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di Umberto Ranieri 17 marzo 2015
Dalla maggioranza parlamentare sarà impossibile ipotizzare ripensamenti, si pensi ad una “Resistenza Referendaria”.
L’Italia ha bisogno di rivedere il suo assetto istituzionale, certamente guardando alla velocità dei percorsi legislativi, stare al passo dei tempi che impongono dinamismo; ma quel che è sicuro, avremmo bisogno di ben altra proposta di Riforma Costituzionale, molto diversa da quella approvata in seconda lettura, più equilibrata nei poteri e che impedisca derive autoritarie.
L’immagine di un Parlamento semideserto, di intere forze politiche fuori dall’aula, dovrebbe farci riflettere profondamente. Siamo sicuri di essere in una Repubblica Democratica ? Siamo sicuri che i Parlamentari attuali siano democratici, se disattendono il principio costituzionale che pone un limite, dei 2\3 dei parlamentari , necessario per modificare la Carta Costituzionale? Gli stessi, si sentono “ costituenti”, pur provenienti da una elezione , di cui la relativa legge elettorale è stata dichiarata incostituzionale.
Proviamo ad immaginare la proiezione dell’ ipotetico premio di maggioranza : l’ Italikum stabilirebbe che il “premio di maggioranza” ,vada al partito che raggiunga il 40%. Ipotizziamo che nessun partito non lo raggiunga al primo turno e si vada al ballottaggio fra i primi due; al secondo turno, andrà assegnato al partito che riceverà più voti. I partiti esclusi dal primo turno non avrebbero interesse a partecipare al ballottaggio perché la legge non prevede associazione per coalizione , quindi il “premio di maggioranza” andrebbe al partito che paradossalmente raggiungerebbe il 25-30%. Nella realtà della fattispecie, sarebbe comunque minoranza nel paese ed otterrebbe un premio “ obbligatorio” per vincere. La democrazia ci ha sempre indicato come parametro da raggiungere il 50+1 dei consensi. Renzi e Verdini (deus ex machina della situazione) si inventano: “PREMIO OBBLIGATORIO PER VINCERE“, con conseguente assegnazione di un numero spropositato di parlamentari (come bonus), quasi il 60% dei Parlamentari, ed il 50% di “ Predestinati” , paradossalmente “ prendi un voto, te ne assegneranno tre”.
Immaginiamo di avere davanti la scheda elettorale e di osservarla : sulla scheda elettorale ci troveremmo un simbolo ed una scritta recante un ”nome e cognome già stampato” , non potremo votarlo, verrà eletto automaticamente, sol perché è stampato sulla scheda elettorale, sia che il cittadino lo voglia, sia che non lo voglia…!!! Quel nome è già un “Predestinato” Parlamentare della Repubblica Italiana” , prima che si voti. Chi lo predestina ha poteri divini?
Parlamentari della “ maggioranza relativa”, dicono che si vorrà sapere la sera stessa delle elezioni chi sarà il vincitore ed il suo seguito parlamentare; gli stessi, cercano di nascondere “l’incostituzionalità “ dell’ Italikum con false filippiche, false tesi, per supportare l’accordo Renzi –Verdini, che si dicono opposti, dicono è solo voglia riformatrice, hanno a cuore la modernizzazione della Costituzione, intanto programmano lunga e fattiva collaborazione futura, per coltivare interessi ormai noti a tutti. Spero che la gran parte degli italiani si ravveda della situazione e vi vorrà prendere rimedio.
L’aspetto più pericoloso, è la mancanza degli equilibri istituzionali; con il premio di maggioranza concepito secondo la visione Renzi-Verdini chi vince le elezioni possiederà le istituzioni, ne diventerà quasi proprietario.
Alla luce di queste osservazioni, si potrebbe definire l’Italicum una legge elettorale democratica? Tutte le forze politiche che l’hanno votata le possiamo considerare democratiche?
Si parli innanzi tutto di Democrazia, che è la questione prioritaria e centrale. Non si può pensare che si possa agire sulla Costituzione e sulla Legge Elettorale, intervenendo a proprio piacimento ed al fine di trarne dei vantaggi, scegliendo il modo perché torni più utile; né si può pensare che le minoranze possano essere considerate semplici testimonianze. La Legge elettorale non può essere della sola maggioranza, nè pensare che ogni nuova maggioranza si faccia la sua, generando battaglie di costituzionalità, legalità o referendarie.
Vi è una “incostituzionalità manifesta” nell’ Italikum, per il semplice esercizio del voto, per i capilista – “nominati”- non votabili, per il premio di maggioranza, si potrebbe dire ” fa acqua da tutte le parti “.
Pensare che possa intervenire il Capo dello Stato , sarebbe ipotizzabile, ma può solo rifiutare l’emanazione di un decreto legge o decreto legislativo. Ma nel promulgare una legge – come l’italikum o la riforma costituzionale – può solo rinviare alle camere con messaggio motivato per una nuova deliberazione. Per la dottrina prevalente – se il parlamento riapprova, è tenuto a promulgare.
L’unica chance che rimane, per opporsi a questa riforma costituzionale , è la “Resistenza Referendaria”.
L’occasione è buona per ripartire da una democrazia referendaria, partecipativa, allargata, che rappresenti la maggioranza del paese vero, e si proponga un progetto nuovo di revisione costituzionale, equilibrato e sistematico e lo si sottoponga ad una discussione politica larga e periferica.
La costituzione è di tutti, nessuno di noi ha dato delega agli attuali parlamentari di cambiarla arbitrariamente, a loro piacimento.
Che si consulti il popolo, lo si faccia discutere sulle nuove regole, se intenda votare o non votare direttamente per l’elezione del riformabile ” Senato delle Regioni e delle Autonomie”…..se sia il caso di pensare ad una Repubblica Presidenziale, che forse sarebbe la miglior cosa.
Non sò quanti sarebbero disposti ad abbattere il proprio steccato politico, mettersi in discussione, guardare politicamente ad un’area politica aperta, sensibile alle domande della società ed all’innovazione dell’Italia, ma sarebbe necessario farlo.


