Fonte: Il Fatto Quotidiano
Greta, i vigliacchi e i regimi passati
Se la massa di furbacchioni da divano che chiamano Greta Thunberg “la gretina”, “la rompiballe”, “la malata”, sentendosi spregiudicati e in sintonia con la prepotenza dei tempi, avessero un’unghia del suo coraggio, ci sarebbero una informazione e un mondo migliori. Se la piantassero di masticare insolenze – come fanno i giornali che inneggiano alle bugie di Meloni e Salvini – contro “i croceristi in gita” della Flotilla partiti rischiando la propria pelle per salvarne anche una sola, nel mattatoio di Gaza, mostrando al mondo di quanto cuore può essere fatta la politica, ci sentiremmo un po’ meno impotenti di fronte all’illegalità di cui si vantano gli Stati autoritari a cominciare da Israele, Russia, America. E di fronte alla vergogna delle diplomazie, comprese quelle europee che corrono ai tavoli imbanditi dei summit dove le chiacchiere stanno bene con i coffee break, ma specialmente con gli investimenti pretesi dagli ingranaggi del mercato. In virtù dei quali si parla di pace solo in subordine alla guerra “da preparare con prontezza”, costruendo “il muro di droni”, anzi “il porcospino d’acciaio”, armarci, armarci, armarci, fino alla soglia degli 800 miliardi di investimenti in dieci anni, ordinati dal Pentagono, poi si vedrà. Si vedrà se saremo vivi, naturalmente, se avremo polverizzato i nemici e difeso “ogni centimetro dei nostri confini” come annunciano gli strateghi del mondo nuovo, così simile a quello vecchio dell’altro secolo.
Ecco. Se non ci fosse tutta questa spazzatura di insolenze, ipocrisia, vigliaccheria, per avvelenare una resistenza al peggio che sta scuotendo il mondo in nome dei diritti umani, non si capirebbe come i regimi peggiori del Novecento, nati bislacchi – un treno arrivato alla Stazione Finlandia e poi a San Pietroburgo, una marcia su Roma di 20 mila camicie nere sbandate e accaldate, un colpo di stato annunciato in una birreria di Monaco – abbiano potuto marciare, vincere e poi marcire con tutte le bugie e i cadaveri al seguito.


