Mimmo Lucano, prodigarsi per gli altri: un’inattuale stranezza

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 5 ottobre 2018

Far passare Mimmo Lucano per un bandito, è quanto di peggio possa esprimere il nostro Paese in questo periodo così buio. Il Sindaco di Riace non intende essere un caso politico né personale, non è un martire e non credo che voglia diventarlo. È un uomo che si prodiga per gli altri, tutto qui. Per altri che sono poi i più altri di tutti. Certo, in un’Italia delle disuguaglianze, che predica ‘padroni a casa propria’, che sfodera condoni fiscali, in cui le Ong sono classificate come un pericolo pubblico e dove la politica è nello stato in cui è, Mimmo Lucano è un inattuale, un uomo di altri tempi davvero. Anche a sinistra si sono levate reprimende nei suoi confronti. Si è detto che le leggi si rispettano sennò si cambiano! Più formalisti di un liberale! Poi magari si scagliano contro l’Europa a colpi di strappi sul deficit (sono regole anche quelle, eh!) e di Cigni Neri. Non ripeto le cose giustissime dette da altri, sull’obiezione di coscienza e sulla disubbidienza civile. Non ripeto la giusta osservazione che le norme si cambiano quando la società preme per cambiarle, quando si rivelano inadeguate, quando appaiono inefficaci, ingiuste e si rivelano inadatte a interpretare i bisogni di un Paese. Certo, le leggi (come la Bossi-Fini) le devono cambiare i parlamenti, ma questi non operano in una bolla formalistico-legalitaria, sono la prima sonda dei mutamenti profondi che chiedono dei cambiamenti. Per il riconoscimento legislativo dei diritti civili è andata sempre così, penso in ultimo ai diritti per le coppie gay.

Ma io tutto questo lo do quasi per scontato. Quello che dico è che uomini come Mimmo Lucano, se anche ricorrono (o dovessero ricorrere) alla disobbedienza o a forzare l’interpretazione delle norme (cosa che è tutta da provare, peraltro) lo fanno senza alcun interesse per se stessi e in piena coscienza. Sanno cosa stanno facendo, sanno perché lo stanno facendo, sanno a cosa potrebbero andare incontro, sono pronti a pagare. È qui la loro grandezza morale, contenuta in un robusto involucro di umiltà. Il medico che faceva abortire le donne quando la legge ancora non lo consentiva, e lo faceva a proprio rischio, senza nulla a pretendere, consapevole di rischiare tutto (lavoro, libertà), con la piena coscienza del proprio operato, era un disobbediente a cui oggi si deve, per quanto fatto, il progresso nella nostra normativa sull’interruzione della gravidanza. Il Sindaco che capisce e interpreta il dramma della povertà, della fuga, della clandestinità che ti piomba indosso senza essere né ladro né bandito, è un altro grande uomo, per il quale la moralità è più forte delle leggi ingiuste, come quella che getta nella clandestinità solo perché non si è italiani. Se ha sbagliato, la legge lo condannerà, statene certi. Sentitevi garantiti. Lucano lo sa, ne è consapevole, ed è qui il valore etico e politico del suo impegno. Fuori di ogni formalismo. Che va bene in Italia, e invece non va bene in Europa. Guarda un po’.

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