Bereshit barà Elohim et ashamaim veet haaretz LA PAROLA CREATRICE

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

Bereshit barà Elohim et ashamaim veet haaretz

LA PAROLA CREATRICE

  Questo articolo continua il precedente dei ”sussurri”, ovvero ciò che gli astronomi ascoltano quando riescono a captare i brevi segnali della coalescenza di due stelle di neutroni che stanno formando un buco nero a distanza straordinaria. Dicevo che la coscienza ha raggiunto solo il minerale, e quello che ivi risuona non sono suoni di un linguaggio ma rumori, ivi la materia crepita e strepita. Il Mondo minerale, e qui uso una figura retorica, comincia a padroneggiare gli stessi esseri umani. Siamo comunque tutti entusiasti e grati per quelle notizie, quando ci dicono che sono stati ascoltati i primi “sussurri” grazie alla combinazione di laboratori, gruppi di ricerca e tecnologie di avanguardia.

Le cose però divengono manifeste quando apprendiamo correttamente a leggere ciò che a prima vista può apparire insignificante.

Solamente il puntino completa la vocale “i” sebbene quello che è sotto di esso ne costituisca la parte principale. Se ci afferriamo solo ai risultati vedremo in essi solo l’aspetto prevalente e manifesto ma non ne comprenderemo il significato completo.

A me quel gracchiare per brevi istanti, quei rumorini che ricordano una breve nenia sussurrata, mi sembrano una grossolana caricatura di quanto possa immaginarmi relativo alla Parola Creatrice. Va senza dire che sto parlando apertamente della Creazione del Mondo ad opera di entità spirituali. E mi sento animato a parlarne in brevi accenni richiamando alla mente almeno una parte del contenuto e dell’atmosfera che viveva nell’anima del antico discepolo ebraico al suono delle parole Bereshit barà Elohim e ashamaim veet haaretz. Esse vengono tradotte comunemente dicendo: Nel principio gli Dei crearono i Cieli e la Terra.

Tutto un mondo si schiudeva allora con quei suoni e quelle parole. Possiamo solo superficialmente esprimerci in immagini che non devono essere scambiate con descrizioni di fatti o eventi fisici, e bisogna essere coscienti che si ha a che fare con un mondo completamente diverso da quello familiare alla nostra coscienza moderna.

  Le scienze che vogliono risalire alle origini partendo solo da concetti presi dal mondo sensibile, non possono arrivare ai primordi dell’esistenza, perchè tali primordi sono radicati in quella soprasensibile e da essa emanano. E dato che le scienze materiali escludono la conoscenza soprasensibile, vagano nel vicolo cieco delle loro misurazioni e congetture ardite. Il modo di osservazione basato solo nei fatti dei sensi fisici non può arrivare a conclusioni che abbiano a che fare con l’origine reale della Terra, del sistema solare e del Cosmo. Non dobbiamo considerare solo i processi materiali dell’evoluzione terrestre ma principalmente le cause spirituali soggiacenti.

Facciamo un semplice esempio. Se ho di fronte una persona che alza il braccio, questo può motivare in me due forme di osservazione. Posso indagare il movimento del braccio e della mano da un punto di vista meccanico e geometrico; oppure posso concentrare l’attenzione su ciò che accade nell’anima della persona quando si propone il gesto, lo “pensa e lo esegue”. Quando pensa e si rappresenta quel che vuole, in qualche modo “esce” dallo spazio; poi alza la mano e il braccio e vi ritorna. Quel pensiero iniziale si è ora materializzato, e qualcosa è cambiato nel mondo degli oggetti. Qualcosa che prima non c’era e ora è lì, il braccio alzato per seguire nell’esempio.

Ecco, questo semplice fatto illustra un po’ la dicotomia tra la scienza materiale che descrive e congettura astrattamente vs. la realtà del divenire cosmico, fatto di intenzioni e atti volitivi degli Dei creatori. Con linguaggio enfatico Eduard Shurè diceva che gli Dei pensano in modo completamente distinto dal nostro. I pensieri dell’essere umano sono immagini, ma i pensieri degli Dei sono esseri vivi.

Le parole iniziali della Bibbia sono Bereshit bara’ Elohim.

Bereshit racchiudevano un significato complesso e triplice: nell’anima di un antico saggio ebreo erano dei suoni atti a generare possenti immaginazioni. Il suono della prima lettera bet richiamava alla mente l’operare nella materia, resh evocava il volto delle entità spirituali, e il terzo suono shin era la forza che tendeva ad uscire dall’interiorità per manifestarsi. Quindi, un “involucro” intessuto dei più sottili elementi ignei, aeriformi e fluidi, una spiritualità che così si manifesta e in un certo senso ci guarda e spunta fuori dall’elemento sopra sensibile per riversarsi nella materialità.

La seconda parola barà evocava il pensare cosmico, l’ideare, generalmente tradotto con creare. Ora però immaginiamo quell’ideare che immagini due cose diverse, come quando una persona si sveglia e tramite la riflessione interiore è pervasa da un lato da una rappresentazione, da una idea, e dall’altro da un desiderio, qualsiasi cosa possa volere in base alla sua inclinazione.

Abbiamo quindi un elemento di natura rappresentativa e un elemento di desiderio, di natura volitiva.

In luogo dell’anima umana individuale che riflette su sé stessa, trasferiamoci ora con l’immaginazione e il sentimento a quei momenti quando agiscono le entità che la Bibbia chiama Elohim, una pluralità di esseri che in modo analogo suscitano dalla loro interiorità due cose, una puramente rappresentativa e un’altra di desiderio. La prima si esplica verso l’esterno, appare all’esterno, e la seconda ha natura di desiderio e vive per attività interiore. Quindi gli Elohim riflettendo creano verso l’esterno e sono attivi interiormente.

Abbiamo in seguito nell’ashamaim l’immagine che ha carattere di pensiero, e nell’ haaretz di volizione e quindi la separazione del Sole dalla Terra. Nell’ashamaim abbiamo indicati gli elementi spirituali di luce, suono e parole, mentre nell’haaretz predominano gli elementi spirituali di calore, aeriforme e liquido. Poi abbiamo l’organizzarsi di haaretz a seguito delle irradiazioni di ashamaim e la creazione della figura umana dalla parola creatrice.

A ciò possiamo solo accennare in uno studio così breve.

Quindi è necessario riferirsi agli stati elementari o eteri di cui si sono serviti gli Elohim. Per fare un esempio, nella nostra esistenza attuale terrestre, cominciamo col solido e passiamo al liquido, al gas e infine all’elemento di calore. Questi sono gli stati per così dire più densi in ordine decrescente. Se procediamo troviamo stati più sottili detti stati eterici. Fra di essi abbiamo per primo l’elemento della luce, l’etere di luce. Quindi, se dal calore scendiamo nel più denso ad esso vicino, arriviamo all’aeriforme, ma se invece saliamo di un gradino arriviamo alla luce.

Procedendo ancora in su dall’etere di luce abbiamo uno stato eterico ancora più sottile, qualcosa che non è dato direttamente nel nostro mondo sensoriale, ma di cui abbiamo solo un riflesso. Le forze contenute in questo etere più sottile sono le stesse che regolano l’ordinamento chimico, il compenetrarsi delle sostanze. Lo spazio ne viene in sé differenziato, strutturato, attraversato da forze più sottili delle forze di luce. Basti pensare alle figure di Chladni che si formano quando un archetto vibra in vicinanza di un disco su cui è cosparsa della sabbia finissima. Quello che il suono sensibile fa della sabbia avviene nello spazio che ci circonda. Queste forze nel piano spirituale rappresentano ciò che è il suono nel mondo dei sensi.

Si parla allora di etere chimico o del suono, un elemento sottile che contiene le forze che differenziano, separano e combinano le sostanze. Il suono sensibile percepito dall’orecchio è una sua espressione esteriore passata attraverso l’aria.

C’è ancora un altro etere che segue in alto l’etere del suono.

  Dall’elemento liquido possiamo discendere all’elemento solido essenziale per la vita. Contemporaneamente, dal lato superiore dove arriviamo se dall’etere suono saliamo ad un elemento ancora più sottile? Per arrivare a questo stato superiore, dobbiamo considerare quello che fa sì che il suono diventi parola significativa, quello che compenetra il suono emesso dalla bocca e lo rende parola. Se ci concentriamo su quello che rende il suono emesso dalla laringe una parola piena di significato, si ottiene una immagine di un elemento eterico ancora più sottile, intessuto nell’etere del suono e che dà senso al suono ordinatore: la parola fluttuante attraverso lo spazio.

Tale parola che fluttua nello spazio differenziato e strutturato dall’etere del suono è l’origine della vita, è reale vita operante. Tale etere lo chiamiamo etere di vita.

Ne abbiamo anche un riflesso nell’alfabeto. Il tono musicale è in sé stesso come un elemento estremamente fluido, e questa fluidità viene conservata nelle 5 vocali. Ma con un linguaggio costituito solo di vocali saremmo in grado di esprimere sentimenti, ma non pensieri. Per essere portatrice di pensieri basati sul suono, la parola umana ha bisogno delle consonanti, che rappresentano in un certo senso l’elemento solido in esso.

Appunto, l’etere di vita.

La nostra eccellenza come esseri umani sta nel far risuonare nella parola ciò che vive nel nostro intimo, di comunicare il pensiero con la parola. L’essere umano non solo esprime in parole il proprio dolore o piacere, ma anche esprime in parole e in pensieri quanto trascende la propria vita personale, ciò che è spirituale.

Vi fu un tempo in cui non esistevamo ancora nella forma attuale. Il nostro mondo iniziò con esseri muti e solo gradualmente apparvero individui capaci di esprimere all’esterno le esperienze intime, dotandosi di parola.

Ma ciò che dall’essere umano si sprigionò per ultimo, nel mondo stesso esistette per primo. La possibilità di quella evoluzione si deve al fatto che quanto in lui si manifestò da ultimo, il principio creativo esisteva fin dal principio in una realtà superiore. Ciò che poi andò sprigionandosi dall’anima era all’inizio il principio creatore divino. Il Logos era al principio e il Logos stesso ha diretto l’evoluzione in modo che apparisse un essere in cui potesse manifestarsi.

 Ciò detto, e per concludere, ci si può chiedere: che cosa corrisponde alle Entità che intervengono nell’evoluzione terrestre ma avversano la Creazione? Abbiamo delle indicazioni in tal senso? Ovvero, possiamo individuare segni spirituali partendo da semplici osservazioni? Sono forse le qualità dell’inganno, della freddezza, dell’illusione, della caricatura? Qui dobbiamo essere cauti ma di mente aperta. Qualche idea però la abbiamo. Anche se appare sconcertante che possano metterci in ridicolo mentre portano avanti il suo piano.

Se è nella natura delle entità avversarie mantenere l’essere umano nella illusione, non sanno rinunciare a firmare i loro interventi nell’Evoluzione.

La elusività, il non farsi riconoscere, l’opacità sono il segno e la firma delle entità avversarie, ma solo allo sguardo distratto e superficiale e sotto gli effetti degli incantesimi. I segni ci sono, per chi sa vederli.

La loro presenza è fin troppo evidente quando ci si vuole convincere che nei movimenti meccanici e negli urti si ritroverebbe la nostra origine, invitandoci a contemplare quei rumori. Quella strizzatina d’occhio a me appare una oscena caricatura della Parola Creatrice e la firma inequivoca.

Sarebbe comunque inutile ribellarsi contro tutto quello che la tecnologia ci offre. Ma non dovremmo passare la vita in uno stato di sonnolenza cognitiva rispetto agli agenti che hanno marcato la storia spirituale. Dai segni li riconosciamo.

In un articolo precedente* affrontavo altre caricature ed altre firme delle Entità avversarie.

FILOTEO NICOLINI

* https://www.nuovatlantide.org/caricatura-e-sarcasmo-nellevoluzione-i-segni-da-cogliere/ Cose dall’altro Mondo

Studio basato sull’Antroposofia di Rudolf Steiner

Immagine: Mefistofele e Faust

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