La Brugola

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Grazia Nardi
Fonte: Rimini Sparita
Url fonte: https://riminisparita.it

di Grazia Nardi

..la brugola ovvero la crosta che si formava sulle immancabili ferite.. prevalentemente sulle ginocchia e sui gomiti. E questo perché il luogo dove i bambini trascorrevano il loro tempo era la strada, a volte asfaltata il più delle volte no e ad ogni caduta rimanevi bollato. E si cadeva spesso dagli alberi dove ci si arrampicava per cercare il rametto biforcuto con cui costruire la fionda o scappando dal “nemico” durante la guerra a colpi di cerbottana coi bambini dei rioni vicini. Perché la guerra, passata da poco era ancora sullo sfondo.
Anche le femmine venivano coinvolte, in un ruoli minori, ovviamente. Io, ad esempio, ero stata arruolata da mio fratello per arrotolare i “pirullini” di carta a forma di piccoli coni che venivano lanciati con le cerbottane. L’abilità consisteva nel ricercare un tipo di carta sottile e resistente, ottenendo poi una punta particolarmente affilata che meglio entrava nell’arma e maggiore effetto produceva colpendo il bersaglio. Svelo che i più “duri” infilavano pure uno spillo.
Non da meno i colpi subiti col gioco “cirul, venga” una specie di hochey dove la palla era sostituita da un pezzetto di legno che, tenuto in bilico sull’orlo di una superficie rialzata, veniva lanciato con un bastone planando, non di rado, sulla testa di qualche giocatore.
Ma le cadute più serie erano quelle dalla bicicletta, il più delle volte costruita con pezzi reperiti ai “ferri vecchi”.. la mitica Minghina o quelle col carretto.. una sorta di slitta con le sfere per rotelle.. che si trainava con la corda mentre i temerari di via Cairoli si “ruglavano” giù dalla discesa di Via Bonsi…ecco in questi casi… con brugole.. arrivavano anche i “punti” preceduti dalle botte dei genitori.
Brugole che non guarivano mai perché nei momenti di pausa, quasi inconsciamente, magari mentre si sfogliava un giornalino, si scostavano con le unghie fino a sanguinare, rinnovando così la ferita e la brugola.
La lettura dei “giornalini”, Tex, Topolino, Tiramolla… era il passatempo invernale. Giornaletti sdruciti, passati di mano in mano, fino al perdersi delle origini..si scambiavano tra amici, a pile, un po’ come avveniva qualche tempo fa’ con le cassette ed oggi coi dvd. Letti velocemente e riletti quando non se ne trovava di nuovi, piuttosto malconci, impregnati degli odori di casa, finivano in vendita in qualche banchetto che, periodicamente, veniva allestito sulla strada. Le bambine contribuivano all’allestimento riempendo con acqua, zucchero e limone delle boccette di plastica allora in commercio con un liquido colorato di cui non si è mai saputa la composizione.

giochi
La scomparsa dei bambini dalle strade è uno dei segni del nostro tempo e non solo per i pericoli del traffico, ai miei tempi erano più carri che auto o la mancanza di verde di cui abbiamo goduto in abbondanza per la vicinanza del giardino Ferrari e dei campi che facevano da cinta alla città.
E’ cambiato sostanzialmente il rapporto con il tempo che offre ben altre opzioni: il nuoto, il ballo, il corso di lingue…e con la casa che attrae assai di più rispetto ai nostri tempi a partire dalla TV per arrivare, soprattutto e sopra tutti, al PC, ai video giochi, a feissbuc. Generazioni sicuramente più informate, tecnologicamente avanzate. Però s’annoiano.
continua

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