. E che comunque è tutto da vedersi, perchè in autunno, prima che la manna tocchi terra, ci saranno imponenti rivolte popolari. Allora il governo andrà a sbattere, e per salvarsi avrà una unica possibilità: fare un rimpasto chiamando dentro Calenda e i suoi amici.
Semplifico, ma dico il vero. Dopo mesi e mesi rabdomantici nei quali la domanda di rito all’odg era sempre la stessa (le piace Conte ? Come se la cava Conte? Quanto è trasformista Conte ? Quanto è legato alla seggiola ? Quando cadrà il governo Conte?) e dopo avere invocato invano con tutti i riti sciamanici a disposizione Draghi e l’unità nazionale, sembra che una luce si intravveda in fondo al tunnel giallo-rosso. Il rimpasto, finalmente qualcosa di digeribile, nel mentre i nuovi astri Bonaccini e Zaia scaldano i motori. Su un sidecar. Col casco in pelle e gli occhiali.
Una televisione di merda, ma simpatica. Involontariamente comica, come gli animali. E che proprio per questo si fa guardare. Per l’immediata sensazione di superiorità che lo spettatore si vede conferita. Non informazione ma narrazione. Propaganda live. Dammi l’ano che te lo infilo. Secondo un unico canovaccio. A recitare sedicenti esperti e opinionisti armati di grande sicumera. Un branco di balordi. Che a confronto i dibattiti nelle sezioni del Pci frequentati da gente con la quinta elementare, e anche meno, erano simposi sapienziali.


