Le slides

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 4 marzo 2016

Luca Ricolfi su Panorama ha spiegato che oggi le slides utilizzate da Renzi (e non solo) sono, in realtà, una sorta di specchio. Riflettono appunto l’interesse soggettivo di chi comunica, e che seleziona i dati da mostrare utilizzando i criteri che ritiene più vantaggiosi, piuttosto che essere quel che vorrebbero essere, ossia una rappresentazione chiarificatrice della realtà. Le slides sono una componente narcisistica insomma, così come ogni forma di rispecchiamento, e non una conoscenza effettiva del mondo. Ma se le cose stanno così, quale fiducia riservare a chi le espone come se fossero una certificazione di obiettività e una garanzia di verità? Nessuna.

Perché la deriva delle slides? Perché la politica si trasforma sempre più in tecnica, si affida alle cifre, si spoglia del suo carattere umano e del suo essere conflitto tra ‘parti’. In quanto tecnica vorrebbe farci credere che vi sia una verità profonda e insuperabile, una verità unica, trasparente, e che essa risieda anche nei quattro numeretti o percentuali che propone a giustificazione delle proprie scelte. Resta una questione di parte, la politica, roba quasi da amici-nemici, ma ci invita rumorosamente a credere che non sia così, che anzi sia giunto al potere oggi qualcuno che vuole ‘fare’ le cose per bene, senza chiacchiere, senza polemiche, senza gufi. E pure senza politica e senza ideologia. Pensate un po’.

Sappiamo invece che la tecnica è l’ideologia più velenosa, proprio perché dice e pretende di non esserlo, mostrandosi anzi nella sua presunta obiettività. La tecnica risolve problemi, la tecnica sgombra il campo da chi ‘parla’ molto ma non ‘fa’ nulla: ecco il leit motiv di questi anni. Diffidate sempre, in realtà, da chi si presenta come portatore (anzi realizzatore) di verità. Sta solo imponendo il proprio punto di vista, inducendovi a credere che stia lavorando per il bene comune e che i numeri siano con lui. Vi racconta balle mentre le spaccia per verità. Dice di voler ‘fare’, di essere lui la tecnica, di averne il controllo, ma è un outsider politico come tanti. Solo più scaltro. Con tutti i vizi e le furbizie degli altri. Anzi di più.

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