Varoufakis lancia il piano Merkel

per Gabriella
Autore originale del testo: Jacopo Rosatelli
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/varoufakis-lancia-il-piano-merkel/

di Jacopo Rosatelli,

Grecia. Il ministro delle finanze greco da Cernobbio propone un’alternativa al Quantitative easing di Draghi. La stampa tedesca lo attacca: è isolato, prossimo alle dimissioni. Da Atene la smentita.

 Il con­te­sto è di quelli che con­tano: il Forum Ambro­setti di Cer­nob­bio, sul Lago di Como. E il pro­ta­go­ni­sta, l’uomo del momento: il mini­stro greco delle finanze Yanis Varou­fa­kis, nemico pub­blico numero uno per il governo tede­sco e gran parte dell’establishment politico-economico euro­peo. Anche que­sta volta il vul­ca­nico eco­no­mi­sta mar­xi­sta ha con­qui­stato la scena, lan­ciando di fronte alla sele­zio­nata pla­tea di Villa d’Este una pro­po­sta desti­nata a fare discu­tere: un «piano Mer­kel» di inve­sti­menti pub­blici per favo­rire dav­vero la cre­scita e farla finita con l’austerità.

Una sfida poli­tica ai potenti di Ber­lino, Bru­xel­les e Fran­co­forte per dimo­strare che al governo greco le idee non man­cano: non solo per miglio­rare le ter­ri­bili con­di­zioni di chi vive nel paese elle­nico, ma per fare uscire dalla crisi tutta l’Unione europea.

In cosa con­si­ste il piano imma­gi­nato da Varou­fa­kis? Inve­sti­menti dei governi nazio­nali finan­ziati al 100% attra­verso obbli­ga­zioni emesse dalla Banca euro­pea degli inve­sti­menti (Bei), con la Banca cen­trale (Bce) pronta ad acqui­sire nel mer­cato secon­da­rio que­sti titoli. In sin­tesi, «una forma alter­na­tiva di quan­ti­ta­tive easing (Qe)», dal momento che il mini­stro greco si mostra assai scet­tico sui bene­fici di quello che è in corso da lunedì per volere del gover­na­tore Mario Dra­ghi.
Il Qe «si è rive­lato piut­to­sto dif­fi­col­toso in eco­no­mie solide e omo­ge­nee come Giap­pone, Usa e Gran Bre­ta­gna, ed è desti­nato, temo, a fare peg­gio nell’Eurozona che è fram­men­tata, dove gli acqui­sti di asset sono pro­por­zio­nali alle dif­fe­renze o alle pres­sioni defla­zio­ni­ste che col­pi­scono i sin­goli paesi. Per que­sto temo che il disal­li­nea­mento della base mone­ta­ria minerà gli sforzi della Bce».

L’idea di Varou­fa­kis asso­mi­glia molto all’emissione di euro­bond: una misura che prima delle ele­zioni euro­pee veniva pro­po­sta anche dai socia­li­sti, ma che ora sem­bra finita nel dimen­ti­ca­toio. La can­cel­liera tede­sca Angela Mer­kel l’ha sem­pre vista come fumo negli occhi, per­ché rite­nuta una forma di «con­di­vi­sione dei rischi» troppo peri­co­losa per le solide finanze di Ber­lino. Un altro enorme osta­colo per i dise­gni di Atene è ovvia­mente anche la Bun­de­sbank, chia­mata in causa ieri a Cer­nob­bio dal mini­stro greco: «Si dice la Bce non accet­terà mai la ristrut­tu­ra­zione del debito greco per­ché così è scritto nel suo sta­tuto. Mi dispiace, ma quello sta­tuto è stato scritto dalla Banca cen­trale tede­sca. E se le regole non fun­zio­nano più, biso­gna cam­biarle», ha affer­mato in sostanza Varoufakis.

Le rispo­ste da Ber­lino e Fran­co­forte non tar­de­ranno a giun­gere nei pros­simi giorni, e c’è da atten­dersi che saranno di chiu­sura totale. E sarà inte­res­sante regi­strare se qual­che capo di governo dei Ven­totto, magari della fami­glia socia­li­sta euro­pea, uscirà dal letargo per dire la pro­pria su una pro­po­sta che — in teo­ria — dovrebbe risul­tare gradita.

Nel frat­tempo, men­tre Schäu­ble e com­pa­gnia pre­pa­rano il pre­ve­di­bile con­trat­tacco, a sca­te­narsi è la stampa tede­sca di orien­ta­mento con­ser­va­tore. Sulle bar­ri­cate c’è la Bild, il quo­ti­diano più dif­fuso del paese, che ieri nell’edizione online dava pra­ti­ca­mente per certa l’estromissione di Varou­fa­kis dal governo elle­nico. Un’opera di disin­for­ma­cija degna della guerra fredda. Alla base di tali rico­stru­zioni fan­ta­siose, l’assenza del mini­stro greco da una riu­nione gover­na­tiva ieri ad Atene: per la Bild è la prova che l’economista mar­xi­sta non conti più nulla e sia in pro­cinto di essere licen­ziato dal pre­mier Ale­xis Tsi­pras. Fonti gover­na­tive gre­che con­sul­tate dal mani­fe­sto smen­ti­scono tutto: «Ipo­tesi desti­tuite di ogni fon­da­mento». Non è la prima volta che il quo­ti­diano scan­da­li­stico tede­sco semina ziz­za­nia, e non sarà l’ultima. Ma non di sola Bild si tratta: la stessa bufala rim­balza anche sulla home page della Frank­fur­ter All­ge­meine Zei­tung (Faz), che dovrebbe essere invece una testata seria. La più auto­re­vole di Ger­ma­nia. Ma a pre­va­lere sulla serietà, in que­sto caso, è l’avversione poli­tica verso i peri­co­losi estre­mi­sti di sini­stra che gover­nano ad Atene, e tutti quelli che a loro vogliono ispi­rarsi nel resto del continente.

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