di Bastiano BBucci – 5 giugno 2017
Da decenni e decenni si tenta di “federare la sinistra” da decenni e decenni i tentativi falliscono miseramente.
Eppure tutti sono convinti che la nostra società sia piena di gente di progressisti, lo si vede dal seguito che hanno personaggi realmente di sinistra a partire dai Pertini, i Berlinguer, la rivoluzione che portò nella base del PD la semplice idea di uno come Rodotà Presidente della Repubblica, il seguito che hanno personaggi come Gino Strada, fino ad arrivare, nei giorni nostri, a Papa Bergoglio, passando per il referendum di difesa dei valori costituzionali.
Dire che, anche elettoralmente, c’è uno spazio a sinistra si dice una semplice banalità, che questo spazio possa esser coperto da una federazione delle sinistre pone una questione molto più complessa.
Se hai un partito dell’1,2 % ma cosa vuoi federare? Vuol dire che le tue idee, il tuo modo di fare politica, non è seguito dai cittadini, vuol dire che tu non capisci loro, o loro non capiscono te (che è la stessa cosa), e il contributo che puoi dare alla federazione si limita a quello.
Devi solo prenderne atto, e se davvero ami le idee di sinistra, farti da parte, offrire il tuo semplice contributo, non sederti attorno ad un tavolo a rivendicare le tue eventuali poltrone se si supera la soglia. Non partecipare alle assemble parlando per ultimo e cercando di imporre il tuo magistero con analisi sulla dittatura del capitale e della finanza, che ormai trovi anche nei discorsi di Salvini o Meloni. Hai terminato il tuo compito, hai poco da dire e lo dici male, perché stai rimettendo in fila vecchi idola di malintese teorie marxiane. Se pensi di aver capito delle cose e le vuoi insegnare, fallo, ma non in quella sede.
Tutte le formazioni di sinistra sono nate piene di speranze, che sono state subito frustrate quando si è passati all’attuazione pratica, per la litigiosità di personaggi che si sono posti immediatamente come leaders, e non riescono a sopportare che ci siano altri che ambiscono alla stessa posizione: sono sanguinosi antagonismi che naturalmente culminano in una scissione, che poi diventa diaspora. Il bello che di queste “nuove anime” nessuna scompare, rimangono come sigle, come pagine su internet dietro cui ci sono mortiferi eserciti da Ragazzi della via Paal, con tutti graduati ed un solo soldato semplice…
Poi, quando arriva la suprema esigenza elettorale (o meglio dello sbarramento) tutti parlano di federarsi, che bisogna fare un passo indietro negli appetiti e nella smania di potere (?), per costruire una casa comune, dove naturalmente ciascuno manterrà le sue idee, ma rispetterà quelle degli altri.
Fino a che non si affaccia una posizione che irreparabilmente contrasta con la propria, e allora, che sia prima o dopo l’agone elettorale, partirà di nuovo la spaccatura, perché certe cose sono inconciliabili, ed è inaccettabile che qualcuno abbia posizioni più elevate, o più poltrone delle tue.
Ci sarà mai una vera sinistra in Italia?
La sinistra è una costante storica, i suoi valori rimangono fino a che ci sarà un solo sfruttato. Ma affinché possa mai nascere una nuova sinistra, quella che c’è, in termini di sigle e relative leadership, va distrutta, e su di essa bisogna spargere sale come su Cartagine.
Detto questo, auguri compagni per il vostro prossimo rassemblement elettorale, io vi voterò, come ho sempre fatto. Vi auguro di superare sbarramenti perché una voce di sinistra in Parlamento, è sempre meglio che ci sia.


