di Fausto Anderlini – 8 luglio 2018
La madre di tutte le battaglie
Alla fine, in quell’orgia nazionalista che sono i mondiali di calcio, son rimaste quattro squadre europee, Squadre che indossano i colori nazionali e che cantano inni ispiritate, Sicchè l’Europa di quattro stati trionfa nell’impero globale del pallone, pure se dell’Inno alla gioia non s’è udita una nota.
Per molto tempo, salvo brevi intervalli, l’egemonia calcistica è stata esercita da Italia e Germania, gli stati nazione tardivi e perciò inibiti a dotarsi di un impero, Con la conseguenza di aver creato il fascismo. Squadre calcistiche a base etnica omogenea, al massimo articolate regionalmente con il concorso di sub.nazioni interne. A rappresentare, tramite il calcio, la meccanica, il design e altro, la rinnovata belligeranza di grandi nazioni neglette perite nella tragedia. Anche l’ultimo dominio calcistico spagnolo si può aggiungere al gruppo, se si considera che esaurito il siglo de oro, la Spagna, come nazione senza impero, ha finito per allinearsi alla vicenda delle altre sfortunate consorelle.
Ora, finita l’egemonia degli stati-nazione senza impero, ci sono in campo quattro formazioni emblematiche della deriva delle formazioni nazionali europee.
In primo luogo colpisce la performance delle due grandi nazioni-impero decadute della periferia occidentale d’Europa. La Francia e l’inghilterra, Stati nazione senza più impero ma anche senza nazione, essendo essi evoluti come una escrescenza tardo imperiale, promiscua e cosmopolita. La Francia (per me la più accreditata al titolo) trionfa con una squadra dove i francesi autoctoni titolari sono tre, di cui uno alsaziano (mentre il trainer è un basco). Per il resto, quanto alle origini etniche, è una rappresentativa metropolitgana d’oltre mare dell’Africa nord occidentale e sub sahariana. Lo stesso, seppure con qualche gradazione, vale per l’Inghilterra rappresentativa regionale dell’UK. La quale si ostina a giocare senza il concorso degli altri sudditi scozzesi ghallesi e irlandesi della regina, potendo attingere a un illimitato commonwealth multietnico interno. Se la Inghilterra e la francia sono entrambe stati-nazione impero declassati il Belgio è null’altro che un residuo dinastico. Uno stato con passato coloniale senza mai passare per una propria nazione essendo l’accrocchio di due regioni periferiche. Però anch’esso con una squadra (e che squadra!) espressione dello stesso residuo imperiale tipico di Francia e Inghilterra.
Praticamente le tre squadrte più accreditate a prendersi il titolo mondiale sono frappresntative selezionate dei migliori giocatori tratti da ogni parte del globo, specie africani.
Resta la Croazia, unica squadra veramente nazionale, etnicamente omogenea. Squadra animata dall’impeto nazionalista che è tipico del nevrotico e complessato nazionalismo senza stato dell’europa dell’est e balcanica ma nella quale nessuno gioca in patria. Tuttgi mercenari assoldati dai club imperiali dell’europa maggiore.
Chi vincerà ? La Croazia visegaradiana, con quella ridicola bandiera-tovaglia, o la Francia cosmopolita e macroniana ? Il non stato Belga o la squadra commonwealth della Brexit ?, Il vero duello chiave, varaianti a parte, sarà fra l’africa metgropolitana a servizio dell’Europa e i mercenari nazionalisti di Visegrad. Due europe.