Indifferenza
E’ sbocciato quest’odio come un vivido amore
dolorando, e contempla se stesso anelante.
Chiede un volto e una carne, come fosse un amore.
Sono morte la carne del mondo e le voci
che suonavano, un tremito ha colto le cose;
tutta quanta la vita è sospesa a una voce.
Sotto un’estasi amara trascorrono i giorni
alla triste carezza della voce che torna
scolorendoci il viso. Non senza dolcezza
questa voce al ricordo risuona spietata
e tremante: ha tremato una volta per noi.
Ma la carne non trema. Soltanto un amore
la potrebbe incendiare, e quest’odio la cerca.
Tutte quante le cose e la carne del mondo
e le voci, non valgono l’accesa carezza
di quel corpo e quegli occhi. Nell’estasi amara
che distrugge se stessa, quest’odio ritrova
ogni giorno uno sguardo, una rotta parola,
e li afferra, insaziabile, come fosse un amore.
CESARE PAVESE
2 commenti
Una poesia vera e toccante. All’indifferenza dell’amata, per non soccombere totalmente alla morte dell’anima che l’indifferenza provoca, Pavese accende l’odio che è il contraltare dell’amore deluso. Al pari dell’amore l’odio è un sentimento vivo seppure distruttivo, è passione che si nutre dei ricordi del corpo e della voce dell’amata e alla quale Pavese non rinuncia perché è preferibile al nulla dell’indifferenza.
sì, è vero, Pavese ama la perfezione, ama l’amore, odia l’indifferenza.
Lo adoro,