Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Premesso che col tempo sono venuto convincendomi della opportunità dell’obbligo vaccinale per ragioni più volte descritte anche qui sopra;
Premesso che il carattere sperimentale del vaccino non è più (se mai lo è stato) un argomento particolarmente credibile vista la sua diffusione su larghissima scala (miliardi di persone) e le verifiche delle autorità e istituzioni sanitarie preposte;
Premesso che permane un margine di indeterminatezza sul significato del termine “obbligatorietà” potendo esistere una sua applicazione “assoluta” (di fatto irrealizzabile, nel senso che non puoi inoculare il vaccino coi carabinieri) oppure “relativa” (dove l’obbligo se non rispettato dovrebbe prevedere delle sanzioni di ordine amministrativo o connesse alla possibilità di svolgere determinate attività compresa la frequenza di luoghi pubblici e posti di lavoro);
Premesso che con decreto a decorrenza 1° aprile 2021 già vi sono lavoratrici e lavoratori per i quali il vaccino è obbligatorio (medici, infermieri, personale sanitario);
Premesso che il Green Pass (ora in via di estensione a una serie di categorie professionali e tipologie di cittadini) è da intendersi come uno strumento teso a convincere il più alto numero di persone della necessità di vaccinarsi al fine di preservare la salute propria e quella degli altri;
Premesso che siamo al secondo anno di una pandemia e dal Medioevo in avanti (forse pure prima) in presenza di una pandemia giocoforza si debbono assumere una serie di misure (logistiche, comportamentali, limitanti della mobilità, forzosi isolamenti e quarantene, igieniche e di distanziamento) tutte obbligatorie se lo scopo è ridurre la diffusione dei contagi e uscire dall’emergenza sanitaria prodotta;
Chiedo:
Quale argomento fondamentalmente rende l’obbligatorietà preferibile a uno strumento come il Green Pass (nell’immediato più rivolto a favorire un convincimento dei singoli tramite una valutazione oggettiva del rapporto costi-benefici della vaccinazione)?
Intendiamoci, conosco l’argomento che dice: “sia lo Stato ad assumersi onere e responsabilità della scelta: se vara un decreto o una legge per l’obbligo tutti ne prenderanno atto e si comporteranno di conseguenza, ma finché non lo fa non può scaricare questa responsabilità sui singoli cittadini o sulle forze sociali o le categorie economiche o i docenti universitari etc.”.
Lo conosco (questo argomento), ma per quanto mi applichi non riesco a trovarlo convincente, cioè può darsi che se non si raggiunge entro metà ottobre la percentuale dell’85-90 per cento di italiani vaccinati il governo sceglierà la via dell’obbligatorietà, e però mi ostino (in buona fede, giuro) a non capire per quale motivo anche da dentro la maggioranza che sostiene il governo si consideri quella soluzione preferibile rispetto a un percorso graduale teso a convincere la stragrande maggioranza della popolazione che non è in atto una campagna persecutoria contro qualche minoranza, semplicemente si vorrebbe lasciarci tutti questa pagina buia alle spalle.


