di Anna Falcone – facebook del 6 luglio 2017
Secondo Ricci del PD se non sei eletto (leggi ‘nominato’) nelle istituzioni non hai diritto di parola, perché non rappresenti nessuno. In un Paese dove le candidature sono bloccate e per lo più condizionate dalla professione di fede al ‘capo’, dove il 50% degli elettori non vota più, dove i diritti e la partecipazione sono visti come una minaccia, una affermazione del genere chiarisce oltre ogni spiegazione perché serve “un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. L’altro giorno a Firenze eravamo 500, in una riunione autoconvocata in cui abbiamo iniziato a scrivere dal basso il nostro programma, dando la parola a tanti cittadini che non rappresentano nessuno, se non loro stessi. E così stiamo andando avanti in tutta Italia. La cosa inizia a fare paura a chi ha paura della democrazia. A noi piace! E vorremmo vederla finalmente attuata, insieme alla nostra Costituzione. Che perversione! ![]()
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gli stessi concetti Anna Falcone li ha spiegati nella puntata di questo giovedì 6 luglio di “In Onda” su La7 già riportato da blastingnews.com
Le riforme sul lavoro, la scuola del governo a guida Pd e la crisi della sanità pubblica hanno mortificato le persone e provocato un vuoto di rappresentanza
“…in realtà il PD non è un partito di sinistra e lo abbiamo visto con le mancate riforme di questi anni, non solo con la tentata Riforma Costituzionale ma anche il Jobs Act che ha mortificato il lavoro e trasformato contratti garantiti in contratti non più garantiti, con un taglio orizzontale dei diritti.
Questo non solo riguardo al lavoro ma anche la salute, con 12 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi, per quanto riguarda la scuola pubblica che è stata mortificata. Vi è stata un’eliminazione del ruolo dello Stato nella gestione dei processi di trasformazione: siamo all’interno di un grandissimo processo di trasformazione. Noi non ci siamo posti il problema di Renzi ma quello di un vuoto politico che nasce dopo il voto del 4 dicembre, che oltre ad aver bocciato la Riforma ha dimostrato come la grande maggioranza degli italiani continui a riconoscersi in una Costituzione che però continua a non essere attuata in parti molto importanti: questo è lo scandalo più forte della nostra storia repubblicana. Oltre a questo c’è un vuoto di rappresentanza anche a sinistra e per questo abbiamo fatto un appello per la costruzione di un programma dal basso di una lista unitaria civica e di sinistra, ma non contro Tizio o Caio, quanto per partire dai programmi indipendentemente dai leader”.
L’emergenza sociale corrispone alla crisi della Democrazia “vogliamo dare voce al 50% degli italiani che non si sentono rappresentati’
Più in generale la Falcone ha poi precisato: “Il problema non è Matteo Renzi, ma il fatto che in questa democrazia il 50% degli italiani non vota, dove il lavoro è diventato totalmente precarizzato, dove la salute è un diritto non tutelato per la grande maggioranza dei cittadini che o si accontentano di una sanità allo sfascio o rinunciano alle cure.
Noi abbiamo appunto lanciato un appello non per fare una sterile polemica su chi comanda, ma per far sì che la politica torni a occuparsi delle emergenze di questo paese: l’emergenza democratica e quella sociale, perché ci sono delle diseguaglianze inaccettabili e se continuiamo ad avere la logica del compromesso i problemi non si risolvono”. Prima di concludere: “I modelli civici di sinistra in Italia funzionano quando sono fatti bene, sono gli altri che ci etichettano. Quella del Brancaccio lo scorso 18 giugno non è stata una sfilata di sigle ma un’assemblea dove si è data voce a quel 50% di elettori che non votano, a quegli italiani che non hanno voce e che non si riconoscono più nelle istituzioni”.
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