Autore originale del testo: Vincenzo Dambrosio
L’ITALIA E’ IN GUERRA A NOSTRA INSAPUTA.
PREMESSA: Non ci sono, ad avviso di chi scrive, guerre buone e guerre cattive. Sono tutte odiose. Lo sono in modo particolare quelle si combattono almeno da alcuni decenni. Perché? Perché non si combattono tra eserciti contrapposti in campo aperto o in trincee. Ora si combattono, con armi sempre più sofisticate e più terrificanti. Si mira a colpire soprattutto le infrastrutture, gli strumenti di difesa del nemico. Peccato che comportino sempre morti e sofferenze tra la gente comune. Gli americani sicuramente hanno perso il conto di quanti civili hanno ucciso con i loro bombardamenti in tante guerre che hanno portato in giro per il Mondo almeno dagli anni 60 a oggi.
Chiuso l’aspetto etico, ora si proverà a dimostrare la veridicità di quanto riportato nel titolo del post con due argomentazioni. Una, come si suole dire, “terra/terra”. Una seconda in punto di diritto internazionale. –
-Argomentazione “terra-terra”. Una persona, che s’imbatte in una lite tra due o più parti, ha sostanzialmente tre scelte. 1) passare oltre con indifferenza; 2) frapporsi tra le parti, cercando di sedare la lite; 3) decidere di aiutare indirettamente una parte o schierandosi apertamente a suo sostegno. Con quest’ultima scelta però ci si espone alla prevedibile reazione dell’altra parte. Non è cosi?
-Argomentazione secondo il Diritto Internazionale. Quest’ultimo ha almeno due peculiarità, che lo differenziano dal Diritto interno degli Stati. La prima🙂 è costituito da norme consuetudinarie, che si sono formate nel tempo, che generalmente sono rispettate come vincolanti dagli Stati e da accordi e/o trattati, che vincolano solo gli Stati aderenti. La seconda: tutti gli Stati sono in condizione di parità. Non c’è un organo sovranazionale in grado di costringere uno Stato al rispetto di un obbligo o di sanzionarlo perché inadempiente. Per la verità, c’è l’Onu, la cui azione però è resa sterile dai veti di cui dispongono nel Consiglio di Sicurezza i cinque Stati vincitori della seconda guerra mondiale.
Sarebbe stucchevole discutere su come definire quello che succede tra Russa e Ucraina. Certo, si può chiamare come si vuole. E’ solo una maledetta guerra. Certo che c’è un aggressore e un aggredito. Le guerre non iniziano così? Si è poi proprio sicuri che la ragione stia sempre da parte dell’accredito? Al riguardo, una domanda per i guerrafondai nostrani, infoiati come l’asino nel mese di maggio. Quando la Nato e l’Italia sono andati a bombardare in Libia, a uccidere in maniera proditoria Gheddafi, chi era l’aggressore e chi l’accredito?
La guerra in atto va fermata. (non avrebbe dovuto nemmeno iniziare) Se si vuole fermare allora bisogna considerare le ragioni, che ne sono alla base, senza pregiudizi ideologici o posizioni preconcette, senza accampare giustificazioni di carattere etico.
Non sostengono una guerra le argomentazioni storiche e culturali addotte dal Presidente Russo. Bisogna però tenere conto degli avvenimenti del 2014 e degli accordi di Minsk, che ne seguirono. Accordi in 12 punti sottoscritti alla presenza di Francia , Germania e Ocse, con incarico a quest’ultima di controllarne il rispetto. Accordi rimasti “lettera morta” per l’ intromissione dell’amministrazione americana (Obama/Biden). Perché si voleva proteggere il popolo ucraino? Certo che no! Solo i loro interessi di geopolitica, solo per affermare la loro supremazia in Europa.
Furono prima fomentati disordini di piazza, che portarono alle dimissioni di un presidente democraticamente eletto, che per gli Americani aveva il difetto di essere filo russo. Poi furono promessi consistenti aiuti economici, armi e istruttori per l’esercito ucraino nonché l’entrata nella Nato. Il tutto in un crescendo che, con il ritorno di Biden come presidente Usa, non poteva non allarmare la Russia. Una delle sue prime prima dichiarazioni non fu : Putin è un assassino”?
La Russia, prima di iniziare “la sua missione speciale” (più esatto dire, guerra ) forse avrebbe fatto bene a ricorrere prima all’Onu e al Consiglio di Sicurezza con una risoluzione di condanna del l’Ucraina per il mancato rispetto degli accordi di Minsk e per le continue provocazioni militari dal 2015 nel Don Bass. Così facendo avrebbe costretto allo scoperto Usa e Gran Bretagna, che sono i due paesi , che hanno fomentato la guerra e non vogliano la pace.
Ha un fondamento di legittimità l’intervento russo? Una norma del diritto internazionale, che affonda le radici nel diritto romano, afferma: “pacta sunt servanda”. I patti vanno rispettati. L’Ucraina ha rispettati gli accordi di Minsk? No, di certo! Un’altra antica norma sempre del diritto internazionale riconosce a uno Stato, per il mancato rispetto di un patto stipulato, o per la violazione di un suo diritto, la prerogativa all’autotutela. Alla luce delle norme citate, l’uso della forza da parte russa appare legittimo .E’ senz’altro discutibile se la guerra sia un atto proporzionato al mancato rispetto degli accordi di Minsk.
Certo, appare anche legittimo intervenire a sostegno di una parte in conflitto, anche inviando solo le armi. Nel caso però, lo Stato, che interviene, è da considerarsi come parte in causa a tutti gli effetti e quindi esposto al diritto di rappresaglia e/o alle contromisure dell’altra parte.
Le sanzioni sono legittime? Nessuna norma può costringere uno Stato ad avere relazioni diplomatiche e commerciali con un altro. E’ lecito negare l’approdo nei porti o chiudere il proprio lo spazio aereo ai mezzi di uno Stato non gradito. Congelare però le riserve valutarie di uno Stato, i beni di suoi cittadini, che hanno fatto degli investimenti nel rispetto delle leggi locali, sono azioni di pirateria economica. Equivalgono ad autentiche azioni di guerra!
L’Italia è in guerra? Certo. Inviando armi all’Ucraina e applicando sanzioni contro la Russia, lo Stato italiano è da considerare a tutti gli effetti un paese cobelligerante e quindi esposta alle eventuali ritorsioni russe, anche di tipo militare. Questo gravissimo atto è stato compiuto però “ all’insaputa di noialtri” violando almeno due articoli della Costituzione.
L’art.11, che afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento per regolare le controversie internazionali. La disposizione citata è da considerare ormai come una pallina di plastilina. Negli ultimi decenni è stato, infatti, modellato dai nostri governi a sostegno di ogni tipo d’intervento militare (umanitario, lotta al terrorismo, per distruggere armi chimiche di un dittatore, per esportare la democrazia ecc.). Sempre però al servizio degli americani, anche contro i nostri interessi, come accaduto in Libia e come sta accadendo ora.
L’art.78 prevede che siano le due camere a deliberare lo “stato di guerra”. Il Governo dei migliori invece si è limitato a una semplice comunicazione verbale, riservandosi il diritto di emettere un decreto legge per la scelta delle armi da inviare volta per volta. Il tutto a nostra insaputa e per il loro piacimento.
Vincenzo Dambrosio.
Nota all.
Gli invasati politici nostrani, europei nonché i tanti soloni, che imperversano a reti televisive unificate, non sembrano in grado formulare uno straccio di proposta per fermare questa maledetta guerra. Allora si vorrà perdonare la presunzione di un “ingenuo pingopallino”, che si permette di segnalare una possibile via d’uscita.?
La Cina, che sembra il paese più equidistante dalle due parti in conflitto, dovrebbe/potrebbe presentare una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu con i seguenti punti:
- Cessate del fuoco immediato:
- Stop all’invio di armi all’Ucraina e di ogni interferenza esterna
- Apertura di trattative di pace tra le due parti, partendo dagli accordi di Minsk.
- Un congruo rimborso per i danni di guerra all’Ucraina, ad accordo di pace raggiunto.
- Revoca del congelamento delle riserve valutarie della Russia.
Sognare non costa nulla!!


