Rossella Muroni si dimette da presidente di Legambiente e entra in Liberi e Uguali

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pietro Grasso, Rossella Muroni

di Pietro Grasso – 19 dicembre 2017

C’è un’Italia che ha soluzioni straordinarie e innovative per cambiare il nostro Paese in meglio. C’è un’Italia che ogni giorno le mette in pratica ma è ignorata dalla politica. Liberi e Uguali nasce proprio per dare voce e rappresentanza a questa Italia, per collaborare e crescere insieme.

Sono orgoglioso di poter annunciare che Rossella Muroni entra nella nostra squadra e che coordinerà la campagna elettorale. Chi conosce Rossella sa del suo lavoro ventennale in Legambiente; sa quale patrimonio di entusiasmo, competenza ed energia porterà; sa che il suo impegno ecologista si lega con una visione innovativa dell’economia e dello sviluppo del nostro Paese. Con coraggio ha scelto di dimettersi da presidente di Legambiente e accettare la sfida di portare in Parlamento le idee che per anni ha invano proposto alla politica.

Noi siamo felicissimi che abbia accettato di partecipare alla costruzione di Liberi e Uguali e di entrare a pieno titolo in questo progetto. Lo avevo detto: per noi il tema ambientale non è uno slogan da campagna elettorale ma una precisa idea di Paese. Ogni proposta programmatica – dal lavoro alla scuola, dalla salute all’economia, dal fisco alle infrastrutture – sarà pensata nell’ottica del rispetto e della valorizzazione del nostro patrimonio ambientale. Con Rossella, con il suo impegno in prima persona, colmeremo il ritardo che ci separa dagli altri paesi europei che stanno già realizzando la green society. 
Benvenuta Rossella e buon lavoro!

-.-.-.-.

 Ecco cosa scrive Rossella Muroni alla sua Associazione: 

Buon vento Legambiente

Cara Legambiente,

Sono entrata nella nostra associazione nel 1996, da volontaria, presso l’ufficio stampa. Oggi mi dimetto dalla carica di Presidente nazionale.

Per quasi dieci anni ho avuto la fortuna di essere formata direttamente dai circoli di Legambiente che mi accoglievano sul territorio organizzando le tappe del Treno Verde, di Goletta Verde, di Operazione Fiumi. Nel 2005 la nascita del mio primo figlio mi ha fatto tornare “stanziale” e da lì dal 2007 sono stata prima direttrice generale e da due anni presidente di questa straordinaria esperienza umana che chiamiamo Legambiente. Non ho mai smesso di viaggiare e di attraversare i territori, magari con al seguito i miei bambini, sempre sicura di essere accolta, di imparare comunque qualcosa, di essere utile. Ho in mente tutti i vostri volti, le vostre storie, le vertenze e le iniziative in cui mi avete coinvolto in questi 22 anni. Un bagaglio culturale, umano, emotivo, politico unico e prezioso che continuerà ad accompagnarmi anche in futuro.

Non ho mai avuto un’impostazione tecnico scientifica e per me – sociologa di formazione – il dato ambientale ha sempre avuto in sé un valore sociale, come fosse un testimone numerico delle diseguaglianze che attraversano i nostri territori.  In questi ultimi anni mi è sempre più chiaro come il tema della riconversione ecologica della società abbia in sé una portata epocale. Si tratta di una visione integrale, come l’ha definita Papa Francesco, e fortemente radicale come assai più umilmente dico io. Siamo in un momento cruciale in cui i nostri temi sono oggettivamente al centro della Storia. Una visione integrale e radicale che continua a sfuggire alla politica ed io negli ultimi tempi sempre più spesso ho rischiato di scivolare, mio malgrado, nell’antipolitica lamentando il ritardo culturale delle nostre classi dirigenti.

Io, da sempre innamorata della pratica politica, non voglio rassegnarmi al fatto che proprio la politica non dia rappresentanza per esempio a quel pezzo d’Italia sconosciuta ai più ma già ben radicata, che crede fortemente e opera nell’interesse generale.
Un Paese fatto da migliaia di persone che immaginano e realizzano, dal basso, nuovi modelli di welfare, di cura del territorio, di produzione di beni e servizi, di utilizzo dei beni comuni. Quella che Legambiente chiama la green society e che si salda alle aziende e alle imprese che in campo agricolo, energetico, dei rifiuti, della nuova mobilità, del turismo sostenibile realizzano l’economia circolare e verde.

In queste settimane, come potrete immaginare, in diversi mi hanno offerto una prospettiva da parlamentare ma a tutti ho risposto che facevo già politica guidando la mia associazione. Sono andata in tutte le assemblee politiche in cui mi hanno invitato: dalla conferenza programmatica del PD, alla convention di Campo progressista fino all’assemblea di fondazione di Liberi e Uguali. A tutti ho detto che la sinistra doveva diventare moderna e mettere al centro la questione ambientale non come tema separato, da manuale Cencelli, ma come elemento centrale di una nuova visione di Paese.

Di fronte a questo mio pensiero Pietro Grasso mi ha fatto una proposta diversa: la partecipazione diretta e in prima persona nella costruzione del nuovo movimento Liberi e Uguali, al di là della prossima scadenza elettorale. La possibilità di saldare la cultura ecologista con i valori della sinistra rappresenta per me una sfida irresistibile. Si tratta per me anche di un percorso interiore che mette insieme la mia cultura politica con i miei 22 anni da ecologista in prima linea. Un percorso che durerà anni certo, ma che potrebbe colmare quel vuoto e quel ritardo che ci separa dagli altri paesi europei, in cui già esistono esperienze ecologiste e di sinistra con un ruolo di governo e una visione di cambiamento.

Oggi ho presentato le mie dimissioni da presidente nazionale di Legambiente alla segreteria nazionale di Legambiente.
Spero che la mia associazione capisca e riesca ad essere orgogliosa della mia scelta di impegno diretto perché io rimarrò per sempre legambientina, consapevole che non è necessario ricoprire cariche statutarie per esserlo. Si tratta di una scelta personale ed autonoma, nella consapevolezza che in Legambiente e nel suo stesso gruppo dirigente convivono opinioni e sensibilità politiche plurali e che questa pluralità è una delle ricchezze dell’associazione da preservare gelosamente.
Nelle prossime settimane inizierà un processo di ricambio e la costruzione del nuovo assetto del gruppo dirigente.

Le dimissioni saranno formalmente ratificate dall’assemblea nazionale dei delegati di gennaio e la rappresentanza legale passerà – come da statuto – al direttore generale Stefano Ciafani, in attesa che il percorso di consultazione e confronto interno abbia modo di svolgersi in maniera la più collegiale e approfondita possibile. Buon vento Legambiente, buona fortuna a tutti noi, grazie di cuore per tutto quello che mi hai dato in questi anni.

                                                                                                                                                                di Rossella Muroni

 

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