Guido Iodice, che insieme a Daniela Palma ha ideato e curato Keynes blog, in questo mese ha scritto sulla propria pagina Facebook brevi commenti sulla manovra economica del governo Conte, Salvini, Di Maio, commenti che ho rubato e messo insieme in una cadenza che è la rappresentazione del declino del nostro povero Paese (g.f. – 25 ottobre 2018)
di Guido Iodice
27 settembre 2018
Hanno scelto il botto. Ue boccerà la manovra, agenzie declasseranno il nostro debito, lo spread salirà alle stelle e alla fine finiremo sotto la troika.
7 ottobre 2018
E così Matteo ha scoperto che il suo amico Horst Seehofer non è poi così amico. Il limite dell’internazionale nazionalista è che ogni nazionalista ha interessi contrapposti agli altri nazionalisti.
8 ottobre
Spread oltre 300. È iniziato il conto alla rovescia per il default. Tic tac.
10 ottobre 2018
Se c’è qualcosa di peggio dell’anti-Keynesismo è il keynesismo idraulico espresso in questo articolo, che riduce la teoria keynesiana a un toy model: metti più acqua e la papera galleggerà. No, non funziona così.
La #ManovraDelDefault non avrà effetti espansivi per almeno le seguenti ragioni:
1. I moltiplicatori sono sicuramente molto bassi per gran parte delle misure espansive contenute nella manovra.
2. L’incertezza creata deprimerà gli investimenti privati
3. Il credit crunch peserà sui finanziamenti
4. Parte del deficit verrà assorbito per pagare gli interessi crescenti
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L’Italia procede verso un iceberg a velocità crescente.
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Tic tac. Oggi Fitch ha declassato Carige a spazzatura ed ha avvertito che il rating italiano è a rischio downgrade. I mercati già lo sanno da tempo che l’Italia è a rischio default. Stanno solo aspettando di capire se Salvini e Di Maio saranno tanto pazzi da sbattere contro il muro o freneranno un attimo prima. Tic tac.
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E’ inevitabile che questo downgrade sia il primo di una lunga serie. Banche piene di sofferenze che a breve saranno piene di titoli spazzatura (i Btp). Il disastro è alle porte. Tic tac.
11 ottobre 2018
Quando dicono “lo #spread non ci fermerà” stanno dicendo che il default dello stato e delle banche italiane non li fermerà. Tic tac.
All’asta il Btp triennale di oggi ha registrato un rendimento del 2,51%, oltre il doppio rispetto al collocamento di settembre.
Prima dell’avvento del governo del popolo, i rendimenti dei Btp triennali oscillavano vicini allo 0%. Tic tac.
12 ottobre 2018
Con i tassi di interesse al 3,55% sul decennale, il rating implicito dell’Italia è tra BB e BB-, cioè la parte bassa del “Non-investment grade speculative” a soli 1-2 notch da “Highly speculative”. Fine corsa insomma. Tic Tac.
14 ottobre
Così parla Alice Weidel, co-leader del partito nazionalista di estrema destra Alternativa per la Germania (#AfD), dottore di ricerca presso l’università di Bayreuth in economia politica ed aziendale analista nel ramo private equity presso #GoldmanSachs: “Dal punto di vista economico, l’Italia è in uno stato desolante. Il suo debito è alle stelle: non solo quello pubblico, anche quello privato è diventato alto. L’unica salvezza è la ricchezza patrimoniale dei privati, molto più alta che in Germania. E adesso la Francia e l’Italia pretendono pure il fondo comune dei depositi? Noi siamo totalmente contrari. Così ricominciate a fare debiti”. Ma davvero i penta legaioli che stanno ululando di gioia per le elezioni in #Baviera credono che, in chi parla in questa maniera di debito pubblico e deficit, possano trovare una sponda per le loro cretinate?
16 ottobre
Viva i bassi moltiplicatori!
Questa è la tabella fornita dal ministro Tria in cui si riassumono gli effetti macroeconomici della manovra di bilancio del governo.
Salta subito all’occhio lo scarso effetto delle due strombazzate riforme che introducono il reddito di cittadinanza e rimodulano la legge Fornero sulle pensioni. In totale, il costo si attesta a 16 miliardi per il 2019 (quasi l’1% del PIL) ma producono una crescita dello 0,3% di Pil (che scende a 0,2% nei due anni successivi). Non va meglio per la Flat Tax che costa 0,6 miliardi e non produce nulla nel 2019. A regime, nel 2021, si stima che produrrà una crescita dello 0,1% del Pil a fronte di una spesa complessiva di 4,7 miliardi nel triennio. Non un successone insomma.
Solo gli investimenti pubblici paiono avere un effetto degno di nota a fronte di una spesa molto contenuta, pari a 3,5 miliardi: con una crescita dello 0,2% l’impatto dà un moltiplicatore pari a 1 (per qualche strano motivo però negli anni successi è previsto un aumento di spesa per investimenti ma con impatti uguali al 2019 e quindi un moltiplicatore più basso)
Lo stop all’aumento dell’IVA costerà 12,5 miliardi in termini di minori entrate, e il suo impatto viene valutato 0,2% di Pil. Ma la Banca d’Italia ha già avvertito che si tratta di una stima eccessiva e che l’impatto potrebbe fondamentalmente essere nullo.
Insomma, il governo ha scientemente scelto di spendere il deficit in misure assistenzialistiche, trasferimenti monetari con bassi moltiplicatori e quindi di basso impatto sulla crescita.
In campagna elettorale invece ci era stato raccontato che il deficit serviva a fare “investimenti ad alto moltiplicatore” e che grazie a questi, la crescita avrebbe largamente sopravanzato l’aumento del deficit e del debito.
19 ottobre
FITCH: CON DOWNGRADE RATING ITALIA PROBABILE TAGLIO ANCHE PER 5 BANCHE
Su Intesa Sp, Unicredit, Mediobanca, Bnl e Credem (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 19 ott – “L’outlook negativo sul rating a lungo termine di Intesa, UniCredit, Credem, Mediobanca e Bnl riflette la nostra analisi che le banche in questione subirebbero con ogni probabilita’ un downgrade qualora venisse abbassato il rating sovrano dell’Italia”. E’ quanto si legge in un rapporto sulle banche italiane pubblicato oggi da Fitch. “Un downgrade del rating sovrano non impatterebbe invece direttamente sul rating delle altre banche italiane – prosegue Fitch – Tuttavia i rating potrebbero finire sotto pressione qualora il clima economico dovesse deteriorare e andare a impattare la qualita’ del loro portafoglio prestito determinando un nuovo aumento di debiti a rischio e peggiori prospettive per la riduzione degli npl. La combinazione di questi due fattori potrebbe rendere i livelli di capitalizzazione meno adeguati con i loro maggiori livelli di rischio. Inoltre o’a la maggior parte delle banche italiane ha ancora una significativa esposizione al debito sovrano”.
TIC TAC
20 ottobre
C’è una cosa di cui nessuno parla: con la crisi dello spread i titoli bancari precipitano e le nostre banche diventano scalabili. Ora capite perché Deutsche Bank e Jp Morgan tifano gialloverde?
22 ottobre
– Ciao Giovanni, come va?
– Eh dai bene, sono quasi in bancarotta…
– Perché dici che va bene allora?
– C’era la fila all’asta dei miei beni in parrocchia!
– Ah quindi hai fatto buoni affari?
– No ho svenduto pure le mutande ma quanta bella gente che ho conosciuto!
(per chi non lo conoscesse, è un noeuro che va spesso in tv ultimamente, corrente Rinaldi)
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dopo il default ci sarà la fila a comprare Btp a 10 cent, altro che 1,72 di cover ratio
24 ottobre da Keynes Blog
Il reddito di cittadinanza in deficit? Una spesa totalmente improduttiva. Lo scriveva Keynes 82 anni fa, oggi qualcuno spaccia l’assistenzialismo per keynesismo.
23 ottobre
Il debito pubblico è ricchezza privata, dicono tronfi i MMT. Ovvio, perché i privati detengono i titoli di debito. Grazie al governo del cambiamento, ogni italiano ha oggi in portafoglio 3.300 euro in meno di 8 mesi fa. Bello vero?
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