“Non so quale sia l’onore più grande: essere scelto per la maturità mi fa molto piacere, ma essere attaccato da Matteo Salvini è una medaglia”. Così lo storico dell’arte Tomaso Montanari in esclusiva alle telecamere de ilfattoquotidiano.it risponde alle critiche del ministro dell’Interno che ha definito il saggista fiorentino, tra i protagonisti della prima prova degli esami di maturità di quest’anno, un “triste snob di sinistra” perché a suo avviso Montanari ha “infangato due grandi come la Fallaci e Zeffirelli”.
Proprio nel giorno in cui Tomaso Montanari è finito tra le tracce del tema della maturità, Salvini che si vede questa mattina non aveva nulla di meglio da fare, lo ha così attaccato: “Montanari? Finche’ questo triste snob di sinistra insulta me, amen. Ma quando arriva a infangare due grandi come Fallaci e Zeffirelli, siamo al delirio. Che lasci ogni incarico pubblico e chieda scusa all’Italia”. (1)
Ma Montanari non è certo stato zitto: “Salvini? Può dire quello che vuole. Trovo indegno e gravissimo l’attacco del ministro dell’Interno a un professore universitario: Salvini ha forse in mente di replicare il giuramento di fedeltà dei professori al regime?”.
Poi Montantari passa al contrattacco: “Se c’è una vergogna per l’Italia è la presenza al governo di un uomo e di un partito il cui programma è l’esatto contrario della Costituzione, per riprendere un’efficace definizione che il presidente Mattarella riferiva al fascismo”.
Le sue cariche, precisa, non sono “retribuite e non sono di potere, sono scientifiche. Una decisa dal Consiglio Universitario Nazionale, l’altra dal ministro Bonisoli. Rendo conto alla scienza e alla coscienza. Ho il diritto di dire e argomentare perché le onoranze pubbliche a personalità che hanno avuto posizioni esplicitamente razziste come Zeffirelli e Fallaci sono – a mio giudizio – un’offesa alla Costituzione.”
Quindi niente dimissioni in vista, anzi: “Continuerò a esercitare questo diritto (garantito dagli articoli 21 e 33 della Costituzione della Repubblica) nonostante i tentativi di intimidazione del ministro della Paura: la cui presenza ai vertici del Paese sarà prima o poi ricordata come una pagina nera”.
(1) questo il tweet di Tomaso Montanari, pubblicato la scorsa domenica poco dopo la notizia della morte del regista Franco Zeffirelli: “Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema insopportabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrendo Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen”.
Montanari spiega anche i motivi del suo tweet: “Zeffirelli e la Fallaci, per idee che hanno espresso, sono figure fangose. Zeffirelli voleva condannare a morte le donne che abortiscono, parlava di condannare a morte anche ‘chi sposta i negri‘, parole sue del 1993, mentre Oriana Fallaci minacciava di mettere le bombe nelle moschee che fossero state costruite in Toscana. Sono figure che affondano nel fango e bisogna dire la verità”. Nel suo attacco il vicepremier aveva consigliato all’esperto di arte di abbandonare “ogni incarico pubblico” e di “chiedere scusa all’Italia”.