Renzi, Il partito caratteriale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

L’uomo è largamente inviso. Le classifiche di gradimento lo collocano ormai stabilmente all’ultimo posto della lista, fanalino di coda, assieme a Berlusconi, dei leader tramontati. Dati i noti e ripetuti precedenti nessuno si fida di lui ed averlo nella compagnia di giro suscita una generale inquietudine. Smargiasso, sleale, supponente, ossessionato dalla visibilità e dall’esclusività del comando. La sua Italia Viva più che un partito è uno slogan commerciale che vorrebbe insinuare nel consumatore adrenaliniche sensazioni post-ideologiche: velocità futuro novità modernità spregiudicatezza empatia leggerezza divertimento… in realtà è solo lo strumento della sua ri-presentazione. Sino all’ossessione.

Chi può essere interessato a un partito siffatto? Non segmenti sociali definiti nè correnti culturali interessate a una diaspora. Certamente gruppi di interesse ove serva allo scopo. Certo avventurieri in cerca di un’occasione di riscatto. Ma soprattutto i tipi umani che si identificano con il personaggio. Nel caso specifico non per l’immagine di successo che non è più in grado di effondere. Ma proprio perché incarna il desiderio di rivalsa per un insuccesso attribuito proiettivamente ad altri.

In altre epoche, vigenti le ideologie, i partiti sconfitti in ardui cimenti storici si avvalevano, per ripresentarsi, dell’aura nostalgica delle ragioni dei vinti. Qui invece siamo di fronte a una mera identità idiosincratica che trae origine da qualsivoglia frustrazione. E che si riflette nella figura di Renzi. Per una supposta affinità esistenziale e caratteriale. Un partito di fenomeni inibiti ad esprimersi e a veder riconosciute le loro velleità timotiche a causa dei nemici di turno. L’iperpolemismo essendo un tratto precipito dell’uomo e del suo stile. Un duellante perenne. Perciò un partito antropologicamente tarato: antipatetici cinici dissociati e mediocri. Con l’intenzione di divertirsi. Facendo danno. Il ghigno del teppista.

Il partito caratteriale e sotto questo profilo una logica conseguenza evolutiva della personalizzazione politica. Il partito personale non può avere altra essenza che la caratterialita del fondatore.

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