di Gessica Allegni – 17 marzo 2017
Oggi lascio il Partito Democratico e aderisco ad “Articolo 1 – Movimento dei Democratici e Progressisti”.
È stata una decisione difficile, sofferta, a lungo meditata.
Non è facile lasciare quella che per anni è stata per te come una seconda casa, anche se da tempo ti sentivi più un ospite non gradito.
Non è facile interrompere un percorso in cui hai fortemente creduto e abbandonare una comunità con cui hai condiviso anni di battaglie, sconfitte e vittorie.
Da troppo tempo ormai, non da oggi, quella comunità si è sempre più dispersa, svuotata da un abbandono silenzioso che non ha mai ricevuto la giusta attenzione da parte di chi a tutti i livelli aveva il compito di tenerla insieme, favorire la discussione, l’incontro, la partecipazione di un popolo che a mano a mano abbiamo lasciato sempre più ai margini delle nostre decisioni.
Ci siamo persi, rincorrendo politiche e modelli di partito che non ci appartenevano, facendo nostra un’idea leaderistica che ha indebolito pesantemente la nostra capacità di elaborazione e rappresentanza di mondi a cui abbiamo totalmente voltato le spalle.
Non c’è solo il “problema Renzi”, ed è la ragione per cui non riesco ad appassionarmi ad una battaglia congressuale tanto rapida dal rendere impossibile qualsiasi tipo di confronto vero, la mutazione è avvenuta in profondità. Riguarda i nostri valori, le nostre radici, la nostra capacità di leggere il mondo e i suoi cambiamenti, riguarda anche il nostro modo di saper stare assieme.
Non riesco più a sopportare le denigrazioni personali, l’arroganza, la prepotenza, che spesso caratterizzano i nostri gruppi dirigenti e il nostro dibattito interno.
Vi è cioè non solo una ragione politica (che potete leggere nel comunicato condiviso con altre compagne e compagni di Forlì http://www.4live.it/…/scissionisti-di-forli-ecco-perche-us…/) ma è anche una questione di “dignità”.
In questi anni ho visto storie personali maltrattate, esperienze liquidate per fare spazio al nuovo che avanzava, ho visto rincorrere i sondaggi e in funzione di questi insultare l'”avversario interno” per racimolare qualche voto fuori di noi. Fino a che quel fuori non è diventato “noi”. Mentre tanto di nostro scivolava via…
È difficile scrivere queste righe.
Dentro al PD rimangono persone a cui voglio sinceramente bene e che pensano sia giusto portare avanti quella che considerano “l’ultima battaglia” possibile per riportare il partito sulla giusta via. Io voglio continuare a combattere, ma a questo punto voglio farlo per una causa a cui credo di più: restituire una casa a tanti che l’hanno persa, restituire loro la possibilità di impegnarsi e rimettere in gioco sogni e passioni interrotte dopo anni di militanza, recuperare la fiducia di chi vive ai margini e non ci riconosce come un reale strumento per emancipare le proprie vite, ricostruire un nuovo, largo e plurale, centrosinistra.
Si va, in mare aperto, fuori dalle conte personali, fuori dalle lotte intestine per un posto al sole, fuori dagli insulti e dalle accuse reciproche che ci hanno sempre più allontanati dal mondo reale per tornare, semplicemente, a fare politica.
Con molti che oggi restano nel PD ci incontreremo ancora, ne sono sicura, perché la nostra parte è la stessa ed il sentire comune, anche se stiamo facendo scelte diverse.
Con tanti altri ci rivedremo dopo tanto tempo. Con altri ancora costruiremo insieme nuove ragioni per un impegno collettivo.
Non perdiamoci di vista.
Ora non finisce nulla,
ora si comincia!
Da Sinistra.
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di Gessica Allegni – 17 marzo 2017
Va beh questo forse vi interesserà meno ma io ho bisogno di scriverlo e lo faccio.
Oggi è stato anche il mio ultimo giorno di lavoro in regione e.r. al gruppo del partito democratico (per ovvie ragioni) e questa è stata la parte piu dura della scelta che mi sono trovata a fare.
Non si tratta di un semplice rapporto di lavoro interrotto, si tratta del fatto che mi mancheranno le persone meravigliose con cui ho potuto collaborare in questo anno e mezzo circa passato alla velocità della luce. Non vi taggo tutti perché dimenticherei qualcuno e non me lo perdonerei. Sappiate solo che vi porto nel cuore.
Però ci sono due persone che non posso non menzionare.
Mi mancherai Alessandro. Sei stato un amico, una presenza, un riferimento imprescindibile. Hai sopportato i miei sfoghi, i miei sbalzi d’umore (cit.), mi hai fatto incazzare un sacco di volte ma sono sicuramente di più quelle in cui io ho fatto incazzare te. Tu che parli con un tono di voce impercettibile che chissà chi ti potrebbe sentire, tu che vai in ansia per tutto, tu che sei un po’ paranoico, costantemente al telefono con quegli auricolari arrotolati intorno al collo e pure juventino…e arbitro!! Mi mancherai tantissimo.
A Stefano invece devo soprattutto dire grazie. Perché mi hai dato una grande opportunità, hai creduto in me quando a malapena mi conoscevi, ti sei fidato dei miei consigli e me ne hai dati tantissimi. Mi hai permesso di crescere e confrontarmi coi miei limiti senza farmeli pesare ma cercando di spronarmi a superarli, sei stato una spalla quando avevo bisogno di conforto, mi hai spinta a rischiare quando avevo paura di farlo, hai creduto in me più di quanto ho saputo farlo io e sei stato un esempio di impegno e dedizione al lavoro e al tuo incarico come onestamente se ne vedono pochi in giro.
Con voi mi sono sentita parte di una squadra, di un progetto costruito insieme e su cui non voglio, proprio non ci riesco, scrivere la parola fine…
È stato un onore, un piacere, un gioco e una sfida lavorare con voi.
Vi devo tantissimo, vi voglio bene.
Sono sicura che faremo in modo di ritrovarci, sulla stessa strada, per farne altra insieme.
Grazie compagni.



1 commento
Non conoscevo la tua storia, ma è anche la mia, che da fuori è sempre stata di orgoglio per l’appartenenza a sinistra. E che in certi momenti, non era semplice esserlo, mi è costata cara. Anch’io ho mollato il PD, al quale credevo fin dall’inizio, ma è stato un aborto. Tutto quello che Bersani dice è il mio sentire, ma non sopportavo più, abituato ed uso alla dialettica ed allo scambio di opinioni, da cui trarre una sintesi, trovarmi di fronte a chi ci ha scippato la casa, e che scappa con il maltolto. Quella non è gente chi mi appartiene e la cui vicinanza mi infastidisce. A dir la verità , i fuoriusciti sono loro, con il maltolto, a noi resta qualcosa di pulito, la SINISTRA: