INTRODUZIONE ALLA TERRA COME ORGANISMO
Ora, a nessuno si può negare il diritto di allargare le modeste e a volta traballanti conoscenze ordinarie e porsi almeno degli interrogativi. Né si può incasellare nell’ambito personale e soggettivo delle opinioni e delle emozioni questa sana tensione che partendo del mondo sensibile vuole condurci alla realtà. Sarebbe un indebolimento della vita dell’anima il fatto di vederci obbligati a negare tale impulso.
La domanda che mi pongo in questi momenti segnati dalle conseguenze del cambiamento climatico è se ho una idea chiara su come si comporta l’atmosfera terrestre, che è il malato per eccellenza stando alle notizie che ci incalzano. Ma dovrei prima conoscerne lo stato di salute ordinaria e i fondamenti della sua costituzione, e quindi mi dedico preliminarmente ad aver un quadro di insieme dell’Organismo sano. Mi serviranno per tanto i quattro eteri formativi.*
Nello studio precedente si diceva che i 4 eteri possono a loro volta raggrupparsi in eteri di contrazione ed eteri di espansione.
L’attività delle quattro forze eteriche nell’Organismo costituito dalla Terra con la sua atmosfera si produce in linea di principio in quattro regioni concentriche a forma di globo, e in ciascuna di esse è prevalente una delle quattro forze. Quelle dell’etere chimico e di vita che attraggono verso l’interno sono attive nelle sue componenti solide e liquide. Al contrario, l’etere luminoso e di calore hanno la loro zona di influenza e di attività principalmente nell’atmosfera gassosa della Terra. Essa è circondata da un manto di etere di calore ai confini esterni verso lo spazio.
Ora, mentre l’organismo della Terra nella sua totalità tenderebbe a mantenere questa disposizione di base, le influenze cosmiche extraterrestri e in particolare quella del Sole agiscono su di essa come forze caotiche e sconvolgenti. L’insieme dei fenomeni atmosferici, meteorologici, tellurici si può comprendere solo alla luce di questa reciproca opposizione, da un lato la tendenza dell’Organismo terrestre a conservare la stratificazione come condizione statica, dall’altro l’azione delle influenze cosmiche che alterano questa condizione statica e fanno in modo che gli strati eterici si muovano l’uno attraverso l’altro e si penetrino vorticosamente.
Eppure è a questa stessa dissoluzione caotica, a questo sconvolgimento della semplice conformità terrestre alle leggi generali, a cui dobbiamo i fenomeni di vita sul pianeta Terra. Se la Terra dovesse arrivare a quello stato di equilibrio, stratificazione e indurimento soggetta solo alle sue leggi, allora nessuna vita sarebbe possibile su di essa, poiché la vita in realtà richiede dissoluzione caotica, sconvolgimento delle leggi generali tendenti alla fissità.
Dal sublime, eterno gioco reciproco delle attività diurne e notturne, caos e ordine, estate e inverno, Sole alto e basso sull’orizzonte, da tutto ciò dipendono in linea di principio i fenomeni atmosferici e meteorologici.
Gli eteri formativi possiamo “vederli” in azione e ci spiegano molti enigmi altrimenti insolubili. Vediamo per esempio la variazione diurna della pressione atmosferica. La pressione atmosferica, specie in condizioni di tempo stabile anticiclonico, presenta due massimi, alle 10.00 e alle 22.00 circa, e due minimi alle 04.00 e alle 16.00 circa. Il fenomeno comunque è considerato poco rilevante, formula laconica per dire che esso rappresenta un enigma. Siamo in presenza di una doppia onda di pressione.
Ci aspetteremmo però qualcosa di diverso perchè i processi termici viaggiano in un’unica onda e, poiché devono essere riconducibili all’azione del Sole, hanno naturalmente il loro massimo a mezzogiorno, il loro minimo di notte. Nella spiegazione ufficiale il fenomeno di pressione barometrica è dipendente dai processi termici, e dovrebbe viaggiare con lo stesso ritmo e avere il suo massimo e minimo in corrispondenza dell’oscillazione termica.
Questo, tuttavia, non è affatto il caso.
Abbiamo al mattino e alla sera i massimi della pressione barometrica, mentre il riscaldamento dell’atmosfera raggiunge il suo apice quando il sole è alto e il suo minimo di notte.
Come avviene che, sebbene nel caso della temperatura predomini la singola onda come logico, tuttavia, per quanto riguarda la pressione barometrica, il fenomeno principale è la doppia onda? E’ evidente, allora, che l’andamento della pressione barometrica non segue, nei suoi ritmi essenziali, il ritmo del processo termico. Strano, no?
Già Goethe si basò sull’osservazione del barometro per giungere a una nuova concezione del collegamento tra “pressione barometrica” e fenomeni atmosferici, e si sforzò di risalire, non a influenze accidentali, ma a forze che agiscono ritmicamente all’interno dell’Organismo terrestre. Poiché il barometro misura la pressione dell’aria, Goethe intuì che la Terra alternativamente comprima e di nuovo espanda l’intera atmosfera. Se l’aria è compressa la sua pressione aumenta e il mercurio nel barometro sale; avviene il contrario con espansione. Goethe attribuì questa espansione e contrazione dell’intera massa d’aria ad una variazione di un potere a cui la Terra è soggetto! Egli guardò l’aumento e la diminuzione di questa forza come un quid inerente a una certo ritmo individuale della Terra e lo comparò con l’inspirazione e l’espirazione di un Organismo.
Nel linguaggio degli eteri, la fluttuazione della pressione dipende dall’espansione e dalla contrazione dell’etere chimico rispetto alla sua regione di pertinenza, e quindi dalla tensione che esercita ritmicamente sull’atmosfera. Infatti, le forze dell’etere chimico, normalmente concentrate nella terra solida, estendono ritmicamente la loro attività in quelle sfere di influenza non pertinenti ad esse ma invece pertinenti all’etere di luce e all’etere di calore, ovvero nell’atmosfera gassosa, e per via della compressione che esercitano ne risulta l’aumento della pressione atmosferica. Quando invece l’etere chimico affonda e fa ritorno nella propria sfera, allora cessa l’influenza che preme insieme l’atmosfera e la pressione barometrica si abbassa. Sic et simpliciter.
Un esempio per chiarire. Quando la limatura di ferro si trova lontana dal campo di un magnete, non è soggetta alla sua forza attrattiva. Ma se avviciniamo il magnete essa passerà sotto l’azione del campo.
La pressione barometrica alternata è dovuta a questo: l’Organismo terrestre manda il suo etere di concentrazione nell’atmosfera fuori dalla Terra la mattina, cioè lo “espira”, e poi lo riporta nelle proprie sfere di attività, cioè lo “inala” la notte.
L’osservatore umano, barometro in mano, stando sulla Terra sarà in grado di riconoscere due volte al giorno l’azione dell’etere chimico nel produrre questa aria compressa, cioè una prima volta quando l’etere chimico gli scorre davanti al mattino esalato dalla Terra nell’atmosfera, e poi nuovamente la sera quando l’etere chimico si precipita in basso di nuovo davanti a lui, venendo inalato di nuovo nella Terra! I minimi corrispondono invece a quando il processo di esalazione è completato durante il mezzogiorno e il primo pomeriggio, e poi quando il processo di inalazione si è completato intorno alle 3-4 a.m.
Quale fenomeno importante e che significato profondo è qui racchiuso per tutti i fenomeni sulla Terra nel fatto che l’aria che avvolge il pianeta, in cui viviamo e respiriamo, viene compressa e di nuovo espansa ritmicamente nel corso di ogni giorno!
Va senza dire che tantissimi altri fenomeni trovano qui una spiegazione. Si è detto che l’etere chimico produce lo stato fluido di aggregazione. Possiamo seguire il vagare dell’etere chimico fuori dalla Terra quando è esalato la mattina e poi inalato la sera, attraverso misurazioni del contenuto di umidità negli strati inferiori dell’atmosfera nonché del suolo, perchè saremo in grado di seguirlo nella sua attività di creare umidità. Sia la rugiada che la nebbia sono evidenti risultati della attività di produzione di umidità, perchè al mattino e alla sera l’etere chimico raggiunge il più alto livello di concentrazione negli strati più bassi dell’atmosfera.
Sull’origine del ritmo di respirazione segnato dalla fuoriuscita e rientro dell’etere chimico, valga qui una sola considerazione che ci conduce ad un nuovo enigma. Questo grande processo respiratorio dell’Organismo terrestre è eseguito una volta in 24 ore. Esiste un intreccio enigmatico nella relazione tra il ritmo respiratorio dell’essere umano e quello della Terra. Una persona che respiri normalmente fa 18 respirazioni in un minuto, ovvero 18×60=1.080 in un’ora, ovvero 1080×24=25.920 in un giorno di 24 ore.
Ora questo numero (25.920) di respiri umani in un giorno all’incirca corrisponde, misteriosamente, con il periodo in anni solari durante il quale la posizione delle Stelle sulla sfera celeste cambia lentamente determinando l’avvicendarsi delle diverse ere astrologiche sullo Zodiaco. Coincidenza?
Si possono analogamente indagare l’ascesa della linfa nelle piante, i gradienti termici dell’alta e bassa atmosfera e tanti altri fenomeni, come vedremo in un prossimo studio.
Questo a grandi linee l’Organismo sano della nostra Terra.
FILOTEO NICOLINI
In ricordo di Guenther Wachsmuth e la sua Opera illuminante.
* Cultura htpps://www.nuovatlantide.org/faccia-a-faccia-con-gli-eteri-formativi/
Immagine: Kiss the Earth-1912, Nicolas Roerich