Ballottaggi 2021, Bettini (Pd): «Un risultato decisivo. Ora dobbiamo prepararci a ogni tipo di scenario»
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
GIUSEPPE CONTE ALLE AGORA DI BETTINI 2
Goffredo Bettini, il Pd ha ripreso Roma ma non ha preso i voti dei 5 Stelle, visto il numero delle astensioni .
«La vittoria di Gualtieri è un fatto politico decisivo per il futuro di Roma ma anche per gli equilibri nazionali tra la destra e il campo democratico. I risultati straordinari nelle altre grandi città vanno nella stessa direzione.
Se fino ad ora sembrava ineluttabile la vittoria dei sovranisti alle prossime elezioni politiche, ora, dopo la conquista anche della Capitale, si affermano nuove speranze, un nuovo clima, una nuova fiducia per l’avvenire. Il Pd si è rafforzato, e prevale nettamente la prospettiva unitaria di un campo largo e inclusivo.
GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE
Di questo sono sicuro. Sull’astensionismo mi fa un po’ sorridere la disperazione sorpresa di qualche commentatore. Sono anni che viviamo una crisi profonda della rappresentanza. Rischiamo una democrazia senza popolo. Il Pd deve rompere la barriera che separa ormai due mondi paralleli: quello degli “apocalittici” e arrabbiati e quello della “vita comoda”. Vanno ricostruiti i canali attraverso i quali far scorrere un conflitto positivo, produttivo, fondato sui compromessi e i risultati. Prioritario è affrontare le tante questioni sociali aperte ancora così acutamente».
Secondo lei Gualtieri dovrebbe aprire al M5S in giunta?
«Penso che Gualtieri comporrà una giunta di altissimo livello. Governare Roma, nelle condizioni in cui si trova, è un’impresa da far tremare. Servono i migliori. Il sindaco si gioca da subito la credibilità se non appare autonomo, libero e autorevole. I 5 Stelle non indicheranno nomi, e d’altra parte non hanno chiesto nulla, ma anche i partiti della coalizione vincente nel contribuire alle scelte debbono avere fiducia nelle decisioni definitive che spettano a Gualtieri, e solo a Gualtieri».
GIUSEPPE CONTE ALLE AGORA DI BETTINI
Che farà adesso Bettini?
«Quello che ho sempre fatto: cercare di dare un contributo di idee alla mia comunità politica. Continuerò a non occuparmi neanche un po’ della gestione. È dal 2008 che a Roma ci sono altri leader e nuovi gruppi dirigenti.
C’è tanto da fare per rafforzare il profilo culturale e politico della sinistra e del campo democratico in Italia. Ecco: mi dedicherò a questo. Per dare una mano al Pd. Senza incarichi e alcun potere. E, per me, va bene così. Voglio persuadere e non comandare».
Giuseppe Conte o Nicola Zingaretti per il seggio lasciato libero da Gualtieri?
«C’è un gruppo dirigente nazionale che valuterà. Esprimersi su questo sarebbe una contraddizione evidente con tutto quello che le ho detto finora».
GOFFREDO BETTINI FOTO DI BACCO (2)
Intanto la destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni appare malmessa.
«Attenzione, è andata male ma resta molto forte. Le ragioni della sua sconfitta sono molteplici. Nei mesi passati ha cozzato con il sentimento di sicurezza e protezione diffuso tra i cittadini. Ha sottovalutato la pandemia e combattuto le regole per arginarla.
Non ha compreso il fondamentale ruolo dell’Europa. Non ha preso le misure al governo Draghi. Si è divisa al suo interno. Ha messo in campo nelle città candidati improvvisati e non credibili. È stata ambigua rispetto alle frange violente e neofasciste.
Si spiega bene, dunque, la disfatta del fronte sovranista. Ma gli “umori neri” dell’Italia non si rapportano solo con la forza elettorale della destra. Ma covano nella disperazione, nel nell’individualismo cattivo e menefreghista, nello sfarinamento delle comunità e dei rapporti sociali. Dobbiamo saper guardare li. C’è molto da fare, ancora, per noi democratici».
I vostri alleati 5 Stelle sono in caduta libera, ma non li volete abbandonare…
«Caduta libera? Non lo so. I sondaggi nazionali non dicono questo. Il Movimento 5 Stelle rappresenta un elettorato tradizionalmente diffidente rispetto al cosiddetto “palazzo”. Se dovesse crollare, molti suoi sostenitori ripiegherebbero su posizioni radicali, improduttive e marginali. Altri guai per la tenuta democratica. Conte è all’inizio del suo lavoro, va incoraggiato; il suo impegno e la sua propensione unitaria sono indispensabili per rafforzare l’alleanza di progresso».
Dica la verità: siete tentati dal voto anticipato?
«Draghi sarà sostenuto da noi fino al 2023. Ma i nostri convincimenti vanno confrontati con i processi reali. Lo ha ricordato, con la consueta arguzia, Giuliano Ferrara in un articolo di ieri. Ritengo difficile che Salvini mantenga il suo impegno per ancora molto tempo. A quel punto si vedrà. Intanto il Pd si deve preparare al meglio per ogni tipo di scenario. Letta lo sta facendo. Per quello che posso, intendo aiutarlo».