Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 1 marzo 2015
Sarà che è domenica pomeriggio e che io ho la sindrome del lunedì anticipata, sarà che oggi la connessione è lenta e non sarà certo una tragedia, ma una volta il mondo stava fuori della porta di casa, ora lì c’è un pezzo di marciapiede e un albero secco, non è che il mondo non c’è, ma deve essere a portata di clic e oggi è un po’ meno a portata, sarà che il mare è una schiuma grigia che lascia un orlo sporco sulla spiaggia, sarà per questo ed altro ancora che mi dovrei astenere dalle profezie, non c’è proprio bisogno che mi ci metta pure io a buttare il malocchio.
E’ che ripenso a quel povero figlio con la gamba amputata, il cielo lo accolga, che chiedeva solo di vivere un po’ più confortevolmente il suo ultimo scorcio di vita su questa terra, un ascensore chiedeva, da installare a sue spese, Cristo santo, e che sarà mai, mica un grande sacrificio per i suoi condomini, e invece gli è stato negato per una cinica baruffa di vicinato.
Poi ci dicono che abbiamo i neuroni specchio e che ci muovono a compassione, ma forse in quel condomini gli specchi erano appannati o forse non è così che funzionano i neuroni specchio.
Cioè, gli scienziati dicono che li abbiamo, ma non credo che siano impermeabili, siamo entità biologiche che vivono in un contesto e se il contesto non è solidale, ognuno per sé e Dio per tutti, forse non si esplicitano compiutamente.
I neuroni specchio e la solidarietà e compassione che diffondono hanno bisogno di ossigeno per brillare, se no si spengono come fiammelle, e se la società è dominata dal mercato, che è fredda razionalità che ha un prezzo per tutte le cose, tranne che per i sentimenti che non si possono prezzare, allora non c’è niente da fare, soffocano.
E però abbiamo deciso di estinguerli, tutti gli atti che stiamo compiendo vanno nella direzione di eliminare i neuroni specchio, come se fossero un virus letale che contamina un organismo perfettamente funzionante, il mercato che sistema tutte le cose con il calibro del prezzo.
E finalmente abbiamo la riforma del mercato del lavoro, dicono, con la libertà di licenziare senza avere tra le palle i giudici, che devono prendere in considerazione l’equità, altra roba non misurabile, come vuole il mercato, ma valutabile con il buon senso, come vuole invece l’umanità, quella che conserva i neuroni specchio che il mercato distrugge.
E mi viene facile la profezia di una roba come lo Jobs Act in mano ad individui con neuroni specchio in chemioterapia, tutti sotto ricatto senza un giudice che possa loro restituire un posto di lavoro, barbaramente l’uno contro l’altro quando l’impresa adombra ristrutturazioni, con i neuroni specchio appannati.
E mi vergogno che sia stata la sinistra a compiere questo capolavoro, ad infliggere questo colpo ai lavoratori e all’umanità, ad avere dato un mano a far regredire l’Uomo.
Ma questa è una domenica pomeriggio un po’ scoglionata, non voglio buttare il malocchio.