Autore originale del testo: Benedetta Piola Caselli
Per colpa di Report mi è tornato l’hyperfocus su Aldo Moro, e ora non riesco a togliermi dalla testa come può aver vissuto quei 15 minuti di agonia prima della morte.
Era lucido?
Non lo so, è una delle cose che non ho mai chiesto ai medici legali.
Soffriva terribilmente, o a un certo punto il corpo esclude il dolore?
Rossin ci faceva notare che, nell’autopsia, manca la parte della bocca e commentava: forse l’hanno saltata per pudore, potrebbe averla distrutta a morsi.
Il problema della morte fisica di Moro è un altro dei punti che non tornano per vari aspetti, che qui limiterò a:
1) Manca il sangue. Moro è morto per dissanguamento, quindi deve averne peri almeno 3 litri. 900 cc sono nei polmoni; ma il resto dov’è?
Non nella Renault Rossa; non sui vestiti.
Due litri sono tanti.
Con Laura Moretti li avevamo riprodotti con la passata di pomodoro e ci avevamo allagato il suo terrazzo.
Anche se non c’è stato verso di convincere il figlio adolescente a rotolarcisi dentro per mostrare quanto si sarebbe insozzato il cadavere (i ragazzi, si sa, sono ribelli) , il sangue ha completamente inzuppato due grossi lenzuoli.
2) Ne consegue che Moro è stato ammazzato in pigiama.
O con la tuta ma, insomma, non con i vestiti che portava al ritrovamento.
Cosa può essere successo?
Uno o due colpi letali, perdita del sangue, tamponamento con i famosi fazzoletti che poi spariscono.
Quindi Moro è stato rivestito ; chi lo ha fatto gli ha anche messo le mutande di lana e la maglia della salute al 9 maggio.
Poi sul cadavere si è sparato ancora.
Ma cosa è successo?
3) Chi lo ha ammazzato non ha avuto remore di farlo soffrire , cosa incompatibile con il trattamento umano ricevuto dai brigatisti. Un colpo ben dato poteva bastare; la sofferenza non la si è riservata che al povero Taliercio (altra storia, altri tempi).
Chissà cosa ha pensato, se ha avuto il tempo di pensare.
A me è successo una sola volta di credere che sarei morta ammazzata, e non è che che mi sia scoperta molto eroica.
Ero in Nigeria e stavano venendo i robbers ; sparavano e si sentivano arrivare. Era notte.
Io ero nella biblioteca di un ente religioso; per tutta una lunga storia che non sto a spiegare, dormivo lì sopra un tavolo; ero sola e non c’era un posto dove potessi nascondermi.
Non è che ci fosse niente da fare.
Mi ricordo molto bene; mi dispiaceva di morire, ma soprattutto volevo evitare di fare scene imbarazzanti.
Ho raccolto tutte le mie forze per potere morire con dignità, e ho pregato che nessuno mi parlasse.
Me lo ricordo perfettamente.
Parlarmi.
Pensavo : “se qualcuno mi parlasse, non riuscirei ad essere dignitosa e supplicherei di avere salva la vita. Speriamo che sia tutto molto veloce”.
Chissà se per Moro è stato tutto molto veloce, o se ha supplicato di avere salva la vita, o se è riuscito a mantenere la dignità.
Personalmente credo nell’ ipotesi “molto veloce” degli spari, il punto è se fosse lucido dopo, e per quanto a lungo.
Ah, ovviamente a me non successe niente. I robbers entrarono nell’altro edificio e ammazzarono un seminarista; io però non vidi nulla.
MORO : SOLDI E PERSONALITA’.
Caro Report,
io capisco che Moro è il cold case più cool della storia d’Italia, ma
forse sarebbe bene approfondire un pochino i personaggi di cui si parla, anche correndo il rischio di ridurre molto il fascino del superconsulente americano Steve Pieczenick e delle sue scottanti rivelazioni al giornalista francese.
Chi sono, che profilo professionale e psicologico hanno?
Per esempio, potrebbe essere rilevante sapere che Emmanuel Amara è uno sceneggiatore e regista.
Fa i film. I film! L’ultimo, sul vino, non è neanche male.
Però questo è il suo lavoro : i film, non il giornalista, che è attività totalmente residuale.
Potrebbe essere utile anche leggere il suo libro, che nel servizio viene citato.
“Nous avons tué Aldo Moro”, nella versione francese, è illeggibile, sia perché è sostanzialmente una SCENEGGIATURA, sia perché è talmente piena di inesattezze che, per esempio, “Autonomia operaia” e “Lotta continua” vengono confuse nella crasi “Lotta operaia”.
Quanto a Steve Pieczenick, 35 anni all’epoca dei fatti (non è un po’ pochino per un superconsulente?) allontanato presto dal Servizio, è diventato anche lui scrittore di fiction e musicologo. La sua personalità si può intuire dal suo sito, sebbene qualche anno fa fosse molto più suggestivo – c’era pure una linea diretta di chat : oggi non la ritrovo, ma magari c’è da qualche parte.
Talk to Steve: magari merita.
Trovate qui : https://stevepieczenik.com/
Un’ ultima cosa. Nel 1978 il Presidente USA è Jimmy Carter e il suo consigliere per la sicurezza nazionale è Brzezinski , rivale di Kissinger, che è messo all’angolo dall’anno prima (il suo incarico cessa con Ford) e rosica come un castoro.
La politica americana è cambiata ; durante i 55 giorni Giorgio Napolitano è in America a fare il giro delle sette chiese a chiedere il placet per l’engagement del PCI come forza di governo, ed a spiegare che il PCI italiano non è come quello cattivo-cattivo sovietico.
Ma gli americani lo sanno già perché, pur se duri d’orecchio,
glielo hanno spiegato i francesi, preoccupati proprio della destabilizzazione della penisola.
La fonte è il renseignement francese.
Volevate fare una cosa originale?
Secondo me una buona pista poteva essere, secondo l’adagio di Falcone, seguire I SOLDI.
Qualche domanda rilevante:
A) Perché Moro non dice alle BR dello scandalo dei petroli?
B) Chi è Flatto – Sharon (36 condanne fra cui frode fiscale, corrueione e riciclaggio) e perché vuole pagare il riscatto per Moro?
C) Le BR pigliano 1.600.000 euro dal rapimento di Pierino Costa. Poi li spendono per comprare basi, preparare azioni e mantenere le colonne, pensando di auto-rifinanziarsi rapendo Pirelli (è questa la campagna di primavera consistente con la DS del febbraio 78). Quanto hanno in tasca al 16 Marzo?
D) Le BR dicono quanti soldi avevano a via Montenevoso. E quanti ne vengono trovati?
(PS : Non è vero che le BR tengono nascosta l’esistenza di altri documenti a Montenevoso. Lo gridano a processo che ci sono documenti che sono stati fatti sparire. Flamigni che ci fa pure sopra un’interpellanza parlamentare e gli rispondono che i Carabinieri hanno “scorticato” l’appartamento, mica si può fare lo sgarbo di controllare ancora).
Ah, e infine e poi ho veramente finito.
Nel marzo del 78 Franco Bonisoli è un pupetto di 23 anni e la cosa più grave che ha fatto è seguire Azzolini nel ferimento di Montanelli.
Fate finta di essere Moretti e dover scegliere chi spara, e poi ditemi se lo mettereste sulla linea del fuoco.


