Isteria politica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 10 luglio 2016

Chiamparino è persona intelligente. Lo conobbi quando era segretario del Pds torinese e si fece promotore di pionieristiche riflessioni sui successi della Lega nord. Ai consigli nazionali scambiavamo spesso pareri e anche negli ultimi anni ci siamo incontrati a dibattere sul piano strategico torinese. Un buon piano, frutto di una briullante stagione di governo. Però, anche lui, una volta fattosi paladino della svolta neo-liberista renziana è andato in confusione. Emblematica, e sicuramente fantastica, l’intervista odierna su Repubblica.
Da un lato dice cose sagge circa il procedere ondivago del Pd, come si vede nell’inseguimento del grillismo sul suo stesso terreno e il rigurgito di neo-centralismo. Una campagna referendaria incentrata sul taglio delle poltrone e sulla limitazione dei poteri delle regioni non promette bene. Ha ragione, e già che c’era avrebbe potuto aggiungere che istituire un senato delle regioni e dei municipi (sul modello Bundesrat) in uno stato che non è federale (come la Germania) e che sta drasticamente riducendo i poteri decentrati (vedasi le modifiche all’art. 16 non bastando lo strangolamento finanziario) è un paradosso confusionario che rasenta la presa per il culo.
Ma dall’altro non riesce a sottrarsi dal dirla ancor più grossa. E cioè che senza le ‘riforme’ l’Italia perderà 14 miliardi di flessibilità finanziaria. L’Europa, in altre parole si vendicherà della promessa mancata e la vittoria del No si trasformerà in una Brexit di fatto. L’ennesimo argomento ricattatorio che però ha il pregio di dichiarare il vero: l’attacco pretestuoso con la tagliola del debito sovrano alle regole sovrane di un popolo da parte di entità burocratico-finanziarie senza legittimazione politica. Avanti di questo passo il fronte del No potrà limitarsi a vivere di rendita. Infatti fino ad ora non si è fatto avanti alcuno nel fronte del Si in grado di spiegare le cd. ‘riforme’ alla luce della loro intrinseca razionalità democratica. Solo minacce a sfondo terroristico per impaurire gli elettori: lo strangolamento finanziario, la caduta di credibilità nelle stanze europee, sino all’uscita dall’Europa, la crisi economica, la crisi di governabilità, il salto nel buio ecc….Argomenti che se hanno un effetto è di rendere ancora più antipatica l’Europa portando acqua al mulino del dilagante euro-scetticismo. Perchè diavolo la Morgan Stanley, la Bce, il Fmi, la Commissione europea e tutto l’universo mondo se la sono presa con le nostre province e non con le contee inglesi, i dipartimenti francesi e i kreise tedeschi ? A rigore non avrebbero nemmeno dovuto conoscerne l’esistenza. E perchè la Germania, ricca di istituzioni di mediazione altamente differenziate, non provvede da sé a semplificarne l’orditura barocca, piuttosto che premere a danno del nostro bicameralismo ? Le cd. ‘riforme costituzionali’ stanno in realtà rivelandosi per quello che sono: un cedimento a un ricatto, un atto di sottomissione ai diktat del liberismo finanziario, una perdità netta di sovranità democratica. Il governo Renzi e il Pd sono finiti in un cul de sac. Il loro atteggiamento è indisponente quanto fasullo. Le campagne terroristiche rivelano la debolezza di chi le impugna e rendono ancor più suscettivo l’orgoglio dell’elettore. Non c’è nessuna ragione di supporre che la vittoria del No diminuisca il potere di negoziazione in materia di flessibilità, come del resto si dimostra nella più banale trattativa sindacale. Immaginate la forza contrattuale di un sindacato che si presentasse al tavolo provvedendo da sé a licenziare gli ‘esuberi’ sperando nella benevolente magnanimità del management….. Bocciata una ‘costituzione’ abborracciata resterà in funzione quella vigente, che dura da settantanni e neanche li dimostra. Si eviteranno complicazioni, confusione, blocchi, inefficienze istituzionali e diseconomie, e quindi gli imprenditori che tanto tengono alla semplificazione potranno meglio investire….. I partiti, se ancora esistono, si impegneranno a ravvivare le loro costituenti sociali e ideologiche anziché perderi a inseguire le chimere delle riforme istituzionali. Le buone costituzionei (e quella italiana lo è) si realizzano e le si migliora, se necessario (cum grano salis). Non si cambiano.
Dulcis in fundo Chiamparino non si esime dal considerare la sconfitta torinese di Fassino, valutata come la conseguenza dell’immedesimazione del Pd con l’establishment. Egli stesso fa autocritica per essere transitato da sindaco a presidente della compagnia di San Paolo, dalla politica alla finanza, e poi ancora alla politica. Effetti della libido dominandi, si sarebbe detto in altra epoca. Si potrebbe fare come in Giapppone: rinchiudere i potenti in convento ad esercitarsi in esercizi penitenziali zen. Noi intanto andiamo a votare no in assoluta tranquillità.

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