I colori dello stupro

per tonigaeta

di Antonio Gaeta 28 ottobre 2018

Molte donne hanno giustamente manifestato l’indignazione nei confronti delle strumentalizzazioni “politiche” (1) dinanzi ai casi di stupro praticato da immigrati di colore.

Verrebbe da chiedersi perché mai ? E’ un bene che lo stupro sia condannato anche dai “politici” (1), a prescindere dal “colore” della loro bandiera. Si potrebbe facilmente rispondere che gli stessi “politici” (1) in tantissimi altri casi di stupro non aprono bocca e soprattutto non sobillano la popolazione. Questo avviene soltanto quando occorre colpire gli stupratori, per finalità assolutamente diverse dalla condanna civile e morale.

Eppure parliamo di un reato che, dopo l’assassinio, risulta essere il più atroce e offensivo tra i delitti contro la persona. Pensiamo ad esempio lo stupro nei confronti di un uomo ad opera di altri uomini (come da episodi carcerari), oppure dei bambini. Per non parlare dello stupro-etnico a scopo di guerra !

Si tratta di una sorta di marchio (tipo quello impresso ai capi di bestiame), che, quando va bene, condiziona pesantemente la vita della o dello stuprato: marchio inciso nel corso di circa 5-6.000 anni di storia dell’umanità che ha sempre assunto un significato molto preciso: “possesso” ! In altre parole, lo stupratore ha marchiato il “suo” territorio, che comprende anche le persone che lo frequentano !

Non é un caso che anche nel “mite” linguaggio giornalistico si parla di donne, ragazze o bambine brutalmente “possedute” !

I motivi ispiratori di tali comportamenti sono tutti riconducibili al retaggio culturale patriarcale di stampo/i indoeuropeo e sahariano: quelli che infestarono prima l’Asia, l’Europa e il nord-Africa, poi anche il resto del mondo (grazie soprattutto al colonialismo) !

Tale retaggio ci racconta delle culture in cui si sviluppò la superiorità del maschio sulla femmina della cosiddetta “specie Homo Sapiens” (2): superiorità che si manifestò in modo brutale, ai danni delle pacifiche civiltà europee. In esse prevaleva l’assoluta parità tra i sessi, l’interscambio tra loro in tutti gli ambiti (anche domestici), nonché nella cura della discendenza ! In queste antiche civiltà, la cui esistenza é testimoniata dalle sempre più numerose tracce archeologiche, (3) vigeva l’adorazione della donna, come simbolo della Dea, dispensatrice dei poteri generativi e rigenerativi di tutti gli esseri viventi !

Questa realtà, volutamente tenuta nascosta dai media e dalle classi “politiche” (1) di volta in volta al potere, ha un contenuto profondamente rivoluzionario, perché ribalta tutti i fondamenti sui quali si basa il presupposto-chiave dell’attuale economia capitalistica: la “accumulazione originaria” (4), che sarebbe più adeguatamente definibile “rapina originaria e attualmente persistente”, da parte delle classi sociali appropriartici dei beni e delle risorse, comuni a tutti i cittadini del mondo !

Sotto questo aspetto, le donne stuprate sono l’ultimo anello della catena di espropri, che parte dall’alto (dove si preferisce la prostituzione di lusso), per poi passare alle istituzioni (pseudo rappresentative dei ceti sociali), agli oligarchi patriarcali (religiosi e non), ai capi azienda, ai capi-famiglia, ai figli maschi, anche nullatenenti..

Quest’ultimi possono vedere nello stupro qualcosa di legittimo, da poter praticare giacché parte della catena espropriativa. A pensarci bene, lo stupratore sancisce un millenario “diritto” patriarcale, che ha caratterizzato tutta la Storia conosciuta (o fatta conoscere dai patriarchi del sapere) ! (5)

Concludendo, se la spiegazione di tutta la violenza dei maschi nei confronti di femmine, anziani e bambini é la cultura patriarcale (di cui pochi parlano), diffusasi da circa 5.000 anni fino ad oggi, che importanza ha stabilire il colore della pelle dello stupratore ?

NOTE:

  1. – “politici” é virgolettato, perché indicativo di chi fa della Politica uno

    strumento di prestigio o di potere, nonché un mezzo di arricchimento

    personale.

  2. -vedi:https://www.nuovatlantide.org/testimonianze-sulle-cause-della-fine-dellantica-europa-ii/

  3. – vedi: https://www.nuovatlantide.org/le-civilta-matrilineari-europee/

  4. – “Il rapporto capitalistico ha come presupposto la separazione fra i lavoratori e la proprietà delle condizioni di realizzazione del lavoro. Una volta autonoma, la produzione capitalistica non solo mantiene quella separazione, ma la riproduce su scala sempre crescente. Il processo che crea il rapporto capitalistico non può dunque essere null’altro che il processo di separazione dalla proprietà delle proprie condizioni di lavoro, processo che da una parte trasforma in capitale i mezzi sociali di sussistenza e di produzione, dall’altra trasforma i produttori diretti in operai salariati.” – Karl Marx – Libro I Sez VII Cap. 24 de “IL CAPITALE” !

    Per far capire banalizzando, gli operai che costruiscono i capannoni industriali e fabbricano gli strumenti di produzione (beneficiando dei servizi resi dalle donne e dalle loro famiglie più in generale), sebbene a fronte del valore di mercato di quegli stessi fabbricati e strumenti, raccolgono un salario non superiore al 10% di quello stesso  valore, non sono considerati “proprietari” dei loro manufatti. Questo non riconoscimento di proprietà o di quote proprietarie é di fatto un’espropriazione, che fin dall’inizio del capitalismo é stata definita “accumulazione originaria”: ovvero quella indispensabile per finanziare altre espropriazioni e, quindi, accrescere tutte le successive accumulazioni.

  5. – Patriarchi del sapere sono considerati gli eruditi che presso le corti dei potenti hanno dispensato un sapere, che giustificasse il loro dominio sui sudditi (quelli che oggi sono definiti elettori, sebbene con poteri fortemente limitati) !

 

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