Continuità del crimine: dal Memorando Trump del 2017 alle nuove sanzioni USA del 2025 contro Cuba
Washington rilancia la guerra economica contro Cuba.
di Maddalena Celano
Non si tratta di un nuovo documento, ma della riedizione di una violenza sistematica. Il Memorando Presidenziale pubblicato dal governo statunitense il 30 giugno 2025, lungi dall’essere una svolta, rappresenta l’ennesimo capitolo di continuità dell’aggressione economica contro Cuba. È un aggiornamento e rafforzamento del Memorando Presidenziale di Sicurezza Nazionale n. 5, firmato da Donald Trump nel 2017, che segnò il ritorno alla guerra fredda contro l’isola.
Questa politica di asfissia economica, iniziata oltre sessant’anni fa, ha subito un’escalation brutale sotto Trump – con oltre 240 misure coercitive unilaterali – ed è proseguita, senza sostanziali cambiamenti, anche sotto l’amministrazione Biden. Il governo democratico ha preferito la continuità all’onestà, il calcolo elettorale alla giustizia internazionale. Il risultato? Un blocco economico, finanziario e commerciale che nel 2025 si presenta più aggressivo, più selettivo e più illegale che mai.
Dal 2017 al 2025: la stessa logica coloniale
Nel giugno 2017, a Miami, Donald Trump annuncia con fanfara il ritorno alla linea dura contro Cuba. Il suo Memorando n. 5 cancella le aperture dell’era Obama, proibisce rapporti con imprese cubane legate al settore militare, limita drasticamente i viaggi e reprime ogni forma di scambio scientifico, culturale e accademico. Si criminalizzano i legami tra i popoli, si attacca il turismo, si sabotano le rimesse.
Nel 2019, Trump attiva per la prima volta il famigerato Titolo III della Legge Helms-Burton, che consente cause legali contro aziende straniere che “trafficano” con beni nazionalizzati dopo la Rivoluzione. Si tratta di una misura revanscista, illegale e extraterritoriale, denunciata da UE e ONU, ma mai rimossa.
Nel 2020, nel pieno della pandemia Covid-19, gli Stati Uniti inaspriscono il blocco, impedendo l’arrivo di aiuti sanitari, interrompendo i voli commerciali, bloccando le rimesse, perseguitando le brigate mediche cubane. Cuba affronta il virus da sola, ma risponde con dignità, vaccini autoctoni e solidarietà internazionale.
Nel gennaio 2021, pochi giorni prima di lasciare la Casa Bianca, Trump inserisce Cuba nella lista degli “Stati sponsor del terrorismo”: un insulto grottesco a un paese che ha salvato vite in tutto il mondo.
2025: Trump “ritocca” il blocco… per peggiorarlo
Il nuovo Memorando del 30 giugno 2025, pur nella sua forma rielaborata, non cancella una sola misura del vecchio pacchetto Trump, anzi ne approfondisce alcune. Il documento introduce nuovi criteri per classificare settori dell’economia cubana come “non autorizzabili”, aumentando l’arbitrarietà delle sanzioni. Si promettono sanzioni secondarie contro le imprese che osano commerciare con L’Avana e si mantiene la Cuba socialista come bersaglio strategico della politica imperiale statunitense.
Il Ministero degli Esteri cubano (MINREX) ha subito reagito con fermezza, denunciando il documento come un atto di aggressione, in violazione del diritto internazionale, del principio di sovranità e dei diritti umani del popolo cubano. In una nota ufficiale, l’Isola ha ribadito la propria disponibilità a un dialogo rispettoso, ma non accetterà mai minacce, imposizioni né ricatti.
Un popolo che non si inginocchia
L’obiettivo delle sanzioni è chiaro da sempre: soffocare economicamente Cuba per provocare disordini interni e un cambiamento di regime. Ma dopo oltre sei decenni, Cuba è ancora in piedi, socialista, dignitosa e sovrana. Ha costruito un sistema sanitario gratuito, una biotecnologia pubblica avanzata, una cultura di solidarietà internazionale e una capacità di resistenza morale ed economica ammirevole.
I danni del blocco sono reali: inflazione, carenze, difficoltà energetiche e logistiche. Ma il popolo cubano non si arrende. Le sue conquiste sociali, la sua unità nazionale e la sua volontà politica continuano a sfidare l’imperialismo più potente del mondo.
Un crimine impunito, una solidarietà necessaria
Le sanzioni statunitensi contro Cuba costituiscono un crimine contro l’umanità, perché colpiscono consapevolmente un’intera popolazione. Esse sono extraterritoriali, arbitrarie, punitive e ingiustificabili. Che vengano da un presidente repubblicano o democratico, non cambia la sostanza: sono parte di un sistema imperiale che non tollera la disobbedienza.
La risposta non può essere la neutralità. È il tempo della denuncia, della mobilitazione, della solidarietà attiva e permanente con il popolo cubano. Contro il blocco, contro l’arroganza imperiale, per il diritto all’autodeterminazione.
Fonti e documenti consultati:
- MINREX – Dichiarazione ufficiale (30 giugno 2025): https://www.minrex.gob.cu
- ONU – Assemblea Generale, Risoluzioni annuali contro il blocco
- Granma, organo ufficiale del Partito Comunista di Cuba
- CELAC e ALBA-TCP – Comunicati di solidarietà
- Discorso del Presidente Díaz-Canel, aprile 2025, all’Assemblea Nazionale del Poder Popular
- Rapporto “El bloqueo en cifras” – aggiornamento 2024.
La “nuova” politica statunitense verso Cuba non è altro che vecchio imperialismo in abiti legali. Il vero problema degli Stati Uniti con Cuba non è il suo sistema economico, ma il suo esempio: l’esempio di un paese che resiste, crea, cura, educa e non si piega. E proprio per questo merita il nostro appoggio, la nostra voce e la nostra azione politica.