Errori di superficialità o di presunzione che hanno reso il virus più letale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Errori di superficialità o di presunzione che hanno reso il virus più letale

A proposito del fatto che il virus non esiste e che ci sarebbe un complotto per il quale la sinistra, Bill Gates, le scie chimiche e i vaccini al mercurio sarebbero alleati tra loro e nemici del popolo, dalla Svezia spiegano che se tornassero indietro non adotterebbero la stessa strategia dell’apertura. Questo per due ragioni: hanno l’indice di mortalità da Covid più alto, il PIL è crollato comunque del 7%.

Il virus insomma c’è stato, c’è, i morti sono morti davvero e la realtà vera non è quella complottistica che raccontano alcuni scombiccherati o la destra-destra. Il pentimento svedese è il segno che il mondo non può essere lasciato nelle mani degli sconsiderati, dei superficiali o peggio di chi, come Bolsonaro, non sembra preoccupato che a morire siano i più poveri e i più indifesi. Tanto prima o poi si deve morire, pare abbia detto.

-.-.-.-

La Svezia ammette di aver sbagliato risposta al coronavirus

L’epidemiologo Tegnell: se incontrassimo la malattia con ciò che sappiamo oggi staremmo a metà strada tra quello che abbiamo fatto noi e le decisioni del resto del mondo

di R.Mi. – Il Sole 24 Ore

Con il senno di poi, la Svezia adotterebbe una strategia differente di risposta al coronavirus. Lo ha ammesso, per la prima volta, l’epidemiologo Anders Tegnell, ossia il principale artefice della decisione di lasciare aperto il Paese, senza restrizioni che non fossero consigli al distanziamento. Il tasso di mortalità in Svezia è tra i più alti al mondo – 43 per 100mila abitanti – e Danimarca e Norvegia la scorsa settimana hanno riaperto le frontiere escludendo rigorosamente i vicini svedesi.

Le dichiarazioni alla Radio svedese
«Se dovessimo incontrare la stessa malattia con la conoscenza che abbiamo oggi – ha detto Tegnell in un’intervista alla radio svedese – credo che la nostra risposta si collocherebbe a metà strada tra quello che ha fatto la Svezia e ciò che ha fatto il resto del mondo». Il Governo di Stefan Lofven ha demandato all’epidemiologo la risposta ufficiale alla pandemia. Uffici, luoghi di lavoro, negozi, palestre, ristoranti e scuole (per i ragazzi fino a 16 anni) non sono stati chiusi. Sono invece stati vietati gli assembramenti con più di 50 persone. «C’è spazio per un miglioramento rispetto a quello che abbiamo fatto» ha dunque ammesso il medico. Il Governo ha risposto all’opposizione che verrà istituita una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia.

L’economia è comunque andata in crisi
Il problema ulteriore è che l’aver tenuto aperto il Paese non è servito a limitare le conseguenze economiche della pandemia. Il ministro delle Finanze, Magdalena Andersson, di recente ha stimato che in Svezia il Prodotto interno lordo avrà un calo del 7 per cento, certificando una recessione in linea con il resto d’Europa e una crisi che non si era mai verificata dal secondo dopo guerra.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.