di Alfredo Morganti – 13 aprile 2016
Al Governo servono soldi. Per questo bussa ovunque: alla UE per una maggiore flessibilità, al bilancio dello Stato per drenare risorse da un capitolo all’altro. Di solito il versante dove si vorrebbe accumulare disponibilità è quello dei bonus, dei superbonus e degli sgravi. Perché sulle regalie si costruisce il consenso meglio che sulle parole, per quanto affinate da un’agenzia di comunicazione à la page. Il prossimo settore da cui trarre risorse potrebbe essere quello delle detrazioni e deduzioni fiscali. Ci aveva provato già Monti, ma andò male. Il fatto interessante è capire chi ci rimetterebbe.
Ieri il Sole 24 Ore ha analizzato la questione. “Il grosso della spesa pubblica – scrivono Cristiano Dell’Oste e Raffaele Lungarella – si concentra in poche misure, in particolare le detrazioni per lavoro dipendente, pensione e familiari a carico. Inoltre, la maggior parte dei contribuenti si concentra sulle fasce di reddito medio-basse”. Primo punto. Ed ecco il secondo: “La quota di beneficiari con un reddito pari o inferiore a 29mila euro è quasi sempre superiore al 50%”. Non basta: “Poche agevolazioni hanno un percentuale di beneficiari vicina o superiore al 20% nella fascia oltre i 55.000 euro di reddito annuo”. Conclusioni: “Un taglio lineare delle agevolazioni rischia di incidere di più sui contribuenti appartenenti alle fasce di reddito basse e medie, senza gradi benefici per l’Erario”.
Insomma, se si riducessero le detrazioni chi ci rimetterebbe sarebbero i pensionati o i dipendenti di fascia bassa o media. Si toglierebbe ai più poveri insomma. Senza grandi vantaggi per il bilancio dello Stato, peraltro, come spiega il Sole 24 Ore. Talché ne verrebbe questo paradosso: pagheremmo di fatto gli sgravi fiscali degli imprenditori per le assunzioni dei dipendenti (jobs act), intervenendo sul regime fiscale di questi ultimi e prendendo dai loro redditi, in sostanza, le risorse necessarie. Così che i neoassunti, per un terzo almeno, lo stipendio se lo pagherebbero da soli. Fantozzi diceva che il sig. Agnelli era bravo perché, oltre a darti il lavoro, ti pagava pure. Oggi, invece, sono bravi perché, oltre a darti il lavoro, ti stipendi da solo. Avanti con le riforme!


