D’Alesani o Bersema, fate voi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 27 settembre 2017

Ecco il primo caso al mondo di intervista ‘mixata’. Un inedito. Gli intervistati sono Bersani e D’Alema. Il mescolamento di parti del loro pensiero produce, in effetti, una certa indistinguibilità. Direi che la cosa fila anche nei contenuti.

“Avrebbe un bel fisico Renzi se fosse il solo colpevole della crisi della sinistra. La sinistra in Italia è rimasta indietro: promuove ancora gli ideali neoliberisti di Blair. Il tempo nuovo l’hanno visto di più persone come Corbyn e Sanders. Adesso è ora di proteggere la gente sulla base dei nostri valori”.
“In molti paese europei si afferma [difatti] una sinistra più radicale: Mélenchon in Francia, Podemos in Spagna, Corbyn in Inghilterra. Tutto questo dovrebbe far riflettere i socialisti, che non sono stati in grado di presentarsi come una forza alternativa alla visione liberista dominante”.
Per questo “c’è bisogno di una nuova forza di sinistra. I grandi cambiamenti nascono sempre da un ritorno alle origini, alle ragioni fondative: ridurre le disuguaglianze, difendere la dignità del lavoro”.
“Giuliano Pisapia è perfettamente in grado di fare il federatore. È l’uomo giusto perché può interpretare una realtà che non si aspetta l’uomo solo al comando”.
“Pisapia porta un stile unitario, una cultura di governo, una naturale ritrosia rispetto alle asprezze dello scontro politico, che in un panorama dominato da leadership chiassose ne fa una figura positiva. Dovrebbe essere più coraggioso […] esporsi di più. Prendere in mano il processo unitario. Spingersi in avanti”.

[Brani tratti da un’intervista a ‘Circo Massimo’ e da un’altra al ‘Corriere della Sera’  ]

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