Abbiamo assistito alla noiosissima conferenza sul tema “I giudizi non hanno colore” dove si è ribadito per un ora la stessa frase. Chi affermasse il contrario, sarebbe preda di delirio o matto da legare. Ma l’ascolto ripetuto può produrre anche qui un capovolgimento radicale, una totale inversione fino a divenire ” I giudizi hanno colore”. Possiamo farcene una ragione con una riflessione.
Che cosa sono diventati i colori per la moderna concezione scientifica? Vibrazioni astratte che non tengono minimamente conto dell’elemento vivente e dell’immediatezza del colore. In noi tutti la coscienza è colma degli effetti diretti delle impressioni dei sensi, ma a questo si accompagna un dormire per tutto ciò che si svolge nell’anima, se potesse essere colto. È necessario richiamare nel campo della propria attenzione un elemento che appartiene all’anima, sebbene ciò comporti difficoltà. Vi sono esercizi che conducono all’esperienza spirituale del colore e a collegarne la natura con l’impressione sensibile. A titolo di esempio l’immersione nel rosso può condurre a una esperienza spirituale in cui si avverte inizialmente la sostanza del giudizio divino, l’ira divina per quanto c’è in noi di possibilità di fare del male. Questa irradiazione può poi trasformarsi in una esperienza di fare il bene colmi di bontà e di misericordia.
D’altra parte, la meditazione nel colore arancione, quando ci si immerge completamente nella natura dell’arancione, ci fa sentire di divenire sempre più forti, è qualcosa di elevazione che dà forza interiore, ci fa avere nostalgia per conoscere l’essenza intima delle cose.
Se invece facciamo l’esperienza del colore giallo nelle modalità su esposte ci sentiamo trasportati all’inizio della nostra esistenza temporale e ne riconosciamo le forze primarie. Sentiamo di vivere nelle forze dalle quali siamo stati creati.
E se ci identifichiamo col verde si sperimenta un rafforzamento di ciò che siamo ora, un risanamento interiore, ma anche un divenire più egoisti e un ravvivare di forze egoistiche nella nostra personalità.
Se poi si facesse lo stesso con una superficie blu e si approfondisse l’esperienza del blu, si sentiremmo capaci di progredire, di fare meglio, di vincere l’egoismo e di praticare la dedizione. Ci si sentirebbe felici di andare incontro alla misericordia divina, dotati di grazia per attraversare il mondo.
Queste esperienze a titolo di esempio ci fanno intravedere l’aspetto spirituale dei colori nella loro azione sui sentimenti che alberghiamo nell’anima. C’è una intima relazione coi sentimenti e potremmo quasi dire che i sentimenti hanno una colorazione. Nei giudizi che esprimiamo noi infatti reagiamo al mondo esterno con sensazioni, sentimenti e impulsi. Ma come detto prima, siamo come addormentati riguardo all’attività dell’anima più profonda. Eppure ne serbiamo il ricordo inconscio di epoche passate quando l’incontro con altri esseri umani era molto più vivo. Allora una frase detta, un giudizio, erano percepiti nella loro vitalità, nel fluire di sentimenti percepibili. Un rimprovero, un incoraggiamento, un elogio erano percepibili sentimentalmente, direttamente, perché ancora il pensiero non era astratto come oggi. I giudizi oggi vorrebbero essere logici ed obbiettivi ma sono pur sempre nel campo dei sentimenti. I giudizi hanno colore solo che non riusciamo a portarlo a coscienza.


