di Alfredo Morganti – 28 febbraio 2017
Insomma, “se Gentiloni deciderà che si voti prima, lo deciderà lui” ha detto Renzi con le dita incrociate dietro la schiena, immagino. Troppi ‘deciderà’ per una sola frase. Se X lo deciderà, allora X lo deciderà: che proposizione è? Una specie di tautologia, del tipo: il rosso è rosso. Bella scoperta. Il rosso è sempre rosso, è rosso per sua natura, è rosso a priori! E così Gentiloni: ‘se deciderà allora deciderà’ dice Renzi. Un’implicazione anche qui tautologica, ben più che logica, come ‘se piove allora piove’. E vorrei vedere! Quando ci si contorce in queste frasi che nel soggetto hanno già il predicato, e dunque, non aggiungono nulla alla realtà, vuol dire che la si butta un po’ in caciara. Eccerto che Gentiloni deciderà quando deciderà, ma che significa in termini di esperienza, in termini reali? Nulla. Nulla di nulla. Aria fritta. Com’è il tempo? Se piove allora piove. Che meteorologo!
Io credo che queste tautologie renziane equivalgano a uno #staisereno o giù di lì. Si può dire che ‘se piove allora piove’ anche se fuori c’è il sole. L’esperienza è fuori dalla logica, è irraggiungibile dalle tautologie. La realtà potrebbe essere un’altra, magari opposta. Insomma, una tautologia non si nega a nessuno (tanto non ci dice nulla di più o nulla di meno rispetto a quel poco che sappiamo), un po’ come una firma sotto un ordine del giorno. Tanto poi le cose vanno come vanno, e nessuno potrà rinfacciartelo. Si era detto che ‘se Gentiloni deciderà allora deciderà’, mica che avrebbe deciso lui senz’altro! Era così, tanto per dire. Il #ciaone può partire ‘a prescindere’ (diceva Totò) da ogni pur cristallina proposizione logica, e prima di ogni apriori. Tant’è che potremmo classificare la tautologia renziana come una specie di #staisereno: tu pensa a governare e se un giorno deciderai allora deciderai. Amen. Su questo non ci piove. Anzi: ‘se piove allora piove’. Intanto io parto con la mia campagna elettorale e i miei pitch, e mi porto avanti coi lavoretti socialmente utili.


