di Vincenzo Musacchio – 6 novembre 2017
Stando ai dati, non ancora definitivi, sembrerebbe che alle regionali siciliane l’unico vincitore reale sia il partito degli astensionisti: oltre la metà dei siciliani di fatto ha preferito non andare a votare. Ironia della sorte, se si coalizzassero in un partito o in un movimento oggi governerebbero la Sicilia. Quella di Musumeci è senza dubbio, se i dati si confermeranno, una mezza vittoria, perché sembrerebbe non avere la maggioranza piena in consiglio regionale. Il Movimento 5 Stelle, pur avendo raddoppiato i voti, perde la partita più importante, quella per la Presidenza della Regione e resta all’opposizione pur essendo il partito più votato dell’isola, rischiando concretamente un ruolo marginale, non essendo riuscito inglobare gli astensionisti. Per quel che può contare consiglio a Di Maio debba fare una profonda riflessione: per evitare il ripetersi del risultato siciliano non può non fare un vero cambio di passo, magari aprendosi con persone sane e apartitiche della società civile, anche se non iscritte al Movimento che presentino reali credenziali meritocratiche.
Il grande sconfitto di questo voto è indubbiamente il Partito Democratico. Non bene anche la Lista di Claudio Fava dalla quale onestamente mi sarei aspettato un risultato migliore. Un dato inconfutabile fa paura: una parte sempre più grande di elettorato non si sente ormai rappresentata da nessuna delle forze attualmente in campo e reagisce fuggendo dalle urne che un tempo adorava. Sono convinto che la gente non diserti le urne perché non ha tempo di andare a votare. Le nuove forze politiche, in primis il Movimento 5 Stelle, dovranno affrontare il tema della partecipazione. I movimenti, i partiti e le istituzioni sono chiamati a ripensare loro stessi, le loro forme e i loro processi decisionali. Se non lo faranno e in breve tempo il numero degli astenuti continuerà ad aumentare.


