Fonte: InfoSannio
Il vero discorso di Trump all’ONU
Sono il principale complice del genocidio a Gaza, me ne vergogno come un cane ma sono incastrato. Se oso fermare Netanyahu, quel pazzo criminale mi scaglia addosso il mio governo e l’intero Congresso che la lobby sionista ha profumatamente pagato. Per vincere le elezioni in America servono un sacco di soldi. Anch’io ne ho presi tanti dai sionisti ed oggi dobbiamo tutti rispettare i patti. Lo so, è una truffa democratica. Perfino la mia base maga col genocidio è diventata anti sionista, ma oggi in politica comandano i soldi mica i cittadini. E io pur di vincere ho cavalcato il sistema. Avevo nemici politici e giudici alle calcagna e rischiavo di fare una brutta fine, e avevo soprattutto un disperato bisogno di tornare davanti ai riflettori del mondo intero. Se non sono al centro dell’attenzione e lodato di continuo, ho delle gravi crisi di astinenza. Una vera e propria droga colpa di un’infanzia terribile senza amore che mi ha lasciato ferite indelebili ed un narcisismo sempre più tossico e maligno. Sono in perenne fuga da me stesso e non riesco a stare da solo nemmeno un minuto. O vivo circondato da leccapiedi oppure davanti a qualche schermo ad alto volume finché non crollo stremato. Sono terrorizzato dalla verità su chi sono veramente e di dover fare i conti col mio passato. Sono terrorizzato dal dover ammettere che tutti coloro che mi disprezzano hanno perfettamente ragione e dovrei farlo anch’io. Perfino mia moglie mi detesta e vivo circondato di gente che mi ammira solo perché gli interessano i miei soldi e il mio potere. Sono circondato da persone dalla mattina alla sera, ma in realtà sono profondamente solo perché non ho un vero rapporto con nessuno. Sono vittima del personaggio con la cravatta rossa che recito in un reality ormai permanente. Sono vittima del mio bulimico ego che mi impedisce di essere davvero me stesso e quindi anche vulnerabile e genuinamente aperto verso gli altri. Io non sono il presidente Trump, io sono Donald. Un vecchio palazzinaro che ha speso la vita a far soldi anche fregando il prossimo e a salire su qualche palco per mettersi in mostra illuso di poter trovare senso e perfino pace. L’unico hobby della mia vita è stato quello di importunare le ragazzine col mio vecchio amico Epstein e sono consapevole delle mie enormi lacune intellettuali e morali. So di essere un pessimo leader perché arrogante e privo di empatia. Non ascolto e non leggo e quindi non capisco le dinamiche e sono incompetente sulle questioni su cui devo decidere perché al di là di me stesso non mi interessa nulla. E so di essere un leader debole che cambia continuamente idea perché non ho valori e quindi decido in base alla convenienza del momento. Come con Gaza che non sapevo nemmeno cosa fosse e adesso lascio che se la sbrighino i sionisti fregandomene della comunità internazionale e delle chiacchiere sui diritti umani, facevo fatica a vedere oltre i confini della mia persona e della mia città, figuriamoci oltre a quelli americani. Anche l’Ucraina non sapevo nemmeno trovarla su una mappa e non so nulla della storia dell’Unione Sovietica e di quella Europea se non a livello di chiacchiere da campo da golf. A me piacciono le persone e anche i paesi che mi leccano i piedi come l’Italia e l’Argentina ed altri dove governano destre che scimmiottano la mia base maga. Per il resto lascio che lo stato profondo americano prenda le decisioni vere, quelle utili alla guerra permanente e quindi a vendere più armi possibili. Perchè è il profitto l’unica vera ideologia rimasta, quello personale e quella nazionale. Lo so, sto distruggendo gli Stati Uniti ma non riesco a fermarmi. L’economia va male, avevo promesso di abbassare i prezzi ed invece la mia ridicola ossessione sulle tariffe li ha fatti lievitare scatenando un caos globale che sta favorendo la Cina mentre la locomotiva statunitense si è fermata. Del resto per certi epocali cambi di politica economica, servirebbero anni e persone competenti. Io improvviso governando a colpi di post sui social e mi sono circondato da incompetenti signorsì. Per recuperare consensi sono persino ricorso alle maniere forti sguinzagliando l’esercito tra le strade americane. Tutto inutile. I sondaggi dicono che sono il presidente più disprezzato della storia americana e continuano a calare. Una catastrofe. Sto distruggendo gli Stati Uniti e tutto l’Occidente ma non riesco e non posso fermarmi. Vorrebbe dire guardarmi allo specchio e affrontare la verità, vorrebbe dire ammettere i miei enormi limiti e il fallimento della mia vita. Vorrebbe dire togliersi la cravatta rossa e smetterla di recitare. E io non ho il coraggio di farlo. Preferisco scappare da me stesso fino all’ultimo giorno, preferisco congedarmi ingannato dal mio ego. Abbiate pietà di me. Io non sono il presidente Trump, io sono Donald. Un vecchio palazzinaro dall’infanzia terribile. E abbiate pazienza, le mie precarie condizioni di salute mi hanno fatto perlomeno capire di non essere immortale. Spero che la mia deriva egoista e narcisista serva come esempio negativo all’umanità e che quando finalmente mi sarò tolto dai piedi potrete riprendere la strada per costruire un mondo migliore.
Tommaso Merlo


