Autore originale del testo: Fausto Anderlini
M5S, votate e fate votare
Per chi votare alle europee ? Per me la risposta è semplice. Il M5S. Dei cui candidati so poco o nulla, ma che garantisce coerenza rispetto ad almeno due issues dirimenti: una politica estera critica rispetto all’asse belligerante euro-atlantico e una politica sociale in favore delle fasce deboli. Un voto ai Cinque Stelle guidati da Conte è un voto utile in un duplice senso. Perchè può fare valere queste posizioni in Europa in alternativa all’insipienza del Pse, con la sua innata coazione a votare crediti di guerra, in una delirante deriva identitaria anti-russa. E perchè tiene fermo sul piano interno l’ancoraggio sociale di una alternativa non meramente pro-sistema alla destra post-fascista.
Ora demonizzati, ora irrisi, ora silenziati dal concerto mainstream i 5Stelle costituiscono in realtà, per necessità se non per virtù, l’unica anomalia positiva nella politica nazionale. In ogni modo si è tentato di accreditare in questa campagna elettorale l’idea di un tete a tete fra Pd e FdI, uno scontro sinistra/destra personalizzato nel dualismo Schlein/Meloni, con lo scopo di prosciugare i rispettivi campi degli elementi anomali (M5S e Lega). Una volata in verità ‘convergente’, un patto sotterraneo di mutuo sostegno sul quale fare scorrere senza ferire i più svariati derivati ideologici (p. es. fascismo/antifascismo, democrazia/autoritarismo, diritti civili/oscurantismo…..). Ma evitando di toccare, e men che meno di sintetizzare in chiare alternative, il tema decisivo in queste elezioni europee: il destino geo-politico del continente. Scambiando tutt’alpiù, all’occorrenza, specie in relazione ai conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese, le nuances fra chi fa il falco e chi la colomba. Inutile rimarcare l’ultimo episodio, dove a proposito delle sciagurate frasi di Stoltenberg il Pd non ha proferito parola, mentre la Meloni ha almeno accennato a un distanziamento. Sicchè lo scontro Pd/FdI richiama per più di un aspetto una sorta di Wrestling, dove due fighter nerboruti e agghindati da animaloni fanno finta di darsele di santa ragione ad uso spettacolo (il copyright è di Marcella Mauthe). Un depistamento. Una acrobazia la cui messa in scena ha iniziato a palesarsi durante il governo Draghi, con la scelta degli interessi di sistema di isolare e distruggere l’anomalia del blocco giallo-rosso a guida Conte. Da allora tutti i susseguenti passaggi della politica nazionale sono leggibili secondo uno spartito di chiarezza adamantina, invisibile solo ai ciechi e agli auto-illusi. Le stesse liste varate dal Pd, con l’immissione ai margini di esponenti ‘pacifisti’, sono fumo negli occhi: un pluralismo di posizioni senza alcuna ridefinizione della linea politica, utile per attirare gli allocchi con l’esca del voto ‘personale’. Un aspetto che riguarda, mutatis mutandis, anche il duo Sinistra Italiana e Verdi, con liste farcite di accattivanti personalità border line, ma senza che sia stato avanzato alcun distinguo circa il forsennato gruppo verde europeo e senza alcun chiarimento circa i finanziamenti ottenuti dalla lunga manus democratico-americana. Un voto assai poco rassicurante. Mentre di tutto rispetto sarebbe quello riservato alla lista di Santoro, seppure irrilevante nella politica nazionale e col rischio più che probabile di un mancato quorum. In politica più che in ogni altro campo, e soprattutto alle elezioni, vale il motto hegeliano: la quantità è qualità. Perchè le cose prendano una certa piega è decisivo che i più prossimi alla meta, cioè i 5Stelle, facciano il pieno.