La carità non basta

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea  29 ottobre 2016

Pensare di risolvere, col solo esercizio della carità, il problema della miseria in cui versa la metà della popolazione mondiale, è un’illusione, è un’ipocrisia, ed è un inganno.
La carità non solo è necessaria, essa è perfino obbligatoria per ogni persona che abbia saputo conservare un minimo di umanità.
E tuttavia, ignorare che con essa si allevia momentaneamente una sofferenza, si placano per qualche ora i morsi della fame, ma non si restituisce dignità e speranza… equivale a rassegnarsi alla definitiva vittoria e al predominio feroce del capitalismo, che ha bisogno di affamati e prospera sulla disperazione dei migranti, e sulla concorrenza tra ultimi e penultimi…
Tra coloro che, in questi giorni e in queste ore, si oppongono all’accoglienza, non troviamo i potenti del mondo, quel 10% che possiede l’86% delle ricchezze della terra.
Ad opporsi sono gli appartenenti alle cosidette classi medie (salariati e pensionati) e cioé quel 40% della popolazione che si spartisce il 14% delle risorse residue.
Ecco un’altra colpa dei potenti! Sono riusciti ad inculcare nella testa di noi, povera gente, che avere un lavoro, poter contare su un salario o una pensione, possedere un’abitazione o un alloggio, godere di una relativa “sicurezza”, sia un privilegio, e non soltanto un diritto.
Ed è così che ci sentiamo quasi in colpa…per andare tutte le mattine a lavorare o per averlo fatto per quarant’anni…
Per quanto non sia giustificabile, e sia anche deprecabile nelle forme sguaiate e incivili in cui va in scena la cosiddetta “ribellione”…credo sia inevitabile che la paura costante dei piccoli “privilegiati” sia di perdere i piccoli “privilegi”…
I flussi migratori, ignorando la Cina e la Russia…e dirigendosi verso la vecchia Europa, con un sentimento misto di desiderio di Occidente e di odio verso gli antichi colonizzatori, accrescono la paura, precarizzano gli sforzi umanitari, vanificano gli improbabili progetti di integrazione.
I felicissimi casi d’integrazione riuscita non illudano: sono l’eccezione di un passato più “lieve”, che annuncia un sostanziale futuro disastro…
Sono l’eccezione che conferma anche che la solidarietà è diffusa, che la carità è esercitata a mani quasi piene, che la generosità popolare non manca…
Ciò che manca, su scala nazionale e mondiale, è una politica, una visione disgiunta dal capitalismo egemonico.
Finché non emergerà un’altra proposta, di un altro mondo possibile, e finché una strategia diversa non sarà concretamente sviluppata, continueremo a contare i morti, a distribuire indumenti usati e cibi scaduti, e a spargere paure represse e buoni sentimenti. Ma il mondo continuerà a sprofondare nel buio…
Il Papa ha il compito “istituzionale” di predicare la misericordia e la carità. E lo fa benissimo.
Compito di tutti è di provare a far sì che la storia dell’umanità cambi direzione e si liberi dalla disgraziata opacità nella quale è immersa in questi tempi tristi.
Sarebbe più propriamente “il compito della Sinistra”, se ci fosse una Sinistra.

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