di Alfredo Morganti – 13 aprile 2016
“La lotta politica non può tenere in ostaggio il Paese”. Lo ha detto Renzi al Salone del Mobile Italiano (sic!) e lo riferisce Repubblica.it. Io non ci volevo credere, e ho pensato: ho le traveggole! Allora ho letto, riletto e quasi fatto lo spelling lettera per lettera dell’affermazione del premier, e ho visto invece che, sì, ha detto proprio così. Ha detto, in sostanza, che la politica, quando è dialettica, quando è confronto libero di opinioni, di punti di vista, di rappresentanze, di culture, di sensibilità, è un male. Che l’unica ‘forma’ politica che Renzi potrebbe accettare, per il ‘bene’ dell’Italia, non sia mai!, è quella che non coltiva le differenze, che non esprime opinioni contrapposte, ma quella che compatta tutti come una falange d’acciaio attorno a un Capo.
Sì, si può discutere un po’, ci si può anche contrapporre, fare teatro, fare ‘risse’ e polemizzare, ma poi quando viene il momento della fiducia ci si deve mettere tutti in fila e si deve votare tutti assieme a favore. Granitici come il marmo. Sennò si è gufi, rosiconi, disfattisti e si tiene in ostaggio l’Italia. Tutto qui, senza sconti. Ma se il problema era quello, ossia la democrazia che fa partecipare, discutere e mobilita popolo e istituzioni, se sono state queste ‘risse’, queste polemiche a rovinare l’Italia, allora perché la Resistenza, perché la Costituzione ex più bella del mondo, perché tanti sacrifici, perché i diritti, gli scioperi, le lotte, le vertenze? A che sono serviti? A garantirci la classe dirigente che abbiamo? Ad assicurarci questo esito scialbo e arrogante nel medesimo tempo? Dire che si tratta di eterogenesi dei fini è dire poco.