Fonte: facebook
di Antonio Napoletano – 5 settembre 2014
Leggo in ritardo la squillante intervista, si fa per dire, che ieri un servizievole cronista del “Corriere” realizzava con la ‘fiduciaria’ Debora Serracchiani. Dico subito che, per principio, una poveraccia, i cui genitori hanno affibbiato un nome come quello che lei è costretta a indossare, ha tutta la mia umana solidarietà. Anche se scontare per la vita questa ‘colpa’ è inevitabile conferisca al carattere della malcapitata quei tratti, diciamolo pure a sua parziale scusante, di insopportabile cafonaggine che nessuna laurea o corsus honorum riusciranno mai ad addolcire.Infatti, c’è da pensare che D’Alema, quando parlava di ‘fiduciari’ – parola che ci riconduce a quella pletora di capifabbricato un po’ sorveglianti e un po’ delatori inventata dai fascisti – certamente avesse in mente proprio lei, la nostra Debora, la sorvegliante un po’ piperina e un po’ pierina del Nazzareno.
Ebbene cosa dice la nostra Debora a proposito delle intemerate dalemiane?
<<Che cosa vuole che le dica?Magari D’Alema sta attraversando un momento di…di…
Di distrazione? Di rabbia?
Ma no, non mi faccia usare queste parole. Ecco, di sofferenza personale. Magari di sofferenza personale.
Intanto ha detto che il governo Renzi sta ottenendo risultati insufficienti.>>
E qui Debora, smessi i panni della Serracchiani pensosa, diventa Debora la ‘fiduciaria’. Infatti, replica:
<<Sostenere che il governo stia ottenendo risultati insufficienti mi pare un tantino – sì dice proprio così: un tantino! – offensivo nei confronti dei cittadini che invece guardano a quello che l’esecutivo ha già fatto, al punto che premiano il Pd con quel 40,8 per cento mai raggiunto prima. Basta metter in fila le cose.>>
E allora avanti Debora mettile in fila.
Così aggiunge precisando:
<<E’ stata fatta una gigantesca operazione di redistribuzione del reddito con gli 80 euro.>>
E qui non ci ho visto più!
Naaa, Debora, ti sopporto e ho umana comprensione se fai la fiduciaria, ma se ti metti a fare Debora la Piketty de noantri no! Eh no!
E sconsolato, chiudo il giornale. M’aggrappo alla saggezza degli antichi: nomen omen.
Sì, non si sfugge: il nome è l’uomo (o la donna-uomo) non c’è pezza.
Così come non c’è pezza per il povero D’Alema che, andato per fottere è rimasto fottuto, da questi scalzacani con i quali hai voglia a usare il fioretto, sanno usare solo le mazzate. Mazziere in politica, Debora nella vita.
Sì, caro Massimo, stavolta, direbbe Debora, hai toppato.