Fonte: facebook
di Stefano Fassina – 4 marzo 2016
«Resto stupito, amareggiato, di fronte alla mercificazione del momento più alto e spirituale della vita, la nascita di un bambino. Un figlio non è un diritto e la maternità surrogata è davvero insostenibile. Non appartiene, non può appartenere alla sinistra.
Per me, e in generale credo per ogni uomo e donna di sinistra, i diritti sono un continuum. I diritti civili vanno insieme a quelli economici, sociali e politici. Non si può essere favorevoli al neo-umanesimo sul terreno del lavoro, del welfare e dell’ecologia e poi accettare il paradigma dell’individualismo liberista sui diritti civili. È una contraddizione. Ne voglio parlare con Nichi.
E’ contraddittorio voler rimettere la persona al centro del sistema economico e sociale e poi dimenticarla quando si tratta di rispettare la dignità della donna o l’inalienabile diritto del bambino a godere del legame con la mamma. E poi anche il luogo in cui si è svolta questa vicenda, la California, gli Usa, mi sembra paradigmatica: il ‘mercato della vita’ è possibile o dove ci sono gravi disagi sociali oppure, ed è questo il caso, dove domina l’individualismo proprietario.
Da quando la sinistra è diventata impotente nella rappresentanza del lavoro e si è appiattita sul modello liberista, ha cercato di compensare la sua perdita d’identità battendo la frontiera dei diritti civili. Il modello-Zapatero, per intenderci. Ma i diritti civili e individuali non si esercitano nel vuoto etico, hanno significato solo in presenza di limiti precisi. La maternità surrogata travolge limiti che non possono essere abbattuti. Riconoscere limiti all’individualismo è una battaglia di sinistra, autenticamente di sinistra”.


