Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il Covid e le libertà. Ma cosa siamo diventati a sinistra?
Lasciamo stare quelli di destra, per i quali si potrebbe combattere il virus comportandoci come ci pare e che, nel migliore dei casi, sono infastiditi dalle minimali limitazioni dei comportamenti decise dal governo oppure negano recisamente l’esistenza stessa del virus o la sua effettività pericolosità. Concentriamoci, invece, su quelli di sinistra, che si vedono intaccati nelle loro libertà fondamentali solo perché non possono fare quel che vogliono alla faccia di tutto e di tutti. Ma da quando mettere una mascherina, distanziarsi, curare l’igiene, evitare assembramenti specialmente al chiuso costituisce un attentato alle libertà? Ma che idea avete della libertà?
A me non pare, invece, che il governo abbia mai intaccato le libertà fondamentali, quelle per le quali ci si è sempre battuti e che costituiscono l’essenza stessa di una democrazia moderna (libertà di parola, di informazione, di espressione del proprio pensiero). Se si fa cagnara perché in casa non si possono invitare 20 persone e fare feste al chiuso, mi pare che si stia davvero perdendo il senso e la misura delle cose. E che le “libertà” a cui si tiene davvero sono soltanto quelle individuali legate al consumo, ai godimenti personali correlati al benessere, nonché l’aspirazione a una vita sociale ridotta a spazio privatissimo di gesti e comportamenti, quanto più distante dallo spazio sociale del dibattito pubblico e dell’impegno personale, e dall’orizzonte collettivo della vita pubblica.
Invece di preoccuparsi delle feste di compleanno o delle grandi ammucchiate parentali, si preoccupino del fatto che il 75% dei contagi avviene in casa, perché l’asintomatico nelle mura familiari non trova nessun tipo di barriera alla diffusione del virus. Sarebbe da pazzi far finta di niente, solo perché qualche liberal è disgustato da un ragionevole provvedimento del governo. Non volete il lockdown? Ebbene, aumentare i riguardi mi pare allora doveroso. Anche a costo di turbare quella sensibilità di consumatore e di gaudente che alberga come un vizio assurdo in tanti di noi anche in epoca di pandemia.


